Un libro di Antonio Dini ci da lo spunto per ripercorrere 20 anni di pubblicità Apple

” Think Different è persino grammaticalmente non corretto, perchè dovrebbe essere scritto “Think Differently”. Ma niente riesce a togliere potenza alla campagna pubblicitaria – giocata contemporaneamente con uno spot televisivo e migliaia di affissioni – più importante fra tutte quelle utilizzate da Apple in oltre trent’anni di storia. Think Different, “pensa in maniera differente”, è un esercizio di comunicazione emozionale che ha fatto scuola al punto di essere una delle campagne più imitate al mondo. Se lo scopo della pubblicità è suscitare emozioni che accendono i desideri, i quali, a loro volta, spingono agli acquisti, Think Different ridefinisce lo scopo della pubblicità perchè fa qualcosa in più. Costruisce delle identità. Spiega cioè, in chiave emotivo-evocativa, che cos’è Apple, che cos’è il suo prodotto di punta (il Macintosh) e chi è il suo utilizzatore. E questo, nel 1997 era il principale problema di Steve Jobs una volta tornato alla guida di Apple.[…]
Carismatico fondatore di Apple Computer e CEO di Pixar, pioniere dell’industria informatica, cinematografica, musicale e da quest’anno, con il lancio di iPhone, dell’industria delle telecomunicazioni. Ce n’era abbastanza perché la rivista
Secondo il Guinness dei primati è l’eroina virtuale per antonomasia. Fa parte del Pantheon della videoludica, dove gareggia in notorietà con Pac Man e Mario e Luigi, i Super Mario Bros. Anche chi non ha mai preso in mano un joystick conosce questa intrepida profanatrice di tombe, non fosse altro per la sensuale interpretazione cinematografica di Angelina Jolie. E’ la protagonista di fumetti, libri e romanzi; magari qualcuno si ricorda pure della canzone che Eugenio Finardi le dedicò e cantò a Sanremo.







