Apple trova l’accordo con Sony. Alcuni indizi su iCloud

di Redazione 1

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In un post di ieri vi avevamo parlato dell’accordo con EMI Music per la licenza sullo streaming multimediale e vi avevamo accennato che Apple avrebbe concluso lo stesso accordo anche con Universal e Sony entro la settimana. Come da aspettative, quindi, apprendiamo che sarebbe già stato firmato l’accordo con la divisione musicale di Sony Corporation per offrire il catalogo dell’etichetta discografica in streaming.

Resta da chiudere il cerchio, quindi, con la conclusione delle trattative con Universal, unica tra le grandi a non aver ancora firmato con l’azienda di Cupertino. Ed è proprio per questo che ci aspettiamo che la notizia arrivi a breve: impossibile concedere un tale vantaggio alla concorrenza

La notizia potrebbe essere molto importante in ottica iCloud, l’insieme di servizi cloud based che sembrano ormai prossimi alla presentazione ufficiale da parte di Apple. Come anticipato nelle scorse settimane, dovrebbe trattarsi di un servizio per lo streaming remoto dei propri brani musicali, conservati da qualche parte nella “nuvola” Apple.

Un nuovo brevetto presentato in settimana dallo USPTO, mostra alcuni dettagli tecnici che potrebbero essere alla base del nuovo servizio. Per migliorarne le prestazioni e ottimizzare la quantità di spazio occupato sui dispositivi Apple, l’idea è di sincronizzare in locale, attraverso iTunes, frammenti delle canzoni.

Nel documento, intitolato “Local Storage of a Portion of Streamed Media Items”, emerge che i brani musicali sarebbero memorizzati solo in parte sui dispositivi degli utenti mentre il resto sarebbe sincronizzato sui server Apple (leggi Data Center in North Carolina, ad esempio). Il software presente su iOS, di conseguenza, avrebbe il compito di effettuare il “merging” tra i dati locali e quelli remoti recuperati dai server Apple per “ricostruire” l’intero brano musicale. Una tecnica di questo tipo permetterebbe di non avere delle pause tra la riproduzione di un brano e quello successivo poiché, se i brani sono opportunamente frammentati, iOS ne avrebbe sempre una quantità minima in locale per iniziare la riproduzione.

Considerando gli attuali protocolli disponibili per lo streaming multimediale, la riproduzione potrebbe continuare solo dopo aver effettuato sufficiente caching dei dati remoti, per evitare fastidiose interruzioni durante l’ascolto dovute al buffering.

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Commenti (1)

  1. Mi chiedo se sia una buona idea quella di effettuare lo streaming di porzioni di canzoni. In aree con copertura lenta (GPRS) il servizio mi pare poco di qualità. Forse Apple limiterà questa opzione ai telefoni 4G che produrrà per non compromettere la qualità. Un’altra incognita è rappresentata dagli abbonamenti mobili. Gli operatori, anche negli USA, stanno abbandonando l’offerta di connessioni dati illimitate. Il rischio è di spendere una fortuna in traffico dati. Inoltre AT&T ha già mostrato i limiti della propria infrastruttura anche senza questo enorme volume di dati aggiuntivo. Il servizio inoltre sarebbe limitato ad iPhone e iPad con abbonamento mobile, oppure alla fruizione da casa su wifi. Visto che a casa lo spazio su HD non manca mi chiedo quale reale utilità pratica avrà un servizio come questo. Non va su iPod touch a meno di non essere su wifi, non va sulla metà degli iPad a meno di non essere su private wifi o su wifi di casa. Non saprei. Lo vedrei peró nel contesto di AppleTv o di un home server. Da casa ho accesso alla mia libreria di musica sui server Apple. Ma anche qui gli operatori stanno introducendo il data capping a ritmi vertiginosi.
    Pagare una canzone e poi pagare il datastreaming per ascoltarla mi pare eccessivo. Apple, nello scenario ipotizzato, dovrebbe anche sedersi al tavolo degli operatori e fare in modo che questo servizio non entri nel conteggio dati degli abbonamenti. Ma Apple, le Major e i carrier vogliono tutti la stessa cosa…. SOLDI. quindi penso che la cosa sarà a pagamento, e nemmeno troppo buon mercato…

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