DOJ: l’inchiesta su Apple va oltre la musica

di Redazione 2

In base a quanto appreso da una fonte anonima che si è rivolta al New York Post, l’indagine iniziata ad inizio settimana dal Department of Justice (DOJ) statunitense nei confronti di Apple non si limita al settore musicale.

All’inizio della settimana scorsa, il New York Times riportava che il Dipartimento di Giustizia americano ha intrapreso un’inchiesta informale per indagare sulle strategie impiegate dall’azienda di Cupertino nel mondo della musica. In base alla notizia, lo scopo principale degli investigatori è cercare di capire se Apple abbia o meno fatto pressioni nei confronti di Sony Music Entertainment e di EMI per indurle a cessare la collaborazione con Amazon, uno dei maggiori concorrenti di Apple nel settore della musica digitale. Le indagini sono ancora all’inizio e gli inquirenti sono ancora in cerca di eventuali prove a riguardo.

Come potete immaginare, l’inchiesta sarebbe estesa anche ai rapporti tra Apple e Adobe (e la faccenda Flash, in particolare). Il divieto di utilizzare la tecnologia Flash all’interno di iPhone OS avrebbe portato le autorità competenti ad indagare a tutto tondo sull’azienda amministrata da Steve Jobs. Il fatto che Flash sia così largamente utilizzato per realizzare applicazioni e streaming video nei siti Web avrebbe messo in cattiva luce l’operato di Apple.

In base a quanto dichiarato dalla fonte di Hollywood, “Non si possono dettare i termini all’industria. La questione di Adobe sta solamente istigando il dissenso di tutti”. Un’ulteriore fonte ha aggiunto: “Se Apple pensa che estenderà il suo monopolio con iPad, dovrebbe dare uno sguardo alla storia di altri giardini recintati”.

Considerando i giorni di festa durante il weekend, al momento, né i portavoce del Dipartimento di Giustizia né quelli di Apple hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali.

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Commenti (2)

  1. Sull’aspetto dei presunti accorti anticoncorrenziali per lo store musicale sono d’accordo che indaghino.

    Su Flash no. Se Flash non fosse una soluzione proprietaria, fosse uno standard aperto e riconosciuto, fosse molto efficiente, forse si potrebbe spingere Apple ad adottarlo, ma così no.

    “Il fatto che Flash sia così largamente utilizzato per realizzare applicazioni e streaming video nei siti Web avrebbe messo in cattiva luce l’operato di Apple.”
    Qualche anno fa c’erano molti siti che funzionavano solo per Internet Explorer basati su ActiveX.
    Se fosse stato imposto di usare queste soluzioni perché molto diffuse ad ogni piattaforma, non saremmo arrivati alla situazione odierna in cui molti siti seguono gli standard W3C e perfino Microsoft con le ultime versioni di Explorer si impegna a fare in modo che Trident superi gli Acid test.

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