iA Writer Pro nella bufera di Natale fra brevetti e promesse mancate

di Redazione 2

Pochi giorni prima di Natale Information Architects ha rilasciato iA Writer Pro, una suite di scritture professionale che dovrebbe rappresentare l’evoluzione dell’approccio minimale dell’editor iA Writer.
La notizia ha mandato in brodo di giuggiole il sottoscritto, il nostro Lorenzo Paletti e probabilmente tutti utenti Mac che scrivono quotidianamente migliaia di parole per lavoro, piacere o nevrosi.
E’ bastato poco, però, per scoprire che iA Writer Pro non è ciò che gli sviluppatori hanno pubblicizzato. A peggiorare le cose, un “tentativo di brevetto” che gli sviluppatori hanno registrato per una delle funzionalità del software.

screen800x500

La promessa di iA Writer Pro è quella di una rivoluzione del workflow di scrittura, con la possibilità di gestire il flusso creativo in tre fasi spiegate con una metafora potamica forse un po’ troppo lineare: le note (sorgenti del contenuto), la fase di scrittura (il flusso creativo vero e proprio), la revisione (il delta, con le ramificazioni del flusso), la lettura (l’oceano).

A giudicare da quello che si poteva vedere nel video di presentazione del software (successivamente ri-editato) e negli screenshot presenti nel Mac App Store, tale metafora dovrebbe concretizzarsi nella possibilità di passare dall’una all’altra modalità (Note, Scrittura, Editing, Lettura) conservando in ciascuna schermata un testo diverso o per lo meno conservando nelle note un testo differente da quello redatto nelle finestre di scrittura e di editing.

Niente di tutto ciò. Come mi ha confermato per primo il nostro Lorenzo in un’email, deluso come un bimbo dopo aver scoperto che Babbo Natale non esiste, le quattro modalità non fanno altro che riproporre, con font e interlinea differente, lo stesso testo. Come se l’acqua del fiume fosse esattamente la stessa alla fonte e alla foce, in ogni singolo istante. E tanti saluti alla metafora e alla filosofia di Eraclito.

Ce ne sarebbe già abbastanza per demolire sul nascere un software dalle grandi pretese e dal prezzo ad esse commisurato (20$), ma gli sviluppatori Oliver Reichenstein e Chris Lüscher hanno voluto infilarsi in un ginepraio ben peggiore, con l’unica cosa che la community degli sviluppatori aborrisce più del Comic Sans: la richiesta di brevetto su una funzionalità del software.

La feature in questione si chiama Syntax Control e permette di evidenziare le nove parti del discorso per comprendere meglio la struttura del testo appena scritto. A prima vista, un’innovazione straordinaria che non può non causare un eccesso di salivazione in chiunque ami scrivere. Un’innovazione in cui gli Information Architects credono talmente tanto da volerla proteggere. “L’abbiamo registrata e siamo in attesa di brevetto”, scrivono gli sviluppatori nella descrizione originale del software. “Se la vorrete utilizzare nel vostro editor possiamo fornirvi una licenza”.

Che c’è di male a voler proteggere un’innovazione? Nulla, se l’innovazione fosse davvero tale (e anche in quel caso si potrebbe discutere per ore).
Syntax Control è una funzionalità talmente poco innovativa che uno sviluppatore interpellato da Anthony Nelzin di MacGeneration ci ha messo 20 minuti a creare un editor di testo con una funzionalità analoga.
Il motivo di una simile speditezza non è tanto la genialità dello sviluppatore quanto il fatto che un’API di analisi sintattica esiste all’interno di OS X fin da Lion e fu presentata dagli ingegneri Apple alla WWDC 2011 nella sessione 128, “Advanced Text Processing”.

macgpic-1387808486-87714122976995-sc-op

La polemica ha rapidamente infiammato la community  degli sviluppatori, per poi acquietarsi durante i giorni di festa.
Nel frattempo, messi probabilmente alle strette dall’evidenza dei fatti, gli sviluppatori di iA Writer pro sono corsi ai ripari e hanno modificato la frase riferita al Syntax Control citata poco sopra con un più generico “se lo vorrete utilizzare nel vostro text editor dateci credito per averlo introdotti per primo”.
Un parziale passo indietro che continua ad ignorare il fatto che la funzionalità è disponibile in OS X, pronta all’uso per qualsiasi sviluppatore che voglia implementarla.

Se preferite la poesia alla prosa, Stu Maschwitz ha riassunto egregiamente tutta la storia in un piccolo poemetto completo di link e riferimenti dettagliati.[via]

Commenti (2)

  1. *Coff*Scrivenertuttalavita*coff* ;)

    1. @Salsadiabli:
      Io sono un fan di Byword :)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>