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Ping, il social network disconnesso

Giovedì scorso, dopo aver scaricato iTunes 10, ho attivato il mio account Ping. Ho aggiunto qualche amico, seguito un paio di artisti fra cui non c’è Lady Gaga e poi me ne sono completamente dimenticato. Questo è stato l’effetto che ha ottenuto su di me fino ad oggi lo sforzo social di Apple. Nel corso delle prime 48h di funzionamento Ping ha raccolto la bellezza di un milione di utenti. Ma quanti hanno trovato nella nuova “sub-applicazione” di iTunes quel che si aspettavano?

La sensazione è quella di essere finiti in un social network simile a Facebook e Twitter ma differente per la carenza di funzioni più avanzate che siamo ormai abituati a dare per scontate.

La prima domanda che mi viene in mente è se può superare la massa critica di accettazione, e conseguentemente continuare ad esistere, un social network che non vive nel browser ma all’interno di un programma “desktop”.

L’identificazione internet=browser è ancora fortissima e preponderante. Per quanto il concetto di app abbia rivoluzionato l’idea stessa del collegamento alla rete su dispositivi mobili, su un computer con un’interfaccia tradizionale inserire un ecosistema social all’interno di una specifica applicazione è una scelta ardita. La sensazione è quella di accedere ad un club chiuso dove l’interazione con l’esterno è ridotta al minimo, in contrapposizione con soluzioni che danno l’impressione di essere più aperte proprio perché accessibili con un programma di navigazione, alla stregua di qualsiasi altro sito.

E’ una considerazione che non ha nulla di tecnico ovviamente, ma attiene più al modo in cui siamo abituati a considerare l’interfaccia che utilizziamo sui computer tradizionali.

Questo aspetto rimarrebbe in secondo piano se soltanto Ping permettesse di fare almeno una di queste due cose:

  • Interagire con la libreria dell’utente e permettere di integrare l’aspetto social nel quotidiano, che non è tanto l’acquisto o il browsing di iTunes Store quanto l’organizzazione della musica, l’ascolto, la creazione di playlist e la sincronizzazione sui dispositivi. Potete avere musica fantastica sul vostro hard disk, anni e anni di CD riversati su iTunes, ma nessuno dei vostri contatti Ping lo verrà mai a sapere. Non gli sfuggirà invece il fatto che ieri avete comprato “Alejandro” (e l’onta rimarrà su di voi a vita).
  • Permettere una maggior interazione da e verso l’esterno, con altri social network.

Privacy

In entrambi i casi non è difficile capire le implicazioni che hanno spinto Apple ad andare nella direzione che è sotto gli occhi di tutti, anche se ciò non toglie che ad ora il risultato è un social network a cui ci si “affeziona” con molta difficoltà.

Quanto all’integrazione con le attività locali su iTunes, c’è da considerare la spinosa questione della privacy. Già la funzione Genius per la musica, utile auto-mixer di playlist introdotto con le precedenti versioni, è stato oggetto di critiche per la presunta profilazione dei gusti musicali degli utenti. Ciò nonostante, a parere del sottoscritto funziona. Ho acquistato musica suggeritami da Genius, ho creato molte playlist con questa funzione scoprendo legami di gusto e suono fra autori della mia libreria che fino ad allora mi erano sfuggiti.

Ma rivelare in un profilo pubblico le proprie informazioni su riproduzione di audio e video o sull’organizzazione delle playlist potrebbe è tutta un altra faccenda con tante piccole e grandi implicazioni, nonostante possa bastare una semplice richiesta di autorizzazione preventiva ben scritta e dettagliata per superare lo scoglio. Forse a Cupertino hanno pensato bene di non impelagarsi in un territorio così complicato, lasciando che su Ping facesse il minimo indispensabile, consapevoli che questo avrebbe creato però un prodotto inferiore rispetto, ad esempio, a Last.fm. Non è da escludere anche la possibilità che Apple non voglia che certe informazioni (utili all’azienda per la profilazione Genius da riutilizzare internamente) potessero essere diffuse pubblicamente e finire raccolte dalla concorrenza. Un problema che Facebook e Twitter, da social network “puri”, non hanno.

Integrazione

E allora perché non garantire una migliore integrazione proprio con i social network esistenti? Che senso ha un social network che non si connette all’esterno e si tiene fuori da quel tessuto social che probabilmente già caratterizza la vita virtuale dei 160 milioni di utenti iTunes?

La risposta alla precedente domanda retorica è ovviamente “non molto”, ma a parziale discolpa della squadra di Eddy Cue, il Vice Presidente Internet Services di Apple, va ricordato che in questo caso si parla di scelte obbligate. L’integrazione con Facebook, ad esempio, sembrava cosa fatta, ma di accordi ufficiali fra Zuckerberg e Jobs sembra che ancora non ce ne siano, tanto che “il social network” ha deciso di chiudere l’accesso alle propri API da parte di Apple.

Di conseguenza trovare gli amici su Ping è noioso e richiede troppo tempo, perché l’unica opzione, in attesa che torni -chissà quando- l’opzione per trovare gli amici Facebook già presenti, è la ricerca manuale. Gli anglosassoni hanno una locuzione che definisce bene questo aspetto della user experience di Ping, ed è “pain in the ass”.

Ci sono poi alcuni piccoli aspetti minori che però tanto marginali non sono. Il fatto che per aggiungere una foto al proprio profilo ci voglia qualche ora a causa di un non meglio specificato processo di approvazione. O la difficoltà di creare una propria pagina per artisti a tutti quegli indipendenti che non hanno la fortuna (o la sfortuna) di far parte della squadra di un’etichetta discografica. Si scade perfino nel farsesco, con la censura delle imprecazioni, in puro stile iTunes. Avete presente gli asterischi sul nome dell’Onorevole Italo Bocchino? Ecco, siamo a quei livelli, con il sistema di Ping che provvede a censurare le parole con la f. degli utenti americani, ma ha qualche difficoltà nell’individuare quelle italiane. Se la cava alla grande invece con la declinazione “siciliana” della nota imprecazione con la “C”.

Fra gli aspetti positivi voglio mettere la possibilità di veder raccolte le proprie recensioni e quelle dei propri contatti, perché ci sono anche recensioni di applicazioni. Non male neppure la possibilità di farsi piacere musica non necessariamente comprata. Ma nel complesso non ci siamo, Ping è immaturo e poco connesso, che per un social network è un problema mica da ridere. Vedremo che cosa riuscirà a fare Apple nei prossimi mesi e se saranno apportate modifiche che contribuiscano a migliorarlo.

Redazione

View Comments

  • Anche io ho avuto un'esperienza negativa con Ping. Il concetto base non è male, ma trovo il tutto troppo commerciale. La funzione di Ping è: vendere musica. Il che, su iTunes, è giusto.. Ma non farà sicuramente questo aspetto il successo del social network.
    Bisognerebbe che Apple, in tal senso, ci rifletta un po' di più

  • si...devo dire io mi ci sono affezionato solamente per la possibilità di poter essere a contatto con gli artisti... se poi sono davvero loro a postare.... ma comunque è una cosa nuova... su twitter si può... ma su ping è più ristretto il cerchio... è solo musicale ed effettivamente è una cosa nuova... è vero comunque che c'è molto da lavorare... lo si vede dal fatto che l'iscrizione degli artisti viene aggiornata periodicamente... significa che ci stanno lavorando sempre... integrarlo con altri social potrebbe forse essere la soluzione... ma diventerebbe una "espansione" di facebook o di twitter...e credo che apple non voglia.... anche se forse funzionerebbe meglio...

  • Onestamente Ping a me non interessa, ma ho la sensazione che dopo notevolissime intuizioni avute dai Geni creativi Apple, per alcune cose adesso si cerchi di tastare il terreno provando a mettere sul mercato alcuni prodotti, ed alcuni software.
    Nel senso: l'idea non è male, ma non siamo sicurissimi che funzioni, nel dubbio proviamo come va nel caso aggiustiamo il tiro.
    Alcuni esempi che mi vengono in mente sono l'Air, il penultimo Shuffle, il penultimo Nano, Ping, e se mi permettete per certi versi anche l'Ipad (ma solo in parte).
    Di base sono gli "azzardi" che fanno un po' tutte le aziende, ma suona strano fatto dalla Apple.
    Mi piacerebbe avere un vostro feedback su questo.
    Ciao.

  • deluso pure io

    1) perchè ci sono ancora pochi artisti

    2) proprio per la questione della (non) integrazione con la propria libreria musicale... pensavo che ping mi desse l'opportunità, tramite la rete di amicizie, di conoscere musica nuova, spulciando tra i titoli delle librerie altrui..

    3) in effetti che cazzo speravo di trovarci, ascolto per lo più musica alternativa, mentre al momento ping è il regno della musica commerciale

  • spero per te camillo che non aggiungano quella prostituta satanista di lady gaga! la cultura musicale sta andando a putt*ne a causa vostra!

  • @ bertuccia:
    no dai qualcosa di alternativo c'è... i soulwax si sono appena iscritti...

  • @ bertuccia:

    3) LOL

    infatti non mi sono proprio acceso: sapevo che sarebbe stata una fregatura....ala fine è come genius, serve solo a vendere.

  • Tutte considerazioni errate ecampate in aria. Ping non ha nulla a che vedere con Facebook o Twitter, semmai ricalca Last.FM e visto il successo di quest'ultimo e le potenzialità di Apple, Ping e' inevitabilmente destinato a diventare molto popolare.

    Ovviamente non piace ai non appssionati di musica.

  • @Mc
    interessanti, non li conoscevo

    @No name
    si ma su last.fm vedo la libreria di un utente, le sue playlist, statistiche sugli ascolti...

    Ping non mi pare offra queste cose...

    un domani che ricalcasse last.fm lo apprezzerei sicuramente!

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