Giovedì scorso, con una mossa inattesa, Apple ha allentato alcuni dei limiti dell’App Store. In particolar modo sono stati rivisti i paragrafi 3.3.1, 3.3.2 e 3.3.9 dei termini di servizio di iOS 4 che impedivano l’utilizzo di compilatori di terze parti come il packager for iPhone di Adobe e che, almeno sulla carta, mettevano i bastoni fra le ruote ad AdMob, la concessionaria di pubblicità mobile di Google, diretta concorrente di iAd. Per la prima volta Apple ha pure pubblicato le linee guida sulle metodiche di approvazione delle applicazioni su App Store.
Si tratta senza mezzi termini di una marcia indietro da parte di Apple rispetto a quelle posizioni prese da Steve Jobs in persona con la sua lettera aperta “pensieri su Flash” in cui veniva offerta una legittimazione alle restrizioni in atto.
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