Apple rischia un’indagine antitrust per il blocco al Flash compiler?

di Redazione 4

Apple potrebbe andare incontro ad un’indagine dell’Antitrust volta a stabilire l’eventuale natura anticoncorrenziale del nuovo paragrafo 3.3.1 dei T.O.S. dell’SDK per iPhone OS 4, ovvero quello che blocca l’approvazione delle apps per iPhone compilate tool di cross-compilazione come (il fu) iPhone Packager di Adobe Flash CS5 o altri strumenti analoghi.

A sostenerlo è il New York Post, secondo cui la Federal Trade Commission e il Dipartimento di Giustizia si stanno accordando proprio in questi giorni per decidere che debba procedere ad una prima indagine esplorativa. Si tratterebbe in ogni caso di una raccolta preliminare di informazioni volta a capire se il caso richiede una vera e propria indagine antitrust.

Il nuovo paragrafo 3.3.1 ha fatto molto discutere nelle scorse settimane, proprio perché non è ancora chiaro quali saranno gli strumenti di cross-compilazione che oltre all’iPhone Packager di Flash CS5 verranno messi al bando.

Il motivo ufficiale che lo stesso Steve Jobs ha fornito in più di una occasione per giustificare questa nuova postilla è chiaro e lineare: Apple non vuole livelli intermedi fra la piattaforma e l’utente perché questa condizione comporta inevitabilmente un decadimento della qualità delle applicazioni sviluppate.

Il problema principale di una soluzione cross-compiler è che le eventuali modifiche apportate alla piattaforma non potranno essere subito utilizzabili dallo sviluppatore che ne fa uso e la propagazione delle nuove features dovrebbe sottostare ai tempi dell’azienda che sviluppa tale strumento.

Tale norma potrebbe potrebbe però costringere gli sviluppatori a preferire la piattaforma di Apple, implicitamente considerata la piattaforma dominante, e ad abbandonare quelle della concorrenza, sulla base di una scelta legata al budget di sviluppo.

E’ una conseguenza che non si può escludere, anche se basata su una logica un po’ contorta che presuppone la malafede di Apple. Un’indagine di questo tipo, tuttavia, non significherebbe automaticamente che Apple ha operato in maniera anomala. Il risultato, al contrario, potrebbe anche essere positivo e le autorità potrebbero stabilire che le motivazioni di Apple (rifiutare le apps sviluppate con i cross-compiler per questioni di qualità) sono perfettamente lecite.

Sempre che l’indagine venga davvero avviata: il New York Post, fonte della notizia, è noto più per i suoi titoli sensazionalisti, per le pagine sportive o per le battaglie a colpi di Gossip con il Daily News che per la propria credibilità in campo tecnologico.

Commenti (4)

  1. ma che diavolo! stanno a farsi le pippe se su iphone non puo usare tool di compilazione estranei e a M$ lasciano vendere le licenze OEM????

  2. Giusto, ed e’ giusto che su questo vengano multati

  3. @ Avv:
    Ahem, forse dovevi leggere anche questa parte :D

    Un’indagine di questo tipo, tuttavia, non significherebbe automaticamente che Apple ha operato in maniera anomala. Il risultato, al contrario, potrebbe anche essere positivo e le autorità potrebbero stabilire che le motivazioni di Apple (rifiutare le apps sviluppate con i cross-compiler per questioni di qualità) sono perfettamente lecite.

  4. @ Camillo Miller:
    E vabè, qualsiasi indagine IN TEORIA può risolvervsi con un nulla di fatto.
    Il punto è che se stanno iniziando a indagare, qualcosa che non torna effettivamente c’è.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>