Apple ha concesso in licenza a Microsoft i propri brevetti con un cavillo anti-cloni

di Redazione 1

Una delle decisioni più importanti di Steve Jobs, al suo rientro alla guida di Apple, fu quella di accettare la mano tesa dell’amico-nemico Bill Gates e i soldi offerti da Microsoft per risollevare le sorti di Cupertino.
Una decisione lungimirante che convenne ad entrambi. Da quel periodo in poi il rapporto di odio/amore fra Apple e Microsoft è continuato fra alti e bassi, senza particolari scossoni.
A ulteriore riprova di come i nemici di Cupertino, oggi, siano altri, il capo della divisione brevetti di Apple, Boris Teksler, ha rivelato in tribunale che fra l’azienda e Microsoft vige un accordo di licenza incrociata sugli stessi brevetti di cui la Mela contesta la violazione a Samsung.

Se qualcuno si fosse chiesto come mai da Apple non è arrivata una parola sulla relativa somiglianza dell’hardware del Microsoft Surface con l’iPad, adesso ha la risposta.
Microsoft paga Apple per poter attingere al bacino di Intellectual Property dell’azienda, cui ha reciprocamente licenziato altri brevetti chiave nell’ambito mobile.

L’accordo, ha specificato Teksler, prevede una clausola di non-clonazione, che impedisce alle aziende di creare prodotti, basati su quei brevetti, eccessivamente simili a quelli del concorrente.
Ora, poiché effettivamente il Surface ha un fattore di forma simile all’iPad ed è un “rettangolo arrotondato” con un bordo nero, è abbastanza evidente che per soddisfare quella clausola bastano altri elementi del design che contribuiscono a definire il trade-dress del prodotto.

Quelle differenze, molto probabilmente, si estendono in primis all’interfaccia utente (difficile scambiare le tiles di Windows 8 per le icone dell’iPad) ma anche ad altri elementi dell’esperienza generale del prodotto, come ad esempio la confezione, le immagini ufficiali, la presenza di un logo ben evidente sulla cornice esterna. E chi più ne ha più ne metta. E non che Microsoft non abbia provato a presentare il suo Surface come Apple aveva già fatto con l’iPad, ma evidentemente tutto è stato fatto entro i limiti di questo accordo.

Anche perché, sempre Teksler, ha rivelato che Apple non licenzia, in linea di principio, i brevetti relativi all’interfaccia, per evitare che altri possano legalmente riprodurre una delle caratteristiche che differenzia così efficacemente i prodotti Apple dalla concorrenza. Microsoft, a quanto pare, quei brevetti non li ha infranti con il proprio nuovo tablet.

Il dubbio implicito che i legali di Apple volevano instillare nella giuria è questo: se un arci-nemesi di Apple quale è Microsoft ha accettato un accordo di licenza incrociata per un prodotto che ancora deve, per altro, arrivare sul mercato, per quale motivo Samsung non ha accettato quell’offerta che Apple, con le migliori intenzioni, aveva proposto nel 2010 a “clonaggio avvenuto”?

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