Apple costringe Amazon e Google a modificare le loro app di e-reading

di Redazione 1

Qualcuno di voi avrà notato che durante quest’ultimo fine settimana ci sono stati degli aggiornamenti per le principali app di lettura di eBooks in App Store, novità che non hanno certo reso felici gli utenti, in quanto questi aggiornamenti non aggiungono nulla ma anzi rimuovono qualcosa: i link ai relativi store online.

Le regole dell’App Store sono chiare: il 30% va ad Apple, sempre, in ogni caso. Una tassa comprensibile, per un servizio che attualmente non ha rivali, ma per qualcuno è comunque troppo cara.

Secondo le suddette regole, la tassa si applica non solo alla vendita dell’app, ma a qualsiasi movimento economico che si possa effettuare tramite essa. Proprio per questo motivo esiste l’in-app purchasing, il meccanismo che permette ad Apple di gestire gli acquisti di contenuti extra per le app (esempio: nuovi livelli di un gioco, rimozione delle pubblicità, o nuovi libri nel caso di e-reading apps), versando il dovuto 30% nelle tasche della società di Cupertino. Nel caso non si fosse capito, questa regola non è facoltativa.

Ci sono, o meglio, c’erano alcuni trasgressori illustri in App Store, che osavano vendere libri digitali online linkando il proprio store direttamente nell’app. Intendiamoci, non vendevano tramite l’app, semplicemente linkavano lo store con un pulsante che non faceva altro che aprire Safari e la relativa pagina web. Non è bastato. Apple è entrata in modalità tolleranza zero e ha imposto un aggiornamento delle app in questione con rimozione del suddetto link.

Le principali “vittime” di tale provvedimento sono Google, con il suo Google Books, il Kindle Store di Amazon, ma anche il Wall Street Journal e i meno noti Nook e la canadese Kobo. Pare insomma che attualmente l’unico sistema pratico e immediato per comprare e leggere libri da iOS sia ovviamente iBooks, mentre per tutti gli altri bisognerà aprire manualmente la pagina del relativo store online ed acquistare per poi leggere dall’app. Possiamo vederla come un modo fastidioso da parte di Apple per mettere i bastoni tra le ruote alla concorrenza, o come un desiderio di far rispettare le regole in toto. Punti di vista.

[via | CNN | cnet]

 

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