Psystar rinnova la controdenuncia ad Apple

di Redazione 3

Si apre un nuovo capitolo del procedimento processuale che vede contrapposte Apple e Psystar, l’ormai nota azienda produttrice di cloni Mac con sede in Florida. Lo scorso mese il giudice aveva deciso di non accettare le motivazioni della controdenuncia depositata da Psystar in risposta alle accuse mosse da Apple. Il clone-maker aveva tempo fino al 9 dicembre per presentare un nuovo documento, che è arrivato puntuale: niente più accuse di violazione delle leggi antitrust da parte di Apple ma un nuovo attacco alla EULA di Mac OS X.

Come ricorderete Psystar aveva tentato di convincere il giudice dell’illiceità dell’operato di Apple chiamando in caso una serie di violazioni di alcune specifiche leggi antitrust. La corte presieduta da William Alsup ha però deciso di dare ragione alla risposta formale di Apple considerando infondate le obiezioni dell’azienda accusata.

Poiché la tortuosa via dell’antitrust non ha dato i frutti sperati Psystar ha pensato bene di provare ad insistere obiettando circa la legittimità della EULA di Apple, quel contratto di licenza con l’utente finale che vieta espressamente di installare Mac OS X su hardware non Apple. Tale licenza, secondo Psystar, sarebbe alla base di un meccanismo distorto che consente ad Apple di violare le norme sul copyright.
Il rumore delle dita degli avvocati di Psystar che tentano di arrampicarsi sugli specchi si sente fino in Italia.

Nelle nuove motivazioni Psystar contesta anche la violazione del DMCA (Digital Millennium Copyright Act)  chiamata in causa da Apple a seguito di una recente revisione dell’accusa iniziale accettata bilaterlamente da entrambe le parti.

In pratica l’azienda della Florida sostiene che rendere compatibili i propri computer con Mac OS X non deve essere considerata un’azione che viola i termini del DMCA in materia di “circonvenzione di meccanismi anticopia“, dimenticando probabilmente il fatto che gli Open Computer vengono venduti con OS X già installato e gli upgrade di Apple vengono modificati ad arte dall’azienda in modo che possano funzionare anche sui cloni.

Psystar mette infine la ciliegina sulla propria torta di assurdità sostenendo che il semplice innesco di un blocco di sistema o di un kernel panic in assenza del firmware per il riconoscimento hardware non debba essere considerato meccanismo anticopia e che quindi aggirare tale tipo di restrizione non violerebbe i termini del DMCA. Come dire: il blocco della ruota del motorino incatenata al paletto non può essere considerata misura antifurto e scagionerebbe il ladro che armato di tenaglie provveda a “liberare” il suo bottino dal giogo imposto dal suo proprietario.

L’udienza per la discussione di queste nuove motivazioni è fissata per il 15 gennaio 2009.

Commenti (3)

  1. Nooooooooooo!!! cos’è??? povera banda bassotti, paragonata a psystar!

  2. Inizio a credere che Apple non sia poi così paranoica quando dice che c’è qualcuno di “grosso” dietro questa azienda (se così la possiamo definire)…dico questo perchè con le severe leggi americane, in genere, un’azienducola del genere chiuderebbe su due piedi con serie ripercussioni giudiziarie…invece qua la si sta tirando troppo per le lunghe…spero solo che la vicenda si chiuda nel migliore dei modi…e non intendo la chiusura di Psystar che deve essere “scontata” e immediata ma che tutto ciò non lenisca l’immagine di Apple…visto che si sta mirando a questo dal momento che ora il cattivo è Apple che difende solo il suo ottimo lavoro

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