Qualche giorno fa vi abbiamo messi al corrente circa la sentenza emessa da un giudice della ITC (International Trade Commission), il quale sostiene che Apple non ha infranto i cinque brevetti appartenenti e contestati dal colosso finlandese della telefonia mobile.
Ieri, tuttavia, Nokia ha emesso un nuovo comunicato stampa sul suo sito ufficiale attraverso il quale spiega di non essere affatto d’accordo con la sentenza del giudice James Gildea e afferma di aver depositato una nuova denuncia nei confronti dell’azienda di Cupertino, spiegando che i brevetti appartenenti a Nokia sono infranti in praticamente tutti i prodotti mobili prodotti da Apple.
La nuova denuncia sostiene l’infrazione di sette brevetti registrati da Nokia per l’innovazione nel settore di dispositivi come gli smartphone a proposito di sistemi operativi multi-tasking, sincronizzazione dei dati, posizionamento, qualità delle chiamate e utilizzo di accessori Bluetooth.
A proposito della sentenza emessa il 25 marzo, Nokia sostiene di non essere d’accordo sulla mancata violazione della sezione 337 da parte di Apple ed attende di conoscere maggiori dettagli sulle motivazioni della sentenza prima di decidere i prossimi passi in questa battaglia sulla difesa della sua proprietà intellettuale. Nokia, inoltre, non si è rivolta solo presso la ITC ma anche presso la Federal Patent Court in Germania e la UK High Court di Londra, oltre al District Court of the Hague in territorio olandese.
Come si può leggere nel comunicato ufficiale, in questo momento sono 46 i brevetti in ballo in questa faccenda con l’azienda amministrata da Steve Jobs. “Nokia è un innovatore importante per le tecnologie necessarie per lo sviluppo di grandi prodotti mobili”, sostiene Paul Melin (VP dell’IP presso Nokia), “e Apple deve smetterla di progettare i suoi prodotti usando le innovazioni proprietarie di Nokia”.
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gp 30/03/2011 il 14:25
e Apple deve smetterla di progettare i suoi prodotti usando le innovazioni proprietarie di Nokia
Non sono tecnologie proprietarie.
Sono parte di una ricerca che è condivisa in tutto il mondo e che si alimenta e continua grazie ad una sana concorrenza.
Gli avvocati dovrebbero smettere di far credere a dirigenti su piattaforme in fiamme che si possono salvare cospargendosi di benzina.
Mosse disperate di un’azienda che, incapace di competere sul piano tecnologico, cerca in tribunale un successo che il mercato nega.