Sulla scia dei rumors che danno per imminente il lancio di un nuovo iPhone e l’introduzione di un nuovo modello di iPad, il titolo Apple ieri ha registrato un nuovo record.
AAPL ha raggiunto quota 665,15 ad un attimo dalla fine delle contrattazioni, per poi chiudere alla stessa cifra. Un nuovo massimo storico assoluto, dunque, che ha fatto schizzare la capitalizzazione di mercato dell’azienda fino a 621,96 miliardi di dollari.
E’ la capitalizzazione nominalmente più alta della storia, anche se, aggiustando all’inflazione, il titolo dei “pesi massimi” è ancora di Microsoft.
Mai prima d’oggi nessun titolo aveva mai raggiunto una così alta capitalizzazione nominale. Microsoft, nel 1999, prima dello scoppio della bolla delle dot com, era arrivata a valere 620,58 miliardi, stando ai dati di Standard and Poors.
Poco sotto il valore raggiunto ieri da Apple, dunque, ma solo se non si aggiusta il dato all’inflazione. Microsoft raggiunse i 620,58 miliardi di capitalizzazione il 30 dicembre del 1999. Tenendo conto di quanto valore d’acquisto in più aveva allora un dollaro rispetto ad oggi, quella cifra equivale a circa 850 miliardi di dollari “contemporanei”. Spicciolo più, spicciolo meno.
Il record di Apple, per quanto storico, è dunque tale solo in parte.
Quel che più colpisce, però, è quanto sia cambiato l’assetto del settore tecnologico in questi (quasi) 13 anni. Perché se è vero che ad Apple mancano ancora 230 miliardi, su per giù, per superare il reale valore di Microsoft nel 1999, è pur vero che oggi l’azienda di Redmond vale “soltanto” 257 miliardi di dollari. Che anche in questo caso, se rivisti per tenere di conto l’inflazione, equivarrebbero a circa 189 miliardi del 1999.
La seconda azienda per capitalizzazione di mercato continua ad essere il gigante petrolifero Exxon Mobil, con un market cap di circa 406 miliardi di dollari.
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