
La tenera età di Leopard continua a colpire.
Il rischio in questo senso sembra essere riconducibile ad una “denial of service“, letteralmente una “negazione di servizio“, un tipo di attacco informatico il cui obiettivo è quello di condurre al limite delle prestazioni un determinato servizio fino ad impedirne il normale funzionamento.
Questo tipo di attacco è stato identificato in Leopard, ed è stato annunciato ieri pomeriggio dalla Heise Security.
La falla identificata è tecnicamente un “integer overflow” che va a colpire la funzione load_threadstack in mach_loader.c quando vengono processati i “Mach-O binaries“.
Questa falla potrebbe essere così responsabile di un “kernel panic“.
Il nome di Apple è legato a doppio filo, nel male ma soprattutto nel bene a quello del suo fondatore

internazionale che ha battezzato quella che possiamo ormai definire un’opera d’arte.
Vi siete mai chiesti cosa resterebbe di Oscar Wilde o Jim Morrison se non avessero mai pronunciato le loro frasi più famose, che tutti almeno una volta abbiamo letto o scritto sui diari delle superiori, che sono state riprese dalla comunicazione di massa e si sono trasformate in slogan di cui spesso s’ignora l’origine? Resterebbero certamente grandi opere letterarie e pagine della storia della musica rock, ma mancherebbe quel quid che mitizzi in maniera immediata e globalmente riconosciuta la figura e l’esistenza di questi personaggi, forse semplificandone le complessità ma certamente delineandone il pensiero e la forma mentis in un ottica di fruizione immediata. Forse è presto per parlare in questi termini di Steve Jobs, anche perché per fortuna è ancora vivo e vegeto e non riposa al
