Steve Jobs uomo dell’anno di TIME, oppure no?

di Redazione 1

Già da quasi un mesetto, come da tradizione, TIME Magazine ha aperto le votazioni online per l’uomo dell’anno 2010. Nella lista, anche nel 2010, compare il nome di Steve Jobs, che si piazza per adesso al 6 posto delle preferenze degli utenti, con quasi 15.000 voti.
A scegliere la persona dell’anno però non sono i lettori e gli utenti online, che al momento sembrano ad esempio premiare curiosamente il premier turco Erdogan, ma i giornalisti e gli editor di TIME.

E per quanto Steve Jobs sia finito ancora inevitabilmente nella lista dei candidati e abbia dalla sua degli endorsement di livello come quello ufficiale di Marissa Mayer (Google), ci sono buoni motivi perché anche nel 2010 TIME non scelga di assegnare il titolo al co-fondatore di Apple.

A sostenere che Jobs non verrà eletto uomo dell’anno è P.E. DeWitt di Fortune, che scrive:

“Steve Jobs è probabilmente nella lista di candidati che gli editors stanno considerando e potrà probabilmente finire nella loro lista delle ‘persone che contano’, ma non sarà la Person of the Year. Non perché non l’abbia meritato”.

DeWitt ha decisamente i gradi per sapere come funziona l’elezione della POTY, visto che anche lui è stato nella squadra di editor di TIME che hanno scelto il “vincitore” nel 1982, 1988, 1996, 1999 e 2005.

Il criterio di scelta, spiega il giornalista, si basa sul decidere chi ha influito di più sulle news dell’anno appena trascorso, nel bene o nel male. In realtà la scelta, dopo le critiche per aver indicato Hitler nel 1938 come uomo dell’anno, si è sempre concentrata su figure positive.

Ma perché Steve Jobs dovrebbe essere scelto proprio quest’anno, con tutto quello che ha fatto negli ultimi dieci? O negli ultimi 30? O perché, se non è stato scelto nel 1984 dopo il lancio del Macintosh, o nel 2007, anno dell’iPhone, dovrebbe essere selezionato nel 2010? Certo, c’è il successo dell’iPad, che ha scaldato le rotative, fisiche e virtuali, come pochi altri argomenti in campo tecnologico sono riusciti a fare. Ma è sufficiente, nell’anno di Julian Assange e Wikileaks? O nell’anno del premio Nobel a Liu Xiaobo e della prima cellula sintetica ad opera di Craig Venter?  La risposta è, molto probabilmente, no.

Commenti (1)

  1. Sicuramente non sarà Jobs, però riguardo alle domande sul perché ora e non nel 1984 o nel 2007, una risposta valida secondo me c’è: con iPad si è (forse) arrivati alla consacrazione di un percorso iniziato col Mac, proseguito con iPod e ultimato prima con iPhone e poi con iPod touch, dimostrando come lo stesso Jobs riesca a cambiare le sorti di un intero settore (prima i computer, poi la musica e ora la telefonia, oltre che i film in un certo senso), come e quando decide lui di cambiarlo. O comunque di proporre le sue idee per cambiarlo, in meglio con vantaggi sia dal lato industriale che dal lato consumer.

    Se ipoteticamente lo dessero a Jobs, la motivazione potrebbe essere una cosa tipo questa. Poi non sarà Jobs e quindi non poniamoci nemmeno il problema.

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