Steve Jobs è stato spesso criticato, sia quando era ancora in vita sia dopo la sua morte, per lo scarso interesse che ha sempre nutrito verso la beneficienza e la filantropia. Nella visione del mondo dell’americano medio, e soprattutto dei media americani, il successo e la ricchezza devono essere controbilanciati da una “restituzione” alla società di parte della propria ricchezza. Un meccanismo che, per quanto generalmente lodevole, spesso sfocia nell’ipocrisia o nella spettacolarizzazione della beneficienza, soprattutto da parte dei personaggi dello show business.
A Steve Jobs non è mai importato più di tanto di ottemperare a questo dovere non scritto e se beneficienza ha fatto (e sappiamo che anche lui aveva a cuore le proprie cause) certamente non lo ha dato a vedere.
La “sua” Apple ricalcava un po’ quella tendenza, nonostante gli iPod (Product) RED ed altre iniziative meno pubblicizzate.
E’ una delle caratteristiche dell’azienda sulle quali Tim Cook ha espresso la maggiore discontinuità rispetto al proprio predecessore. Ulteriori prove di questa discontinuità arrivano dalle indiscrezioni su quanto discusso dal CEO con i dipendenti durante l’incontro che ha fatto seguito all’annuncio dei risultati fiscali, la scorsa settimana.
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La neve e il maltempo stanno fermando un po’ tutti, Command Guru compresi. Il CocoaHeads