Apple ci sta riuscendo ancora una volta, ammettiamolo: prima del 4 ottobre non ci interessavamo più di tanto del riconoscimento vocale. Si, certo, se ne parlava. C’erano prodotti interessanti e Nuance era già un nome noto del settore, i suoi software un successo in tutto il mondo. Ma è con Siri e l’iPhone 4S che abbiamo cominciato a guardare in maniera diversa alle tecnologie di riconoscimento vocale. E’ l’innovazione, aiutata dalla rassicurante ed efficace macchina del marketing di Cupertino.
Sta di fatto che ormai siamo sommersi da notizie e spunti interessanti su Siri e sui fondatori della startup acquisita da Apple, nonché su altri particolari dell’assistente virtuale di iPhone 4S, come il fatto che la voce britannica maschile sia di un attore che l’ha prestata alla macchina… cinque anni fa.
Dag Kittlaus, il milionario
Il norvegese Dag Kittlaus vive con moglie e tre figli in una bella villa alla periferia di Chicago. Sta scrivendo il suo primo romanzo e nel frattempo si dedica a qualche progetto sparso. Tutte cose che ti puoi permettere di fare quando sei milionario e non ti devi più preoccupare di lavorare per mantenere la famiglia. Kittlaus è il fondatore di Siri (assieme a Tom Gruber, Adam Cheyer e Norman Winarsky), la spin-off di Stanford che ha sviluppato la tecnologia originale su cui l’assistente virtuale di iPhone 4 si basa e che è stata acquisita da Apple per una cifra che si aggira attorno ai 200 milioni di dollari.
La rivista norvegese E24! ha pubblicato un profilo dell’imprenditore in cui vengono svelati alcuni particolari interessanti della storia di Siri. Fu Steve Jobs in persona, ad esempio, a chiamare Kittlaus per proporgli l’acquisizione. Kittlaus accettò, incassò e si trasferì a Cupertino per lavorare al progetto, per poi licenziarsi per seguire le sue passioni un anno e mezzo più tardi, a pochi giorni dal lancio di iPhone 4S.
A quanto pare il nome Siri viene dal norvegese e significa “consigliere bello e vittorioso”, ma c’è chi dice che quel nome fu scelto perché lo porta Siri Kalvig, una famosa “meteorologa” norvegese con cui Kittlaus ha lavorato in passato. In quel caso, come dargli torto.
Jon Briggs, the voice
Come molti “voice actor” anche Jon Briggs sapeva che la sua voce sarebbe potuta finire un po’ ovunque quando cinque anni fa l’ha “venduta” alla Scansoft, un’agenzia specializzata nel campionamento audio per l’uso nei software text-to-speech. Ciò non toglie che Briggs sia rimasto piuttosto sorpreso quando ha scoperto che Daniel, la versione british della voce di Siri, altro non è che un surrogato della sua voce. La Scansoft, cui Briggs aveva prestato l’ugola anni addietro, finì per fondersi con Nuance, vale a dire l’azienda che ha fornito ad Apple la tecnologia di sintesi vocale alla base di Siri.
Gli accordi fra Apple e Nuance, però, non sono chiari. Il nome Nuance non compare da nessuna parte in relazione a Siri. Forse è per questo che Cupertino ha contattato Jon Briggs poco dopo l’annuncio di Siri, raccomandando discrezione. Un portavoce Apple ha fatto sapere all’attore ed ex giornalista tecnologico che i dipendenti Apple non sono autorizzati a parlare pubblicamente dei prodotti su cui lavorano. Peccato che Briggs con Apple non abbia mai avuto alcun contratto e che quindi nulla potesse impedire, ad esempio, un’esaustiva intervista del Telegraph. Briggs è piuttosto noto in patria: la sua è la voce ufficiale del programma televisivo “L’anello debole” e viene utilizzata, fra le altre cose, anche per gli annunci alla stazione di King’s Cross, a Londra.
mex 11/11/2011 il 12:34
Copiato pari pari da M a c i t y
Andrea 11/11/2011 il 16:37
Qui in Italia le voci su Siri spariranno nel giro di qualche mese perché
A) prima che uscirà qui sarà uscito l’iPhone 5 (mia opinione)
B) come motori di ricerca Siri non usa Google ma Wolfrang Alpha e Yelp, il primo non esiste in italiano e il secondo in Italia è praticamente inutile perché il database è quasi solo esclusivamente statunitense.
Quindi anche se dovessero riscrivere per l’Italia queste applicazioni ci vorranno mesi e mesi e mesi :)