Nel tentativo di porre un freno all’ondata di suicidi nella comunità dei dipendenti dello stabilimento di Foxconn a Shenzen, il produttore cinese, fra i maggiori fornitori di Apple e altre grandi aziende dell’elettronica di consumo, ha fatto sapere che aumenterà del 20% il salario minimo dei lavoratori.
Sono già dieci i dipendenti che si sono tolti la vita nel giro di un anno. L’ultimo suicidio è avvenuto lo scorso mercoledì, mentre giovedì un altro lavoratore ha provato a tagliarsi le vene ma è stato salvato dall’intervento dei soccorsi.
Apple ha rilasciato una dichiarazione pubblica a riguardo con cui ha fatto sapere di essere in contatto diretto con l’alta dirigenza dell’azienda e di aver avviato un’indagine autonoma sulla situazione all’interno degli stabilimenti.Altre aziende che hanno stipulato contratti di fornitura con il produttore, come Nokia, Sony Dell e HP hanno rilasciato dichiarazioni analoghe nei giorni scorsi.
La Foxconn in Cina non è vista come un’azienda che obbliga i lavoratori a condizioni disumane o irrispettosa dei diritti fondamentali dei lavoratori (che esistono anche nella Repubblica Popolare). Per di più la paga di base che fornisce (191 dollari al mese, esclusi bonus e straordinari) è già relativamente alta. Ci sono però altri elementi (regole ferree sul posto di lavoro, di per sé ripetitivo e alienante, turni extra-orario che diventano parte del normale ciclo di lavoro, alta densità abitativa in quartieri dormitorio nelle vicinanze delle fabbriche) che contribuiscono a rendere provante da un punto di vista psicologico l’impiego negli stabilimenti.
C’è anche chi sostiene un approccio ben più cinico al problema e dice che la recente ondata di suicidi alla Foxconn, statistiche alla mano, non è affatto preoccupante. Il tasso di suicidi ogni anno in Cina secondo l’OMS è di 28,7 persone ogni 100.000 abitanti, per cui teoricamente, con i sui 300.000 dipendenti, il complesso industriale di Shenzen potrebbe “permettersi” statisticamente molti più suicidi di quanti ne prevede la stima su tutta la popolazione.
Un interpretazione che non tiene conto di tutti i fattori ambientali, delle motivazioni che spingono persone giovani e in buona salute all’estremo gesto, e che soprattutto evita accuratamente di considerare l’aspetto più importante: mentre noi festeggiamo l’arrivo dell’iPad, le persone che l’hanno costruito vivono in condizioni che, per quanto rispettose dei diritti fondamentali dell’uomo, un abitante dell’Occidente non esiterebbe a ritenere alienanti e insostenibili.
Con lo stipendio mensile di un dipendente Foxconn in America potrebbe comprare al massimo un iPod touch. E’ una contraddizione che bisogna sempre tener presente. Ragionare statistiche alla mano e trasformare quelle persone in numeri senza volto è solo un metodo ipocrita per ignorare il problema.
max 29/05/2010 il 13:36
un piccolo passo è meglio di niente ma speriamo che in Cina e tutti gli altri paesi arrivino presto a conquistare uno stile di vite decente ma anche ecosostenibile
TheThane 29/05/2010 il 22:54
Ma da queste notizie dei suicidi non si è ancora capito se Foxconn centra qualcosa o no. Come scritto nell’articolo statisticamente su tutti gli operai che ha sembrerebbe “normale”, quindi non vedo perchè ad ogni sucidio devono uscire questi articoli sulla Foxconn se non è colpevole.
300.000 dipendenti sono una enormità!