Mobile gaming, successo oltre il genere

di Giovanni Tripodi Commenta

Tutti gli spunti utili per approcciare correttamente il caldissimo tema del mobile gaming

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Una tendenza macroscopica degli ultimi anni, nel mondo del videogioco, è la crescita del gaming mobile. Il videogaming su smartphone per molti è diventato il principale mezzo di accesso al mondo videoludico, tanto che i produttori di telefonia mobile hanno rapidamente intercettato le rinnovate esigenze degli utenti sviluppando dispositivi sempre più orientati alle prestazioni.

I numeri del videogaming su smartphone, d’altra parte, sono oggettivamente impressionanti: cresciuto del 15% dal 2020 al 2021, unico settore del videogioco a non registrare flessioni, la media di ore passate di fronte a un videogioco per smartphone si è assestata poco sotto le cinque giornaliere. Nonostante tutto, non si può dire che tali cifre fossero imprevedibili: al contrario, il videogioco mobile è una realtà ampiamente conosciuta. Non solo in console espressamente progettate, come per esempio la linea Game Boy di Nintendo, ma anche nella telefonia cellulare il videogaming, specie con passatempi semplici e immediati, è protagonista da almeno due decenni. Questi esordi ormai storici, tuttavia, hanno determinato una sorta di preconcetto: quello che i videogiochi per smartphone siano complessivamente da ascrivere al genere dei casual game. Uno stereotipo che, come spesso capita, si rivela superficiale a un semplice sguardo appena più approfondito: non è infatti un azzardo, al giorno d’oggi, considerare gli smartphone come console a tutti gli effetti.

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Non che il preconcetto non abbia dalla sua delle ottime ragioni, sia chiaro: è impossibile negare il contributo dato dai casual game al mobile gaming. Un ruolo che ancora oggi è di primaria importanza: non è certo un caso se nelle prime posizioni dei titoli per smartphone più scaricati facciano bella mostra di sé nomi come Candy Crush o Subway Surfers, con quest’ultimo primo a raggiungere il miliardo di download e che si attesta attualmente sui tre. Si tratta di titoli semplici e intuitivi, veri e propri passatempi pensati per riempire momenti morti dedicando loro brevissime sessioni di gioco: d’altra parte, questa definizione calza perfettamente all’essenza stessa dei primi videogame.

Ma i casual game non esauriscono di certo il panorama dei videogiochi per smartphone: un ottimo esempio viene da Pokémon GO. Lanciato nel 2016, il titolo è in realtà aumentata: sembrerebbe quindi una forzatura includere un videogioco essenzialmente mobile come esempio in grado di prosperare anche su smartphone. Tuttavia, esaminando alcuni elementi di gameplay, si rivela invece un esempio calzante: nello specifico, nelle sfide multiplayer. Il classico sistema di combattimento del franchise è stato totalmente rivoluzionato, abbandonando le immunità e riequilibrando debolezze e resistenze reciproche: si può considerare una piena alternativa alle classiche sfide dei titoli principali, e i numeri, con oltre un miliardo di download, dimostrano come si tratti di un’alternativa pienamente valida.

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Persino il mondo degli eSport non è estraneo al contesto del gaming mobile: prendendo ad esempio il poker, la possibilità di praticarlo anche su smartphone è uno dei punti forti degli operatori online, che forniscono la possibilità di accedere alle varie stanze sia tramite browser che tramite app dedicata. Vengono inoltre implementate alcune funzionalità come chat e posto rapido, slegandole così dal più classico ingresso da pc. Vale la pena notare come non manchino classici simulatori sportivi, dai simulatori di corse ai classici calcistici come FIFA e PES: se in questo caso il supporto preferito per i tornei competitivi rimane comunque la classica console o pc, le loro versioni mobili rappresentano un’occasione per apprendere gli aspetti più gestionali dei singoli titoli.

Sempre a proposito di eSport, ha registrato importanti numeri Call of Duty Mobile: lanciato nel 2019, è anche protagonista in tornei competitivi nonostante la maggior diffusione dei titoli principali. Quello smartphone sembrerebbe infatti un ambiente molto poco affine a un FPS, già a partire da comandi e gameplay: se la visuale intuitivamente si controlla col mouse o con gli stick di un gamepad, difficile pensare di poterlo fare con comandi touchscreen. Dimostrano invece il contrario gli oltre cinquecento milioni di utenti che hanno scaricato il titolo, premiando una scelta solo apparentemente controintuitiva.

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Infine, vale la pena ricordare PUBG Mobile: versione per smartphone di PlayerUnknown’s Battlegrounds, l’app è stata lanciata nel 2018. Mantiene ovviamente l’appartenenza al genere battle royale, abbastanza lontano dai generi normalmente associati a smartphone; eppure, anche in questo caso si tratta di un titolo che, ai più recenti dati, contava oltre un miliardo e 250 milioni di download.

Il panorama del gaming mobile, insomma, è complesso e variegato. Ben oltre i semplici casual game, diversi generi si sono ritagliati una loro nicchia nel mercato degli smartphone: anche in virtù dei semplici numeri totalizzati, difficile considerare questi ultimi come console di second’ordine.

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