La presentazione del font San Francisco alla WWDC

di Redazione 1

Come preannunciato prima della manifestazione, Apple ha reso pubblici i video di numerose sessioni della WWDC, visibili online anche per chi non ha un account da sviluppatore. In molti casi si tratta comunque di materiale per addetti ai lavori. La presentazione del font San Francisco è una piacevole eccezione, però, che piacerà anche a grafici, creativi e, più in generale, a chiunque abbia interesse per la tipografia.

San Francisco, come spiegavamo qualche giorno fa, è il nuovo font di sistema che debutterà su iOS 9 e OS X. Differisce di poco dalla versione del font presente sul Watch, che si chiama invece San Francisco Compact. Quello che per molti produttori di software potrebbe essere un dettaglio insignificante – l’introduzione di un nuovo font – per Apple è tanto importante da dedicarvi un’intera sessione generalista sul palco principale del Moscone Center. A presentarla un nostro connazionale, Antonio Cavedoni, membro del team che ha sviluppato il nuovo Font.

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La sessione è particolarmente interessante perché non si limita a presentare il nuovo carattere tipografico, ma ripercorre rapidamente anche le basi della tipografia tradizionale e digitale, in modo che tutti gli spettatori possano comprendere al meglio le scelte stilistiche di Apple nella realizzazione di questo font.

Vi avevamo già segnalato il video in questione, nei giorni scorsi, ma ho pensato di farlo di nuovo dopo aver visto la presentazione nel corso del fine settimana. Il motivo è che questa sessione è una delle tesi più convincenti sul fatto che la Apple di Tim Cook non ha mai perso la bussola dell’eredità di Steve Jobs.

Molti di voi ricorderanno che una delle storie raccontate da Jobs durante il suo discorso ai neolaureati di Stanford ruotava attorno ad un corso di tipografia, frequenta da un giovane Steve fuori corso solo per amore della materia. Se non fosse stato per quel corso, il primo Macintosh non avrebbe implementato la più bella “typography” dell’epoca.

C’è dunque qualcosa di deliberato nell’attenzione che la Apple del 2015 riserva ad un elemento che per molti concorrenti rimane marginale. Come a dire: “questi sono dettagli che ci interessano”. E’ una Apple che continua a percorrere la strada tracciata dal suo fondatore. Una via che l’ha già portata più lontano e verso vette molto più alte di quanto Jobs stesso, anche solo 3 anni fa, poco prima di morire, avrebbe mai potuto immaginare.

Nella sua lettera di addio dell’agosto 2011, quando comunicò al mondo che Tim Cook sarebbe diventato il nuovo CEO, Steve Jobs scrisse che i giorni più luminosi di Apple erano ancora da venire. Eventi come questo, per quanto apparentemente dedicate solo ai tecnici, sono in realtà una testimonianza molto forte di quanto di vero ci fosse in quelle parole.

Commenti (1)

  1. Commovente l’articolo, fantastico il fatto che sia un italiano, che abbia spiegato che in Italia chiamiamo sto coso # cancelletto, che abbia citato Steve Jobs con un BOOM mentre parlava delle frazioni, peccato solo che ansimi come un facocero, ma forse è la passione sessuale verso i font che gli alza la pressione.

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