Taylor Swift: Apple come una startup, Spotify come una corporation senza scrupoli

di Redazione Commenta

Taylor Swift torna a parlare della sua lettera ad Apple, e sottlinea la reazione dell'azienda: umile. Contrariamente a quella di Spotify, che nonostante fatichi a chiudere i conti ogni trimestre, si comporta come una corporation senza scrupoli.

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Taylor Swift torna a parlare di Apple Music e Spotify. In una recente intervista rilasciata alla rivista Vanity Fair, la cantante ha rivelato alcuni dietro le quinte del caso che ha cambiato Apple Music, quando alla fine del mese di giugno Swift ha scritto una lettera apertamente contro Apple e il metodo con il quale l’azienda di Cupertino aveva scelto di pagare gli artisti nel periodo di prova gratuita di Apple Music.

Swift spiega di avere scritto la lettere nelle prime ore del mattino dopo avere sentito diversi amici artisti lamentarsi del loro contratto con Apple Music:

Ho scritto quella lettera alle 4 del mattino. Il contratto era appena stato spedito ai miei amici, e uno di loro mi ha inviato una fotografia. Ho letto il termine ‘nessuna compensazione per il proprietario dei diritti’. A volte mi sveglio nel pieno della notte e scrivo una canzone e non riesco a dormire fin quando non l’ho finita, e questo è quello che è successo con quella lettera.

Swift temeva che la sua lettera fosse presa come una lamentela senza senso da una delle cantanti di maggiore successo al mondo, e temeva che non sarebbe stata ascoltata. Apple, invece, ha ascoltato.

Poco dopo la pubblicazione della lettera, Eddy Cue ha fatto sapere che Apple avrebbe pagato anche gli artisti ascoltati nei tre mesi del periodo di prova gratuita di Apple Music.

Apple mi ha trattato come una voce della comunità creativa a cui loro tengono molto. E trovo davvero ironico che la compagnia multimilionaria abbia reagito alle mie critiche con umiltà, mentre la start-up senza soldi abbia reagito con pesanti critiche.

Swift si riferisce a Spotify, che non ha mai fatto mistero di essere stata molto indispettita dalla scelta di Swift di rimuovere il suo catalogo musicale dal servizio di streaming.

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