Continua la trattativa con gli editori per il servizio di sottoscrizione

di Redazione 1

Secondo quanto riportato da All Things Digital, Apple e le maggiori case editrici sono ancora in trattativa per definire le condizioni del tanto atteso servizio di sottoscrizione, che permetterebbe agli utenti di stipulare abbonamenti per riviste (e altro) passando attraverso un sistema dedicato.

Al momento, tuttavia, sembra che la distanza tra le parti non sia trascurabile; il problema risiede nel fatto che gli editori vorrebbero ottenere la vendita diretta degli abbonamenti (ovvero vorrebbero ottenere il 100% dei ricavi, senza alcuna trattenuta da parte di Apple) o, per lo meno, l’accesso ai dati personali dei clienti. Evidentemente, l’azienda di Cupertino non è d’accordo su un contratto di questo genere.

Ad oggi, sembrerebbe che le condizioni offerte dall’azienda amministrata da Steve Jobs siano le seguenti:

  • La possibilità di vendere gli abbonamenti attraverso iTunes
  • 70% dei ricavi da ogni vendita
  • La possibilità di ottenere informazioni parziali (Nome, indirizzo e email) riguardo gli utenti attraverso delle apposite form da compilare opzionalmente

Secondo quanto scrive Peter Kafka, l’offerta è stata formulata da un paio di mesi ormai ma nessuno degli editori l’ha accettata. Non solo non digeriscono il 30% di trattenute per ogni abbonamento ma sembra che il problema principale riguardi l’impossibilità di accedere ai dati sensibili degli utenti per scopi editoriali e di marketing (ad esempio per offrire sconti o vantaggi ai clienti più affezionati, ecc.).

La speranza degli editori (remota?!) è di riuscire ad ottenere le condizioni desiderate da Google attraverso i tablet con Android, ma al momento non ci sono notizie più approfondite a riguardo. Nelle settimane scorse erano emersi diversi rumor a proposito del servizio di sottoscrizione, insieme alla possibilità di un nuovo aggiornamento per iOS (4.3) entro Natale.

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Commenti (1)

  1. Purtroppo il futuro è questo… il fatto che non vi siano concorrenti reali nei confronti dell’iPad, permette ad Apple di attuare questo comportamento quasi “monopolistico”.

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