I giornalisti americani e la salute di Steve Jobs

di Redazione 17

Mercoledì scorso Steve Jobs ha annunciato ufficialmente di aver preso una aspettativa di cinque mesi per motivi di salute con una lettera indirizzata ai dipendenti Apple, successivamente resa pubblica dall’azienda. La decisione di rendere nota tale comunicazione è stata operata da Apple nel tentativo di placare l’orda di indiscrezioni e morbosa curiosità suscitate nei media dalla precedente comunicazione di Steve, ovvero la mail risalente alla vigilia del keynote con cui Jobs chiariva, in parte, la ragione della sua assenza al Macworld.
Il tentativo, evidentemente, non è andato a buon fine, e nella giornata di ieri, tutte le maggiori pubblicazioni statunitensi si sono sentite in dovere di “dire la loro” su ciò che sta accadendo e accadrà a Steve Jobs, e ad Apple di conseguenza.
S’interpellano oncologi, si scomodano endocrinologi con provata esperienza nella cura delle patologie del pancreas, fino ad ipotizzare tutto e il contrario di tutto, interpellando fonti segrete che mai come in questo caso si rivelano numerose e immancabilmente ben informate.

Il picco massimo di indecenza lo hanno toccato due volti noti dell’universo informativo che ruota intorno ad Apple. Dan “Fake Steve Jobs” Lyons, giornalista di Newsweek, e Jim Goldman di CNBC sono arrivati a litigare in diretta durante una trasmissione della stessa CNBC (da cui Lyons è stato successivamente bannato). Il motivo del contendere? Non è il merito della questione, ovvero la salute del CEO, come qualcuno potrebbe ottimisticamente ipotizzare. I due scafati professionisti hanno pensato bene di battibeccare su un problema prettamente giornalistico, e, diciamolo pure, inutilmente autoreferenziale. Vi rimando al video qui sotto per saperne di più (il “bello” viene a 3 minuti e 30 secondi dall’inizio).

Dan Lyons, che negli ultimi pezzi scritti per Newsweek sembra sfogare una violenta necessità di rivalsa mediatica nei confronti di Apple e di Jobs in particolare, arriva fino al punto di intimare a Goldman, uno che invece ama far vedere quanto è “ammanicato” con i grandi della Silicon Valley, di chiedere scusa a Gizmodo. Il giornalista di CNBC aveva cassato e archiviato come fuffa un report di Jesus Diaz risalente a dicembre, di cui vi avevamo parlato, in cui si sosteneva in anticipo sulla conferma ufficiale che l’assenza di Jobs al Macworld era legata a problemi di salute.

Il motivo di questo bailamme mediatico attorno alla salute del CEO di Apple è legata ad una credo condiviso da molta parte della stampa statunitense che potremmo riassumere così: Steve Jobs non ha diritto d una completa privacy sul proprio stato di salute perché dalle sue condizioni dipendono i soldi di migliaia di investitori.

Joe Nocera, New York Times, spinge questa convinzione fino al punto di affermare che Steve Jobs non può più essere ritenuto attendibile perché nei mesi scorsi avrebbe mentito coscientemente sul proprio stato di salute. “Il signor Jobs ritiene che [i dettagli sulla sua condizione] siano unicamente dominio suo e della sua famiglia. Si sbaglia”, scrive senza vergogna Nocera. C’è da capirlo, povero Joe. E’ lui quello che si è beccato del “secchio di melma” al telefono da Jobs a seguito di un articolo in cui già a luglio il giornalista speculava sui problemi di salute dell’iCeo.

Bloomberg ha pensato bene che fosse il caso di sostenere che Jobs potrebbe sottoporsi una nuova procedura chirurgica per la rimozione del pancreas. Le fonti? Non ci sono. Si tratta di pura speculazione basata sulle solite affermazioni piene di condizionali rilasciate da medici che non hanno mai conosciuto, nè preso in cura Steve Jobs. Del resto, si sa, i giornalisti di Bloomberg hanno un necrologio pronto nel cassetto che non vedono l’ora di tirare fuori.

In Italia non va molto meglio e i giornalisti pagano lo scotto di occuparsi di Apple solamente per gli eventi comandati (WWDC, Macworld) e in occasione degli special events o delle cattive notizie. Questo paragrafo tratto dall’articolo di Repubblica, che perlomeno stavolta non ha usato una foto da cui ha rimosso il watermark di setteB.IT e TAL, parla da solo:

“Un piano di successione – e la Apple non lo ha nascosto nei mesi scorsi – esiste ma “per ovvie ragioni è confidenziale”, ha spiegato la società lo scorso 5 gennaio. Secondo indiscrezioni, il posto di Jobs potrebbe essere preso da un interno: in lizza ci sarebbero Philippe Schiller, che ha tenuto al posto dell’ad il discorso al MacWorld 2009, e lo stesso Cook che, come hanno commentato alcuni osservatori, “si veste anche come Jobs”.

Non si capisce bene dove, lo scorso 5 gennaio, abbiano appreso che il piano di successione c’è ma è confidenziale, dato che nell’unico comunicato ufficiale rilasciato dal Consiglio di Amministrazione in tale data di questa informazione non vi è traccia. Non sono le indiscrezioni a suggerire che il posto di Jobs possa essere preso da un interno. E’ l’unica cosa che in tutta questa storia può dirsi praticamente certa. Impeccabile la nota di costume finale; evidentemente fra gli osservatori a cui si riferisce Repubblica deve esserci anche Alfonso Signorini.

Voglio chiudere con una nota positiva. Bruno Ruffilli, su La Stampa, delinea un quadro completo ed equilibrato. A livello internazionale ci pensa Walt Mossberg, WSJ, a pacificarci con il buon giornalismo tecnologico statunitense, che però, pur perdendosi in morbose congetture, riesce sempre a distinguere fra Philip e Philippe nel riferirsi al Vice Presidente Schiller, un compito evidentemente troppo difficile per i redattori di Repubblica.

Commenti (17)

  1. C’era da aspettarselo, per il primo mese sarà così… da febbraio finalmente Jobs avrà la pace richiesta e tutto tornerà alla normalità. Se Apple non topperà nulla nei prossimi tre mesi la vicenda sarà archiviata…
    E così, finalmente, Steve potrà curarsi e rimettersi e tornare a lavoro più in forma che mai.

  2. Ormai non mi stupisco più di nulla. Da quando vivo in UK leggo le notizie dai siti web, e devo leggerne almeno 4 diverse per avere un’idea reale della situazione, altrimenti rischio di prendere cantonate incredibili. Poi guardo il telegiornale inglese e le notizie (internazionali) sono completamente diverse. Mah…

    Volevano affibilare le responsabilità dei “giornalisti” ai blogger… mi chiedo, a questo punto, se prima non sarebbe il caso di responsabilizzare i giornalisti, spesso meno affidabili del web… e magari far rispettare un po’ di più la privacy delle persone, Jobs compreso. Ah, e basta con le fonti “anonime”… che spesso sono solo un sinonimo di “inventate” o “inesistenti”….

  3. Beh, lo scivolone di Apple di 10 punti percentuali dopo la lettera di Jobs vale 10 miliardi di dollari… mi sembra normale sostenere che Steve abbia il dovere “morale” di informare puntualmente sul suo stato gli investitori. Se è vero che Apple deve a lui il buona parte del proprio successo è altrettanto vero che è stato lui a voler essere sempre in prima fila per essere identificato con l’azienda che comanda: questo è lo scotto da pagare.

    Riguardo al commento di Repubblica, relativo all’abbigliamento di Cook, mi sembra fuori luogo ironizzare per due motivi:
    – Steve ha da sempre utilizzato l’abbigliamento come caratteristica distintiva, si tratta di marketing, mica di gusti personali, quindi niente di strano nel guardare al look nei dirigenti di un’azienda che ha fatto anche del look uno strumento di marketing molto efficace;
    – se andate a rileggere qui http://www.theapplelounge.com/cultura-societa/divertenti/macworld-2008-dirigenti-apple/ vi renderete conto che anche voi in altre occasioni non avete mancato di parlare ampiamente dell’abbigliamento dei dirigenti Apple.

  4. @ Charlie Parker:
    Il nostro articolo era uno spunto divertente che facciamo a seguito di un evento e non aveva assolutamente il compito di informare i lettori su una cosa seria come la salute di Steve. Era un pezzo “di costume”, come si suol dire.
    Del resto, per inclinazione personale, sono portato a vedere tutto con il filtro dell’ironia, ma so distinguere fra le situazioni.
    Se vuoi un altro pezzo simile lo ho scritto anche per il Macworld 2008, eccolo:
    http://www.theapplelounge.com/cultura-societa/divertenti/apple-gossip-i-vip-del-mac-world-2008/

  5. Io credo che nel caso di aziende come Apple, che hanno capito perfettamente che l’immagine è importante spesso quanto i contenuti, e non ne ha mai fatto mistero, anche il look sia un argomento importante. E come tale può essere trattato con ironia (vedi il vostro articolo) o con serietà (vedi Repubblica) ma non può certo essere ignorato. La distinzione che sottolinei tu influisce sul modo in cui si parla di un argomento, non certo sulla scelta di parlarne oppure no.
    Non credi che, nella malaugurata ipotesi di dover sostituire Jobs negli eventi pubblici, il board di Apple cercherebbe, almeno nella prima fase della transizione, di rendere il meno “traumatico” possibile il cambio alla platea planetaria? Non credi che, al di là dei contenuti, inconsciamente molti di noi siano rimasti delusi nel vedere un keynote affidato a uno come Schiller che, al di là dell’indubbia capacità professionale, non ha nulla a che fare con l’immagine che siamo abituati ad associare ad Apple?
    Io non solo lo credo, ma ne sono anzi certo. Ci sono mille motivi per criticare gli interventi della stampa “tradizionale” riguardo al mondo della tecnologia e del web, ma in questo caso credo che quella considerazione, magari involontariamente, fosse piuttosto appropriata.

    Ciao.

  6. Ormai io il sito de La Repubblica lo leggo solo per ridere e per cercare materiale per post comici sul mio blog: dai copia-incolla dal sito di worth1000 senza un perché, a foto reperite su google a caso solo per non pagare i diritti, ad esplosioni di lirismo e poesia o semplicemente castronerie colossali.
    Non è certo il sito migliore per reperire notizie di tecnologia. O di altro.

  7. @ Charlie Parker:
    Sono d’accordo con te che è stato lui a voler essere sempre in prima fila, ma mi trovi in disaccordo riguardo a “doveri morali” o altro. Dovere morale di una persona non è mostrare i propri esami del sangue, ma eventualmente ammettere che non è proprio in forma, e lui questo lo ha fatto tempo fa. Gli affari sono una cosa, la salute è un’altra. Apple è “anche” Steve Jobs, ma non è “Steve Jobs”. Se Jobs è ammalato trovo quantomeno assurdo che la Apple perda 10 punti. E’ lo stesso motivo per cui gli investitori stupidi perdono un mucchio di soldi in borsa e alimentano le crisi internazionali. Quindi, più che a Jobs, la colpa la darei agli investitori…
    Lungi da me difendere Jobs: pensa che io ho un Mac da 3 mesi ma ho usato Win per 15 anni, non ho l’iPod ma un Creative e non ho l’iPhone ma un Blackberry… E non amo come si veste (un pò di eleganza in più non guasterebbe, diamine…); Oltretutto trovo più simpatico e decisamente più originale Wozniak…
    Ma non capisco come si possa stare ore a parlare dei suoi ormoni. E’ una cosa incredibile. Cioè, diciamocelo : Striscia di Gaza, Crisi internazionale, Prezzo del greggio, Fame nel mondo, Pancreas di Jobs. A me sembra ridicolo. Ha detto che se ne starà a casa sua per 6 mesi, ma continuerà a dedicare del tempo alle importanti decisioni strategiche della Apple. Mi sembra che sia stato piuttosto chiaro, e non credo proprio che Apple ne risentirà in qualche modo (se non per colpa dei “posticci” investitori che si spaventano inutilmente, che poi tra 2 mesi si ricredono per la 36esima volta in un anno e la Apple torna su ma la HP perde 20 punti perchè hanno deciso di colorare il logo di rosso… che baggianate… [è un esempio inventato, ovviamente!])

    Cosa si vuole ancora da lui? Una lastra del torace, TAC e Risonanza? Cosa dite, lo mandiamo dal Dr.House? Hehee! :-)

    Bruno

    PS: Non voglio assolutamente litigare o innescare polemiche, è solo il mio personale e opinabile punto di vista. In ogni caso penso che le persone abbiano una dignità, che va rispettata, indifferentemente dalla posizione che ricoprono.

  8. @ Bruno:
    Sono d’accordo. L’unica nota positiva della pazzia degli investitori lunatici è che se le azioni scendono ancora un po’ è davvero il caso di comprare ;)

  9. @ Camillo Miller:
    …se avessi dei soldi li investirei tutti adesso…. se li avessi… ma non li ho, purtroppo…! Neanche per comprarmi uno stramaledetto iPhone…. Altro che azioni di Apple! Hehehee :-)

  10. Investitori lunatici? Può darsi però… la “prima” Apple con Jobs andava alla grande, la “seconda” Apple senza di lui stava per fallire, la “nuova” Apple, ancora con Jobs, è diventata l’azienda che conosciamo adesso: sana, piena di liquidità, innovativa e costantemente in crescita. Ma se voi aveste qualche milione di dollari investito in Apple non sareste preoccupati anche voi?
    Ammettere di non essere proprio in forma ma si resta la proprio posto è un conto, dire che ci si prende un’aspettativa di 6 mesi per curarsi e già più preoccupante (significa non occuparsi del day-by-day). Se questo cambio di posizione avviene nell’arco di una settimana è comprensibile che ci sia chi pensa che nemmeno stavolta la situazione sia stata descritta realisticamente.
    Sul piano umano mi spiace molto per Steve ma dal punto di vista del business tutte le aziende che decidono di quotarsi in borsa sanno bene a cosa vanno incontro e quali responsabilità hanno nei confronti degli investitori. Ricordiamoci sempre che Apple non è proprietà Steve Jobs ma è una public company, di proprietà degli investitori. Steve la gestisce per loro conto, ma alla fine è pur sempre un loro “dipendente” (perdonate l’apparente bestemmia).

  11. E’ cambiato tutto da quando Jobs 10 anni fa ha riformato totamente l’azienda. L’ha trasformata in un produttore di elettronica di consumo, diversificando la produzione in maniera che dire intelligente è poco. E sai chi lo ha aiutato nella ristrutturazione delle fondamenta, con un ruolo fondamentale? Esatto, Tim Cook.

    Apple senza Jobs sarà un’azienda completamente differente. Probabilmente se ne andrà in pensione un po’ di fascino, ma Apple rimarrà solida come una roccia perché il maggior successo di Steve è quello di aver creato un gruppo dirigente in grado di sostituirlo perfettamente. E’ per quello che i giornalisti la dovrebbero smettere di parlare di piani di successione inesistenti.

    E ripeto, non è vero che si debbano conoscere i dettagli privati della salute di Jobs. Agli investitori deve interessare solo una cosa: L’attuale CEO è in grado di continuare a fare il proprio lavoro e a garantire il proprio apporto?
    Si/ No.

    Sai chi è che deve garantirli? Il Consiglio di Amministrazione dell’azienda, che è, per l’appunto, il “datore di lavoro” di Jobs. Sono loro che devono giudicare se Jobs può fare o meno il proprio lavoro, se può ritirarsi per sei mesi o per sempre, ecc.. e il loro giudizio deve essere sufficiente agli investitori, perché altrimenti il ruolo stesso del CdA viene scavalcato. Agli investitori NON DEVE INTERESSARE altro, perchè le motivazioni legate alla salute sono un livello successivo, che non è di loro competenza.

    Se il CdA non fa bene il proprio dovere esiste un ente preposto a fare il culo a strisce ai CdA, se mi permettete il linguaggio colorito, ed è la SEC, che in America, salvo rare eccezioni, è un ente che funziona. Vi dice nulla lo scandalo Stock Options?

  12. @ Charlie Parker:
    Sono d’accordo che Jobs sia dipendente degli azionisti, e non la trovo una bestemmia, anzi. Sono anche d’accordo che Jobs fosse “obbligato” quantomeno moralmente a comunicare il suo stato di “non-salute”. E sono d’accordo anche che Jobs sia stato il vero “innovatore” con le mirabilanti imprese, come l’iPod. Ma credo che Jobs, in primo luogo, abbia riorganizzato l’azienda, e abbia scelto i suoi collaboratori con criterio e intelligenza, e certamente quando Jobs “mollerà le redini” il carretto sobbalzerà un po’, ma probabilmente non uscirà di strada, se mi è concesso il paragone.
    Il fatto è che discutendo io e te stiamo perdendo tempo un argomento ormai chiaro : Jobs è ammalato. Morirà? E chi lo sa. E chissenefrega soprattutto. Anche Colin McRae è morto, e non era ammalato, ma gli è precipitato l’elicottero. E insieme c’era il suo giovanissimo figlio, sanissimo anche lui. Ed è questo il motivo per cui i miei ex dirigenti volavano su aerei diversi : se muore il presidente, resta il direttore e viceversa.
    Cioè, capite che la preoccupazione è, seppur legittima, assolutamente esagerata? Io, se avessi 10 milioni di azioni Apple, non mi sognerei nemmeno di toglierli, anzi. Ma stiamo scherzando? È uno dei principi fondamentali della borsa! Bisogna aspettare i picchi, non i baratri! Proprio adesso, con la crisi internazionale, vai a ritirare il soldi? È una cosa da investitori lunatici, non da veri investitori. Pensa che la televisione è stata in rosso fino agli anni ’90 se non ricordo male. Per 30 anni qualcuno c’ha buttato dentro valanghe di soldi senza guadagnarci una Lira. Ma adesso i guadagni sono davvero consistenti, per quelli che hanno saputo aspettare. Questi sono GLI investitori, non quelli che la mattina guardano Bloomberg e poi se la fanno sotto. Ah, che poi, secondo Bloomberg, Steve è già morto, precisamente il 27 agosto 2008 :

    http://gawker.com/5042795/steve-jobss-obituary-as-run-by-bloomberg

    Questo, che poi è l’argomento iniziale del post se non ho capito male, lo trovo incredibile : il fatto che tutti illazionino allegramente su un argomento serio come la salute di un uomo, citando esperti e scomodando oncologi, sparando una marea di caxxate che neanche Aldo, Giovanni e Giacomo riuscirebbero ad inventare, con fonti fantasma e anonime, pettegolezzi da parrucchiera. Vergogna. Io se non faccio bene il mio lavoro, lo perdo. È incredibile come i giornali [che mio padre chiama da sempre “I bosgie”, in dialetto “Le bugie”, n.d.r.], possano permettersi il lusso di inventarsi delle fandonie incredibili e poi, malchevada, una smentita e amici come prima.
    E dietro tutta la mandria di pecoroni che li compra, li legge e poi decide dove investire i propri soldi, giocando all’azionista. Ma per piacere, siamo seri.
    Sono solo incredibili distrazioni dai problemi veri, come una lampadina per le falene. E noi tutti a guardare e annuire e ringraziare. Questo è il problema, non il pancreas di Jobs.

    Almeno, questo è quello che penso io, e purtroppo anche già da un po’ di anni. Infatti non compro più il giornale, mi leggo le notizie su internet. Ah, e se TAL (tanto per fare un esempio) spara una caxxata, quantomeno è gratis, non l’ho pagata 2 volte come il giornale (prima con le sovvenzioni dello Stato, e poi con l’euro all’edicolante)…

  13. Aggiungo che se TAL spara una scemata (possiamo sbagliare, anche se usiamo prodotti Apple :)) avete la possibilità e il “dovere” di farcelo notare. A volte è capitato di pubblicare update, smentite e correzioni. Le opinioni ovviamente sono un’altra faccenda… La nostra forma editoriale ci permette di farlo con più semplicità rispetto ad un giornale. E lo facciamo sempre sull’articolo stesso, integrando l’informazione originale, quindi, e non in diciottesima pagina con un errata corrige infinitesimale.

  14. @ Camillo: ma se il CdA cambia versione ogni settimana è naturale porsi dei dubbi sulla sua validità come garante… Se gli investitori dovessero ascoltare solo quanto detto dai CdA le Borse dovrebbero aprire solo 4 volte all’anno, in occasione delle trimestrali.
    @ Bruno: solo qualche sobbalzo, certo, ma quanto vale quel sobbalzo? E senza quelli che tu reputi investitori di serie B, quelli che guardano Bloomberg, quanto credi che varrebbe Apple o qualunque altra azienda quotata? Sono i piccoli investitori, imprevedibili, lunatici e nevrotici, che sommati assieme possiedono la maggioranza relativa di tutte le società. E come le società chiedono loro i soldi con cui fare business allo stesso modo devono accettarne le conseguenze.

    Comunque ho trovato la discussione estremamente stimolante.
    Ciao.

  15. @ Charlie Parker:
    Ovviamente hai ragione. I CdA sono inappropriati, ma credo che sia una specie di gatto che si morde la coda : la borsa è in mano a piccoli investitori che non sono in grado di attendere più di 2 giorni senza correre a vedere il proprio titolo, dannatamente preoccupati se vedono la cifra in rosso.
    Del resto è anche assolutamente vero che, come tu dici, i piccoli investitori sono importantissimi: lungi da me voler far intendere il contrario. E sono lunatici e nevrotici, ma non le considero caratteristiche propriamente negative. Il problema è che sono creduloni, e questo mi delude : vorrei che tutti, anche solo un po’, usassero la propria testa : per ragionare, non per portare l’ultimo cappello alla moda. Ma del resto, quale utopia è questa? E poi, sinceramente, come potrei sentirmi “originale” se tutti pensassero davvero? Immediatamente tornerei nel mucchio… perchè, porca miseria, o sono io ad essere un genio (decisamente no), oppure sono gli altri che sono mentalmente lazzararoni…!

    Grazie mille per la splendida discussione, che ho trovato non solo stimolante, ma anche interessante e incredibilmente civile, cosa a dir poco inusuale nel XXI secolo (per gli stessi motivi di cui sopra, evidentemente…).

  16. In ogni caso quello che dice Mossberg nel video di cui sopra, linkato a fondo articolo, non si può escludere: AAPL è sottoposto a notevoli speculazioni, quasi come se fosse una valuta monetaria più che un titolo borsistico.

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