IHS, che ha già fatto a pezzi iPhone 5s e iPhone 5c, ha ora messo sotto la lente d’ingrandimento iPad Air. L’ultimo tablet di Apple, secondo la compagnia, ha una tecnologia sensibilmente migliore rispetto a quella utilizzata su iPad di terza generazione, anche se il prezzo di produzione è di molto inferiore.
In un territorio, quello dell’estremo oriente, sul quale gravano già le terribili condizioni di lavoro alle quali sono sottoposti gli operai, la situazione sembra volgere ad uno scenario ancora più difficile da sostenere: la disoccupazione. Foxconn, principale partner di Apple e di altre aziende del calibro di Sony e Nokia per la produzione dei dispositivi, ha dichiarato ufficialmente che sostituirà una parte dei suoi operai con un milione di robot nei prossimi tre anni.
Lo ha dichiarato Terry Gou, fondatore e presidente dell’azienda asiatica, durante una festa per i lavoratori tenutasi lo scorso venerdì. Gou sostiene, infatti, di dover in qualche modo rimediare ai crescenti costi della manodopera e alla scarsa efficienza produttiva che si riesce a raggiungere con gli uomini, dedicati allo svolgimento di operazioni noiose e ripetitive.
Da un’interessante indagine condotta dal New York Times emerge che i produttori di hardwareasiatici, tra cui Foxconn (uno dei maggiori partner di Apple), stanno lottando contro l’aumento dei costi di produzione in Cina, in modo da mantenere la competitività e un certo margine di profitto nel mercato attuale.
L’analisi condotta dal New York Times prende come esempio il nuovo arrivato iPhone4, il quale dovrà affrontare i crescenti costi di produzione delle aziende asiatiche, soprattutto cinesi. Come viene sottolineato nell’articolo, le cause di questo fenomeno sono da attribuire a diversi fattori, tra cui “l’aumento del costo della manodopera causato dalla carenza di operai e dal disagio, l’emergente moneta cinese che rende le esportazioni più costose, l’inflazione e i crescenti costi di housing”, che potrebbero determinare un aumento significativo dei prezzi di produzione per tutte le aziende che vendono prodotti elettronici come Apple.
Secondo quanto riporta il quotidiano di San Paolo,Folha de S.Paulo, Apple sta valutando la possibilità di iniziare la produzione di iPhone e MacBook in America Latina, Brasile per la precisione.
Il motivo di tale investimento sarebbe da attribuire all’opportunità di sfruttare gli incentiviofferti dal governo paulista. In Brasile, infatti, le aziende straniere possono usufruire di forti tagli alle tasse sulle importazioni in cambio dell’avvio di nuove attività sul territorio. Se da un lato questa mossa farebbe risparmiare all’azienda di Cupertino un sacco di denaro per la produzione di smartphone e notebook, i consumatori brasiliani beneficerebbero di un ragionevole taglio dei prezzi per l’acquisto dei prodotti della Mela.
Un recente “teardown” e una stima dei costi della componentistica e della manifattura condotti da iSuppli hanno rivelato che il costo di produzione del nuovo iPhone 3GS da 16GB si aggira intorno ai 178$, circa 4$ in più rispetto al precedente modello da 8GB. Si tratta di cifre comunque nettamente inferiori al prezzo “secco” del primo modello di iPhone, il cui costo di produzione era di circa 220$ al pezzo.
La differenza e il leggero aumento di prezzo fra 3G e 3GS sono dovuti, secondo BusinessWeek, alle fluttuazioni dei prezzi delle memorie NAND. Con il calo delle ordinazioni dovuto alla crisi, i grandi produttori hanno tagliato sulla produzione, influendo in questo modo sul costo del prodotto.
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