Un nuovo giovedì nero per AAPL

di Redazione 4

Il titolo di Apple ha perso ieri 6,72 punti percentuali chiudendo a 80,49$ per azione, praticamente la quotazione di AAPL di quasi due anni fa (Gennaio 2007). Il picco negativo arriva dopo un periodo di forti oscillazioni: dapprima il crollo del titolo a fine settembre dovuto al downgrade del rating da parte di due analisti buontemponi, poi una leggera ripresa stroncata dal falso infarto di Steve Jobs che ha fatto scendere il valore sotto la soglia psicologica dei 100$, di seguito ancora una risalita fino a 110$ registrata a metà ottobre ed ora di nuovo il baratro degli 80,49$. Tutto questo nonostante Apple sia una società sana, con una disponibilità di liquidità invidiata da tutto il settore, e previsioni rosee (nel limite che al termine “roseo” può imporre lo zeitgeist attuale).

La cecità di Wall Street sembra non avere rimedio. Nel giro di un trimestre è stato bruciato senza vergogna il valore guadagnato dal titolo in virtù dei numeri reali di vendita e produzione forniti dalla società, sono stati vanificati gli ottimi risultati di vendita di iPhone 3G e sono caduti nel vuoto i report positivi stilati da analisti che possono vantare uno storico di previsioni azzeccate in relazione ad AAPL. Per contro le lamentazioni delle cassandre che mai prima si erano occupate con successo del titolo non sono passate inascoltate e hanno innescato più che evitabili reazioni isteriche.

E’ di poco sollievo sapere che anche molti altri titoli tecnologici (Google e RIM su tutti) hanno subito ieri stoccate peggiori di AAPL. Apple è e rimane un’azienda a prova di crisi. Il valore fondante legato alla produzione è forte e sano e le grandi disponibilità di liquidità (il paracadute che tutti vorrebbero) non vanno assolutamente ignorate. Ma come risulta evidente dall’andamento del titolo, non è sufficiente non aver investito su banche d’affari spregiudicate e insolventi per trovarsi coinvolti nel marasma.

La crisi è una nube nera che sul piano finanziario avvolge tutta l’economia americana e mondiale senza troppe distinzioni. Apple resisterà e ne uscirà alla grande ma nel frattempo gli omini di Wall Street  (quelli che sui giornali un giorno sorridono mentre si producono in hi-five come se avessero vinto il super-bowl, e il giorno dopo si strappano i capelli mentre cercano di percuotersi i genitali con i loro Crackberry in un impeto taffazziano) con la partecipata collaborazione dell’investiore impazzito medio avranno bruciato denaro (virtuale) come in una partita a Monopoli.

Commenti (4)

  1. ” […] Apple resisterà e ne uscirà alla grande […]”

    Beh ne siamo sicuri? Non dimentichiamo che la crisi è molto vasta e anche se Apple è una società solida sicuramente anch’essa verrà intaccata dalla crisi. Difatti ne è una prova la caduta del titolo, nonostante , come viene fatto rilevare, una liquidità invidiabile. Magari possiamo dire che “ne uscirà alla grande” paragonata ad altre aziende che sono state messe in ginocchio da questa crisi economica modiale.

  2. @ ThEBl4c|:
    Hai preso in pieno il senso. E’ come definire “rosee” le previsioni di vendita per il prossimo semestre. Sono rosei dei numeri che in altri frangenti e in assenza di una crisi così vasta sarebbero tutt’altro che positivi…
    Quindi “alla grande” ovviamente in relazione ad altre aziende e alla situazione ;-)

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