Foxconn, suicida un ingegnere di 25 anni

di Redazione 2

Il 2010 ormai si è chiuso, ma la triste scia di suicidi che funesta Foxconn prosegue anche nel nuovo anno. La prima, e speriamo ultima, “vittima” del 2011 si chiama Wang Ling ed era un ingegnere 25enne che lavorava allo stabilimento Foxconn di Shenzhen.
La storia della ragazza è diversa da quella degli altri dipendenti Foxconn che si sono tolti la vita lo scorso anno e nel 2009, sia perché Wang Ling non era una semplice operaia ma svolgeva mansioni d’ufficio, sia perché a spingere al suicidio la ragazza sarebbero state le pressioni e gli insulti di un suo superiori. E non è tutto. Pochi giorni prima di gettarsi nel vuoto, la dipendente era stata ricoverata in un ospedale psichiatrico su richiesta dell’azienda e dichiarata schizofrenica.

Il suicidio risale allo scorso venerdì 7 gennaio. Pochi giorni prima Wang Ling aveva ricevuto presso il suo ufficio nel complesso di Shenzhen una lettera di Foxconn che la invitata a licenziarsi. Un suo superiore taiwanese, alla richiesta di spiegazioni da parte della ragazza, l’avrebbe letteralmente ricoperta di insulti, scatenando una reazione isterica. Secondo Foxconn c’erano i presupposti per la richiesta di un ricovero presso un vicino ospedale psichiatrico, da cui l’ingegnere è uscita con una diagnosi di schizofrenia.

Allontanata dalla fabbrica, la ragazza trova ospitalità presso il fratello cui un dirigente di Foxconn spiega che “Wang Ling mostra evidenti segni di instabilità” ma promette di tenere aperta per tre mesi la posizione che era di sua sorella, nel caso avesse modo di riprendersi e tornare al lavoro. Un paio di giorni più tardi Wang Ling decide purtroppo di suicidarsi. Distrutta dal licenziamento e schiacciata dal peso di una diagnosi (reale o fittizia) di schizofrenia in un paese in cui la malattia mentale è una vera e propria onta, decide di gettarsi dal tetto del palazzo. Non lascerà nessun biglietto.

L’atteggiamento di Foxconn, ambiguo sin dalla gestione del licenziamento della ragazza, non migliora dopo la sua morte e le richieste della famiglia non trovano accoglienza. Alla sorella di Ling un dirigente dice che né lui ne l’azienda hanno alcun obbligo verso la famiglia. Al fratello non viene consentito di controllare il computer dell’ufficio di Wang Ling, in cui la ragazza potrebbe aver lasciato un messaggio, mentre al South China Morning Post un portavoce dell’agenzia di Pubbliche Relazioni di Foxconn dichiara: “non ci risultano coinvolgimenti di dipendenti Foxconn in un tragico evento di questo tipo”.

[M.I.C | via]

Commenti (2)

  1. I posti di lavoro sono dei lager, perchè nessuno lo dice mai?
    E’ la pura e semplice realtà: orari da rispettare, luoghi dove bloccarsi tutto il giorno, mansioni sempre uguali da svolgere come vuole il capo, ogni giorno così.
    Dov’è la libertà?

  2. La nostra parte del mondo è veramente la meno peggio in cui vivere. Quando ci si ferma a pensare a quanto l’alienazione dell’uomo moderno sia dettata da fattori esterni ed artificiosi dovrebbe correre a tutti quanti un brivido dietro la schiena.

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