Dopo la batosta Psystar punta sull’Open Source

di Redazione 2

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La scorsa settimana il giudice William Alsup del tribunale della California del Nord ha deciso di accogliere la richiesta di summary judgement avanzata da Apple circa un mese fa, deliberando che Psystar con la propria attività ha violato le leggi sul copyright. Sebbene rimangano altri punti da decidere in tribunale (sempre che Psystar non abbia intenzione di patteggiare), uno dei nodi fondamentali è già stato sciolto ed Apple ha avuto la meglio. Maggiori informazioni sugli ultimi sviluppi del caso Psystar VS Apple li trovate in questo articolo: Apple vince, Psystar ha violato il copyright di Mac OS X.

Ad appena tre giorni dalla pubblicazione della prima pesante sentenza, Psystar tenta di rilanciare la propria figura di paladina dell’Open Source, rispolverando il progetto di una repository destinata a tutti gli sviluppatori che hanno a cuore la possibilità di utilizzare Mac OS X su tutte le macchine con architettura x86. Il risultato, manco a dirlo, sfocia ampiamente nel ridicolo.

Per lanciare iniziative come quella di Psystar è necessario perlomeno godere di un minimo di credibilità, altrimenti il risultato, come in questo caso, è di ritrovarsi a fare la figura dei fessi. La repository Open Source cui Psystar tenta ora di legare la propria immagine è popolata da pochissime risorse e progetti attivi, tutti curiosamente firmati da tale Darius Luceanu.

Ma non è finita qui. Uno dei progetti presenti nella repository è quello di Darwin Universal Boot Loader, la tecnologia utilizzata da Psystar per installare Mac OS X Snow Leopard su comuni PC. Ecco quanto si legge nella sgrammaticata descrizione del progetto:

Originally based boot-132 from Apple. This software builds on prior open source and incorporates advanced graphics capabilities along with a few new features. In it current form it allows initialization of 10.6 (Snow Leopard) XNU kernels.

Originariamente basato su boot-123 da Apple (?!). Questo software è costruito su un precedente progetto Open Source e incorpora capacità grafiche avanzate ed alcune nuove caratteristiche. Nella sua forma corrente consente l’inizializzazione dei Kernel XNU di 10.6 (Snow Leopard).

Che strano. I fratelli Pedraza, fondatori di Psystar, hanno sempre giurato di aver sviluppato tutto in casa propria. Robert, il più “tecnologico” fra i due, è arrivato addirittura a sostenere, in un articolo pubblicato 3 giorni prima della sentenza sfavorevole sul Miami New Times, che è necessario scordarsi di tutto ciò che si legge online per riuscire nell’intento di installare Mac OS X su hardware Intel non marchiato Apple.

Sebbene questo plagio fosse già noto da tempo, l’hackintosher russo Netkas ha scoperto che non è il solo perpetrato da Psystar a danno della comunità hackintosh. Analizzando da “molto vicino” Rebel EFI, un software proprietario per l’installazione di Mac OS X su PC lanciato da Psystar e scaricabile alla modica somma di 49$, l’hacker aveva notato una forte somiglianza con il codice alla base proprio di Boot-123. Il software di Psystar violava dunque la licenza pubblica sotto cui tale codice era stato rilasciato. La comunità hackintosh, ad occhio, ben difficilmente si farà invogliare dalla nuova iniziativa pretestuosamente Open del produttore di cloni con sede in Florida.

Commenti (2)

  1. Gentaglia…

  2. se stanno adarrampicà su gli specchi….

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