Equalizzare un ambiente con GarageBand

di Carlo Ballantini 7

Sarà capitato a tutti voi, musicisti creativi, di realizzare un provino con il proprio Mac. Dopo averlo registrato ed esportato lo avete portato da un vostro amico e avete avuto la sensazione che suonasse in modo molto diverso. Se il missaggio è stato fatto in un ambiente non ottimizzato per la produzione di musica la cosa è del tutto normale perché, oltre all’impianto audio, anche ogni stanza ha caratteristiche sonore uniche e proprie.

Conoscere (ed eventualmente correggere) la risposta acustica di un ambiente è di fondamentale importanza per chiunque voglia produrre musica in studio, per amplificare concerti dal vivo, ma anche per gli audiofili a cui la musica piace ascoltarla bene. E’ evidente che se alcune frequenze vengono attenuate ed altre enfatizzate dalla nostra stanza l’ascolto di un brano risulterà alterato ed il nostro orecchio non sarà in condizione di valutare eventuali interventi di correzione. Andiamo quindi a verificare se la nostra sala di regia ha una risposta acustica corretta e, eventualmente, come possiamo correggerla.

Prima di cominciare

Prima di continuare sono necessarie un paio di premesse: la prima è che una regia con una risposta perfettamente piatta in tutte le frequenze non esiste e quindi il nostro obiettivo sarà quello di “limitare i danni” più che di ricercare la perfezione. Se poi i nostri interventi non riuscissero a migliorare molto le cose sarà comunque utile conoscere i problemi del nostro ambiente in modo da evitare, nei nostri missaggi, interventi di equalizzazione esagerati.

La seconda premessa è che ci sono professionisti (e materiali) specializzati nell’ottimizzazione degli ambienti acustici e, soprattutto se i nostri intenti sono professionali, i soldi investiti in questo ambito saranno certamente quelli spesi nel modo più utile; non ha molto senso infatti investire migliaia di euro in dei buoni reference monitor o ricercare la giusta equalizzazione di uno strumento con interventi di pochi decibel quando l’ambiente ha differenze di risposta in frequenza nell’ordine di 10 o 15 dB.

Nella speranza di avervi convinto andiamo a vedere come operare. Alla fine di questo articolo trovate un progetto GarageBand con un segnale di test che consiste in un’onda sinusoidale che parte da 40 ed arriva a 440 Hz. La maggioranza degli ambienti concentra in questo range di frequenze i propri problemi di risposta e quindi credo sia superfluo andare oltre.

Photo Courtesy of Haverford’s Among Friends

Il test

Molto spesso per questo tipo di test si utilizza il rumore rosa, ma ciò richiederebbe l’utilizzo di un microfono di riferimento e di un analizzatore di spettro. Con questo metodo invece possiamo avere una panoramica della risposta acustica di un ambiente con il solo utilizzo di GarageBand, di un microfono (anche abbastanza economico) e, ovviamente, del nostro fidato orecchio. Il file è stato creato in modo che le oscillazioni al secondo (Hertz) corrispondano al numero di battuta così che, senza bisogno di altri strumenti, si possa immediatamente sapere la frequenza emessa.

Un primo test può essere semplicemente quello di riprodurre il segnale dall’inizio alla fine utilizzando il nostro orecchio come strumento di misura. Concentrandosi sull’ascolto è molto probabile che alcune frequenze risultino con un volume più alto ed altre più basso mentre, in realtà, il segnale emesso è costante. I motivi per cui questo accade possono essere moltissimi: certamente i diffusori dell’impianto hanno la loro buona parte, ma forse molto di più è importante la loro posizione e il punto di ascolto.

Appurato che un sistema di amplificazione di riferimento non deve essere bello da ascoltare, ma più piatto possibile, sappiate che il motivo di risonanze e/o attenuazioni è molto spesso la riflessione sonora sugli oggetti (in primo luogo le mura della stanza) e quindi a volte un semplice allontanamento delle casse (o del punto di ascolto) dalle pareti può migliorare sensibilmente la situazione. Infatti una risonanza non è altro che la somma della forma d’onda emessa dalle casse con quella che ritorna all’ascoltatore dopo aver rimbalzato “in giro” per la stanza.

Se poi al suo ritorno la forma d’onda ha la fase invertita tenderà ad annullare quella originale dando luogo ad un’attenuazione. Gli angoli sono uno dei punti in cui le onde sonore rimbalzano di più e quindi a volte può bastare posizionare oggetti assorbenti nei punti giusti (se non un pannello, almeno un attaccapanni) per attenuare le riflessioni.

Come NON utilizzare un iMac per calcolare la risposta della vostra stanza! Courtesy of Carlart Recording

Migliorare l’analisi

Per eseguire un test più accurato si può registrare con un microfono il segnale propagato nella stanza: l’ampiezza della forma d’onda registrata ci permetterà di misurare in maniera più precisa quanto è la reale differenza di risposta. Per le frequenze medio-basse di questo test non è necessario un costoso microfono di riferimento e addirittura può darci un’indicazione generale anche il microfono integrato del Mac. Abbiate però l’accortezza di posizionarlo all’altezza dell’orecchio nel punto di ascolto -già vi immagino al centro della stanza con un iMac sospeso a mezz’aria!– altrimenti la misurazione non sarà veritiera perché, come abbiamo detto, influirà sui risultati anche la posizione di ascolto.

Potrete così effettuare più registrazioni con posizioni delle casse, punti di ascolto ed eventuali pannelli o oggetti assorbenti in posizioni differenti e, analizzando le forme d’onda registrate, scegliere la configurazione migliore che abbia il minor dislivello possibile tra le frequenze attenuate e quelle amplificate. Ovviamente con programmi più professionali (come Logic) è possibile misurare tale dislivello in dB e quindi apprezzare meglio anche il minimo cambiamento.

Non è necessario ripetere il test dall’inizio alla fine, ma potete concentrarvi sui punti più alti e più bassi della forma d’onda cercando una possibile soluzione. Ricordatevi però di ripetere il test in modo completo prima di rendere le modifiche definitive perché è possibile che l’attenuazione di una risonanza produca peggioramenti in altri punti dello spettro.

Se poi i miglioramenti fossero poco significativi sarà stato comunque molto utile conoscere la risposta in frequenza del nostro ambiente di missaggio: in futuro sarete più cauti nel tagliare frequenze che sono rese fastidiose dalla sonorità della stanza e, viceversa, nell’enfatizzare frequenze poco percepite che in realtà, come avete potuto verificare, vengono attenuate dell’ambiente.

DOWNLOAD: Progetto GarageBand

Carlo Ballantini è uno stimato musicista con esperienze professionali nazionali ed internazionali. Oltre ai progetti personali con la Ballantine Band vanta collaborazioni con vari artisti tra le quali spicca quella decennale con Enzo “Pupo” Ghinazzi in qualità di chitarrista, corista, autore e arrangiatore.

Commenti (7)

  1. Salve a tutti!!
    Volendo utilizzare l’analizzatore di spettro non solo per l’ambiente ma anche per il mix di una song è necessario impiegarlo per ogni singolo strumento o soltanto nel canale master?
    Grazie in anticipo
    Saluti

  2. Altra domanda:
    E’ possibile trovare una tabella dove sono riportati i principali strumenti musicali con le loro relative frequenze? In questo modo si possono eliminare già in partenza le frequenze inutili…
    Grazie ancora e spero che qualcuno mi dia una dritta a riguardo ;)

  3. @ Paolo:
    Se fai una ricerca con i termini “instruments freq map” troverai molti documenti nel web che riportano la distribuzione nello spettro dei vari strumenti.
    L’analizzatore di spettro è uno strumento di analisi e non è “necessario” metterlo da nessuna parte. Può aiutare ad individuare frequenze in eccesso o mancanti ed ovviamente se lo metti su un singolo canale analizzerai quello, mentre mettendolo sul master analizzerai il mix totale… forse non ho capito bene la domanda.

    In linea generale ti consiglio comunque di esercitare il tuo orecchio perché alla fine è lo strumento migliore che puoi usare e può essere migliorato con “l’allenamento”.
    http://www.theapplelounge.com/musica/ear-training-alleniamo-orecchio-mac/

  4. Ok grazie!!
    La mia curiosità sta nel sapere se prima di analizzare il canale master, quindi in fase di mix e in seguito di mastering, è buona norma analizzare prima ogni singolo strumento in modo da bilanciare prima di tutto ogni singola traccia e dopo analizzare il master quindi tutte le tracce insieme

  5. @ Paolo:
    Ovviamente un problema di equalizzazione del master nasce sempre da uno o più problemi nelle singole tracce. Basta spuntare la casella Analyzer nell’equalizzatore per vedere lo spettro di ogni singolo strumento ed agire di conseguenza.
    Ma il consiglio finale è sempre quello di usare più le orecchie che non i grafici…

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