In questi giorni, 10 anni fa, uno Steve Jobs ancora non appassionato di maglie girocollo nere e jeans presentava al mondo iMac.
“Sembra arrivare da un altro pianeta… un pianeta con migliori designers!” è il commento di Steve dopo aver mostrato alla platea quello che forse è il secondo Mac rivoluzionario dopo il primo, originale Macintosh.
Del Macintosh, in effetti, iMac riprendeva l’idea essenziale: un case all-in-one che comprendeva schermo, logica, connessioni.

L’evoluzione di iMac è stata inarrestabile, seguendo le successive implementazioni tecnologiche, come l’introduzione degli schermi lcd e la miniaturizzazione dei componenti che ha portato all’attuale design di iMac, sempre più sottile.

iMac è stato una pietra miliare dopo il Macintosh, perché è coinciso con il secondo rinascimento di Apple, ha riportato in pista un’azienda che aveva seri problemi economici e progettuali (Mac OS che non riusciva ad essere rinnovato, macchine che erano potenti sì, ma troppo costose) ed ha aperto la strada alle evoluzioni e rivoluzioni successive: iPod, Mac Pro, iPhone, il mondo touch.
Dopo il cambio di denominazione dal Apple Computer ad Apple, Inc. fa un po’ tenerezza sentire il giovane Steve Jobs dire nel video “siamo una compagnia di computer”. Ancora non sapeva (o forse sì?) che 9 anni dopo avrebbe lanciato un rivoluzionario Mac da tasca che telefona anche.

Buon compleanno, iMac.

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