Ten One trasforma l’iPad in una tavoletta grafica sensibile alla pressione

di Redazione 6

Qualche giorno fa, nel recensire AirSketch per iPad, ho scritto che nessuna app potrà mai davvero trasformare il tablet in una tavoletta grafica perché a meno di qualche stratagemma tecnico l’iPad non può essere in grado di misurare la pressione di uno stilo, requisito fondamentale per poter davvero utilizzare il dispositivo come tavola da disegno virtuale o per “comandare” in remoto via WiFi software come Photoshop.

Ecco, pare che la Ten One Design (ovvero quelli del Pogo Stylus per iPhone e iPad) abbia trovato quello stratagemma. In un video diffuso un paio di giorni fa un portavoce dell’azienda dà dimostrazione di una nuova applicazione che riesce a riconoscere la pressione esercitata da uno stilo sulla superficie del display.

Il video è solamente una proof of concept che serve a dimostrare la fattibilità della pressure-detection su iPad. Sul blog di Ten One design, dove il video è stato pubblicato originariamente, non si leggono dettagli precisi sul funzionamento del sistema , ma i tecnici della compagnia specificano che l’applicazione utilizzata (una versione speciale di Autograph) non sarà di sicuro disponibile a breve su App Store.

Per riuscire a riconoscere la differenza di pressione i programmatori hanno fatto ricorso a delle API private, parti di codice non documentato e non testato che gli sviluppatori non possono utilizzare sui propri applicativi. Forse si tratta di API che permettono di accedere ai dati relativi alla capacitanza registrata sul display in concomitanza con uno o più “eventi pressori” (varia la pressione e l’area di contatto dello stilo, varia la capacità registrata) ma Ten One non lo rivela. L’applicazione prevede anche una funzione di palm rejection che permette di appoggiare il palmo della mano sul display e disegnare senza che esso venga recepito come un “tocco” separato dal dispositivo.

Nel video viene specificato che la “magia” non si nasconde nello stilo, un comune Pogo Sketch identico a quelli che l’azienda commercializza già da tempo.

Quale che sia la modalità tecnica che permette al software di funzionare, le potenzialità di una tecnologia di questo tipo applicata all’iPad sono indubbiamente notevoli, anche se non mancano artisti che per creare dei veri capolavori possono affidarsi unicamente alle proprie dita.

Commenti (6)

  1. Si però con le API private, quest’applicazione non sarà mai disponibile sull’App Store.. la Apple vieta l’uso di API private proprio perchè rimangono vecchie, out-to-date… speriamo che la Apple le implementi successivamente.. potrebbe diventare uno strumento fantastico anche per la scuola, quaderni infiniti e ordinati e risparmio per gli stessi quaderni!!

  2. Non credo proprio che riconosca la pressione, piuttosto, come si vede nel video, riconosce la grandezza della superficie del pennino, in quanto, quando lo inclina di taglio effettivamente produce una linea più sottile.

  3. Alessandro dice:

    Non credo proprio che riconosca la pressione, piuttosto, come si vede nel video, riconosce la grandezza della superficie del pennino, in quanto, quando lo inclina di taglio effettivamente produce una linea più sottile.

    ha pienamente ragione! ;)

  4. Si la penso anche io come Alessandro… quando dimostra che con le dita non si può scrivere è perchè il software “vede” uno spot sullo schermo troppo grande rispetto a quello che si aspetta (quello della penna) e quindi non dà risposta… lo stesso per il palmo della mano, area troppo grande quindi nessuna risposta… chi sa se con la punta del mignolo funziona… ma a quel punto il materiale con cui è fatta la punta potrebbe generare una capacità differente rispetto alle dita… magari il materiale è più conduttore e quindi il software filtrerebbe valori di capacità peggiori… sarebbe bello poter fare reverse engineering…

  5. @ Alessandro:
    La pressione è la grandezza fisica associata a quel “cambiamento di stato”, perché una maggiore area di contatto equivale ad uno stilo più premuto, quindi in senso lato è un riconoscimento di pressione anche se inclinandolo a pari pressione si ha un’area minore di contatto e conseguentemente una linea più sottile.
    Tecnicamente non sono ancora riuscito a trovare conferma a quello che ipotizzavo, ma continua a sembrarmi il meccanismo più sensato: la vera grandezza fisica misurata non è nemmeno l’area, ma la capacitanza, che varia in funzione dell’area di contatto.

  6. @ andrea:
    Secondo me questo software con le dita funziona e riconosce anche la pressione del dito. Ovviamente alla ten one non conviene farlo vedere perché di fondo stanno pubblicizzando il loro prodotto (e fanno bene così per carità).

    Quella dell’esclusione del palmo è forse la cosa più semplice: basta imporre un valore di “treshold” per la grandezza fisica misurata dallo schermo (la capacitanza). In questo caso il range in cui poter inserire quel valore è molto ampio perché la differenza di valori registrati nel caso di uno stilo e nel caso di un’area così ampia come il palmo è parecchio ampia.

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