Microsoft: addio Seinfeld, arriva la copia di PC-Hodgman

di Redazione 3

Secondo quanto riportato dal New York Times l’idillio fra Microsoft e Jerry Seinfeld sarebbe già arrivato al capolinea. Il comico americano, che verrà sicuramente inserito da E! nella Top 100 di chi è riuscito a guadagnare 10 milioni di dollari “lavorando” il meno possibile, potrebbe non comparire più nei nuovi spot lanciati da Microsoft e volti a riabilitare il brand dell’azienda di Redmond. Le due puntate lanciate finora, Shoe Circus e New Family, rimarrebbero in tal caso le uniche della serie Bill & Jerry. Microsoft punterà invece con decisione a smontare lo stereotipo del PC grigio e noioso che John Hodgman ha saputo plasmare con abilità notevole nel corso degli anni con la serie Get A Mac.

I nuovi spot non ignoreranno dunque l’esistenza della controparte ed anzi risponderanno punto su punto. Secondo quanto riportato dal NYT in uno degli spot comparirà addirittura un ingegnere di Microsoft vestito esattamente come Hodgman che esordirà con il medesimo adagio, “I’m a PC“, per poi precisare: “and I’ve been made into a stereotype“. In un altro commercial il protagonista sarà un sommozzatore rinchiuso in una gabbia anti-squali. Ad altri ads parteciperanno stars di spessore, come ad esempio Eva Longoria ( anche se la casalinga disperata non sembra esattamente l’emblema del PC power user), lo scrittore Deepak Chopra e il cantante Pharrell Williams (non dubitiamo che il suo studio di registrazione sia zeppo di PC).

Oltre all’ingegnere/PC nella nuova serie di ads reciteranno  anche un buon numero di impiegati di Microsoft, felici di contribuire a smontare la nomea negativa che, a loro dire, Apple avrebbe contribuito a creare attorno a Redmond con i suoi spot. Piccola nota di colore: al termine degli ads compariranno a schermo le email degli impiegati che hanno partecipato al commercials, [email protected] compresa nonostante Gates non abbia più alcuna funzione aufficiale all’interno di Microsoft.

Cambio di rotta anche per quanto riguarda lo slogan: “Windows. Life without walls” sarà il nuovo motto, decisamente più diretto e meno criptico rispetto agli accenni al futuro che hanno caratterizzato la prima fase della campagna di Microsoft. Il NYT ricorda altri esempi di pubblicità comparativa basata sul richiamo diretto ad una campagna della concorrenza. Avis, compagnia americana seconda ad Hertz nel settore delle auto a noleggio, imbastì una campagna pubblicitaria basandosi sull’adagio “Siamo secondi, quindi ci impegniamo di più”. Un’idea niente male che si rivelò vincente ma alla quale la Hertz poté rispondere intelligentemente con lo slogan “Avis vi dice da anni che siamo i primi nel settore delle auto a noleggio. Ora vi spieghiamo perché”.

Microsoft si trova in una situzione non facile: rispondere alle bordate che da due anni a questa parte Apple gli rifila senza complimenti, scimmiottando gli spot della concorrenza con pubblicità poco intelligenti  rischia di peggiorare la visione del brand Microsoft da parte dei consumatori. Per contro a Redmond hanno già lasciato passare troppo tempo senza rispondere agli attacchi di Apple. Vedremo se Microsoft riuscirà in questa difficile impresa di marketing, sempre e comunque con la consapevolezza che più di una campagna multimilionaria ben riuscita potrà una nuova versione di Windows funzionale e soddisfacente.

Commenti (3)

  1. sarebbe carino vedere anche come gli utenti vorrebbero un spot riabilitante per windows. come se si volessero dare a microsoft delle idee per andare sul sicuro con gli spot.
    voi cosa ne pensate?

  2. Penso che una società che possiede una fetta di mercato così ampia e che da un prodotto che spesso, nella vita di tutti i giorni, è più “una cosa che ci si ritrova” che “una cosa che si sceglie”, non dovrebbe fare pubblicità se non all’uscita di un nuova versione di windows.
    Non mi sono mai piaciute le pubblicità “Get a Mac” (a parte quella con babbo natale XD ), le considero troppo spocchiose, ma una pubblicità del genere da parte della Microsoft mi pare quasi una presa in giro, soprattutto abitando in italia dove la gente che conosce l’esistenza del mac è decisamente poca.
    Dopotutto lo stereotipo dell’utente mac esiste da molto più tempo di quello dell’utente pc.

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