Samsung, la mega-corporation che “non è” Android

di Redazione 8

Il processo fra Apple e Samsung, in corso in questi giorni in California, sta avendo un comprensibile effetto polarizzante sulle fazioni di “aficionados” che popolano la rete. Con frequenza sempre maggiore, però, è facile riscontrare un fraintendimento di fondo da parte dei sostenitori di Android, che ritengono erroneamente che questa causa sia assimilabile ad uno scontro fra Apple e il SO mobile di Google.
Intanto le “prove” contro la corporation Coreana si moltiplicano e l’idea che Samsung possa davvero aver copiato Apple diventa sufficientemente “mainstream” da giustificare uno sketch nello show di Conan O’Brien.

Perché Apple ha denunciato Samsung

Una delle questioni più dibattute in questi giorni nelle online community, e non solo quelle esplicitamente “tecnofile”, è il “movente” di questa causa che sta contrapponendo Apple e Samsung.

Nick Bilton, sul New York Times, sostiene che Apple si stia facendo più male che bene, vista la necessaria rinuncia a quella segretezza che fino ad oggi ci aveva impedito di conoscere i primi prototipi dell’iPhone, le strategie di marketing dell’azienda e molto altro ancora.

Tuttavia, come fa notare Jim Dalrymple, Apple ha probabilmente messo sul piatto della bilancia le due eventualità: rivelare pubblicamente elementi strategici interni già appartenenti al passato o lasciare che Samsung continui ad appropriarsi anche di qualsivoglia innovazione futura che Apple possa apprestarsi a mettere in campo. Pare chiaro che Apple ha scelto la prima possibilità, al fine da evitare che quello che è già successo con l’iPhone e gli smartphone e i tablet della serie Galaxy possa ripetersi ancora.

Samsung, la copia come design strategy

I documenti processuali e le prove addotte dai legali Apple non stanno lasciando molte vie di fuga agli avvocati e ai testimoni Samsung. L’ultimo documento compromettente l’ha pubblicato nella sua interezza All Things Digital. Sono 132 pagine di rapporto interno dell’azienda (qui le trovate tutte in formato slide) in cui l’iPhone è letteralmente vivisezionato in ogni sua parte per carpirne in maniera cosciente meccanismi e segreti al fine di replicarli.
Una sbirciata parziale a questo documento già l’avevamo data qualche giorno fa. Samsung ovviamente ha ribattutto alle accuse, sostenendo che questa è solo una normalissima analisi dei prodotti della concorrenza.

Quel rapporto si collega direttamente ad un altra “prova”, ovvero un memo redatto dal capo della divisione mobile communication JK Shin, il quale sosteneva che Samsung stava rischiando grosso nel sottovalutare l’impatto dell’iPhone e che aveva concentrato l’attenzione sugli elementi sbagliati:

“Figure influenti esterne alla compagnia hanno provato l’iPhone e fanno notare che ‘Samsung sta sonnecchiando’. Per tutto questo tempo abbiamo concentrato la nostra attenzione su Nokia e i nostri sforzi su cose come le Cartelle, le Barre e lo Slide.”

La conclusione di Shin, nel memo, è che Samsung stava vivendo una crisi di design, risolvibile solo cambiando paradigma e spostando tutto verso un più stretto “placcaggio” dell’approccio iPhone.

Queste prove ovviamente non sono sufficienti per vincere il processo. La giuria e il giudice si devono convincere di un fatto fondamentale: devono ritenere che Samsung, con queste pratiche, abbia di fatto violato poi il trade dress dell’iPhone e i brevetti ad esso relativi. In ogni caso un confronto fra alcuni prodotti Samsung precedenti all’iPhone e quelli di altri concorrenti (via SAI) ci fa chiedere come mai nessuno prima di Apple abbia deciso di adire seriamente a vie legali contro la grande conglomerata coreana.

Samsung superpotenza coreana

Tutto questo ci riporta all’aspetto da cui l’analisi è partita, ovvero la crescente confusione che si fa fra questo scontro Apple VS Samsung ed una più ampia lotta (ricompresa, più o meno, nei limiti della concorrenza) fra Apple e Android.

Samsung non è Android, come molti non sembrano aver capito, e per Samsung Android è stato solo la strada più rapida per rivedere il proprio approccio software in maniera tale da adattare la propria strategia alla strada segnata dall’avvento dell’iPhone.

Samsung è, piuttosto, una gigantesca conglomerata tecnologica sud-coreana, a tutt’oggi gestita in maniera fortemente familistica come tutte le “chaebol”, un termine che in Corea del Sud indica le grandi corporation potenti commercialmente, ma soprattutto politicamente.

Un potere che la corporation esercita attraverso uno stretto controllo sui mediadel proprio paese e che gode di un appoggio pressoché incondizionato dalla gran parte della società coreana, che riconosce in Samsung una grande realtà di successo nazionale che non è bene mettere in dubbio.

Lo racconta molto bene il giornalista inglese Mic Wright in un articolo pubblicato da Kernel Mag. Wright spiega che Samsung ha esercitato il proprio potere anche con mezzi non propriamente legali, e di sicuro poco etici.

Nel 2008, ad esempio, l’attuale Chairman di Samsung, Lee Kun Hee, si dimise sulla scia di un inchiesta secondo la quale l’azienda, sotto la sua direzione, avrebbe mantenuto un fondo speciale per il pagamento di mazzette a giudici e politici.

“Giudicato colpevole di reati finanziari ed evasione fiscale il 16 luglio 2008 […] Lee Kun-Hee era in guai seri. Ma nonostante gli inquirenti chiedessero una pena di 7 anni e una sanzione di 347 milioni di dollari, l’imputato se la cavo con 109 milioni di multa e 3 anni con la sospensione della pena.

Il Governo Sud Coreano ha graziato Lee Kun-Hee nel 2009 per permettergli di aiutare nel tentativo, andato a buon fine, di ospitare i giochi olimpici invernali del 2018. Ora è un membro del Comitato Olimpico Internazionale ed è tornato alla guida di Samsung nel marzo del 2010”.

L’intera famiglia di Lee Kun-Hee ha legami con varie divisioni di Samsung, con figli, fratelli e nipoti sparsi fra controllate della conglomerata e altre posizioni politicamente e mediaticamente rilevanti.

Il succo è dunque semplice: quella in corso fra Apple e Samsung è una lotta fra giganti e non il solito, stereotipato, scontro fra Golia e Davide. Quelle di cui parla Wright sono questioni che nulla hanno a che fare con il processo in sé, ma sono significative per capire che spalleggiare Samsung in quanto “parte debole” cui Apple cerca di imporre con prepotenza la legge anti-concorrenziale del più forte, non ha alcun senso.

Percezione pubblica

Se in ogni caso fino ad ora la questione è pur sempre rimasta nella nicchia del Web tecnologico, la rilevanza mediatica del processo Apple Vs Samsung sta causando una crescente “consapevolezza” nel pubblico generalista grazie ai report dei media main-stream.

La consacrazione definitiva ad argomento “di cui tutti possono parlare” l’ha fornita nei giorni scorsi Conan O’Brien, che nel suo show ha dato spazio ad uno sketch su Samsung, con tanto di slogan “Think Slightly Different”, che di sicuro non sarà piaciuto ai PR dell’azienda coreana.

Comunque finisca questo processo monstre, è chiaro che nulla, nella percezione di queste due grandi realtà e nel panorama del mercato Mobile, sarà più come prima.

Commenti (8)

  1. Ottimo articolo.

    Il lettore medio troppo spesso accosta questo processo in un Apple vs Android, cosa assolutamente non vera.

    Complimenti e buone vacanze se le farai!

  2. il buon senso che manca a troppi scoperchiato da un articolo breve, semplice e preciso.

    samsung non e’ android, i fan di android cominciassero ad usare la testa quando difendono a spada tratta samsung contro apple…

  3. Premesso:
    IO amo la Apple da anni … non iPhone .. che secondo me non e’ il max … cosa contraria iPad dove NON ci sono concorrenti (Samsung e’ solo un copycat).

    Samsung NON e’ android e credo che acquisizione di Motorola da parte di Google sia una mossa in tal senso … certo Samsung ad oggi e’ la espressione di punta di Android sul mercato.

    Samsung non e’ mai riuscita ad esprimere un suo design … (tra le atre cose mi sono piaciute le foto del Razor vs samsung) … dove in passato copiando Motorola ed aggiungendoci un sofware migliore faceva strada … ora con un Iphone in cui i design ed il software sono da protagonisti emerge la COPIA.

    Credo comunque che ad Apple non convenga la lotta legale … quando scendi al livello di un competitor piu’ basso ti sporchi anche tu … ripeto io non sono un fan dell’iPHone … ma la qualita’ e’ percepibile al tatto … il software e’ una cosa di preferenza come MAC e Window con ples e minus

    Aggiungo poi per copiare devi vivisezionare un prodotto sul mercato … quindi sei gia’ in ritardo … spero che Apple non abbia finito la fase propositiva e si riduca ad inseguire con dei legali

    1. Guarda, Apple come tutti quelli che hanno un prodotto vincente sul mercato DEVONO difenderlo con unghie e denti. Cosa credi che sviluppare qualcosa non costi nulla? Sia esso un telefono oppure un progetto architettonico, lo sviluppo di un’idea richiede tempo e oggigiorno il tempo costa caro.
      Quando poi la copia diventa palese e il concorrente si avvantaggia di un ritrovato che hai sviluppato o contribuito a sviluppare anche tu, è giusto che paghi e se si rifiuta è bene che vada incontro ad azioni legali. Bisogna che si cominci a capire che un “progetto” è frutto di un lavoro e come tale deve essere rispettato e adeguatamente remunerato.
      Apple sicuramente non ha finito di innovare ma non per questo deve farsi mettere i piedi in testa, anzi…

  4. incredibbile! volevo comprare un iphone invece mi sono sbagliato e ho comprato un galaxy s!!!!! la stessa cosa è successa a un mio amico con il galaxy tab invece dell’ipad. Samsung deve pagare per questo!!! Condanniamola!

    1. ….ironia di bassa lega che nulla ha a che fare con questo interessante articolo. Il tuo tentativo di innescare flame denota anche una scarsa propensione a commentare in modo intelligente.

    2. @k3k: ben detto!

  5. Beh, a prescindere da tutto, il video mi è piaciuto un sacco! :D

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