Display in zaffiro: emergono i dettagli sul nuovo stabilimento di Apple

di Redazione 1

Sapphire glass

Apple si sta interessando allo zaffiro. Dopo il boom di liquid-metal e relativi brevetti, la compagnia di Cupertino ha scelto di investire in uno stabilimento, in Arizona, che a partire dal 2015 produrrà zaffiro per i dispositivi di Apple. I primi dettagli riguardo la fabbrica stanno comparendo in queste ore su Internet.

Lo stabilimento che ospiterà le macchine di GT Advanced Technologies, azienda che ha stretto il contratto con Apple per la lavorazione del materiale, è stato venduto a Cupertino da First Solar, compagnia specializzata nella produzione di sottili celle fotoelettriche. L’acquisto è stato portato a termine a Mesa, per una somma di 100 milioni di dollari. Nel frattempo il CEO di Apple Tim Cook avrebbe spiegato ad un gruppo di senatori che l’Arizona è uno dei cinque stati che Apple ha selezionato come luogo per la produzione e l’assemblaggio dei suoi dispositivi, ora principalmente prodotti negli Stati Uniti.

Si tratta di un progetto che ha portato Cupertino all’apertura di un nuovo stabilimento a Fort Worth, in Teaxas, dove sono ora assemblati i Mac Pro, e a Mesa, dove saranno prodotti elementi in zaffiro per le prossime generazioni di iPhone.

Apple avrebbe pagato a GT Advanced Technologies la bellezza di 578 milioni di dollari per la collaborazione di cinque anni con Apple che avrà inizio nel 2015. GT sarà proprietaria delle strumentazioni disponibili nello stabilimento, includa la ASF (Advanced Sapphire Furnace) che sarà costruita nello stabilimento di Mesa. Apple ha promesso inoltre che l’intero stabilimento funzionerà tramite energia solare e geotermica.

 

GT, commenta:

Siamo molto felici del nostro accordo con Apple che rappresenta un grande passo per la nostra strategia di diversificazione.

E se vi state chiedendo quale sia il processo che l’azienda utilizza per produrre lo zaffiro, potete averne una anteprima nel video girato lo scorso Aprile da Pocketnow nell’industria di Salem d GT.

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