Apple e l’acquisizione di Beats, le cose da sapere

di Redazione Commenta

E’ fatta: Apple ha ufficialmente acquisito Beats Music e Beats Electronics, il servizio di streaming musicale e il brand di dispositivi audio fondato da Jimmy Iovine e Dr. Dre.

L’accordo è di quelli di un certo spessore, in particolare per il prezzo – 3 miliardi di dollari – e soprattutto perché una simile acquisizione è merce rara per Apple, che solitamente preferisce inglobare piccole realtà al fine di incorporarne del know-how.

L’acquisizione di Beats è diversa da tutte le altre, dunque, e potrebbe segnalare un cambiamento importante per il settore più in crescita all’interno dell’azienda, vale a dire quello dei servizi legati all’universo iTunes.
In questo articolo cerchiamo di fare il punto, sintetizzando tutte le informazioni necessarie su questa importante acquisizione.

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Il motivo per cui Apple ha acquisito Beats

Perché Apple dovrebbe acquisire Beats? Le cuffie e i prodotti audio, dicono gli audiofili, non sono certamente i migliori sul mercato. Il servizio Beats Music, lamentano gli analisti, non ha un numero di utenti sufficienti e non è nulla che Apple non potrebbe costruire in autonomia.

E’ Tim Cook a rispondere a questi dubbi con un memo inviato ai dipendente e alcuni interventi sulla stampa, rilasciati a corredo dell’ufficializzazione dell’acquisizione.

Apple ha comprato Beats perché, secondo Cook e soci, Beats Music è il primo servizio musicale che “ci prende”, grazie ad un sapiente mix di curation e buona user experience. Apple non costruisce sempre da zero ogni suo servizio o prodotto, ha aggiunto Cook, ed è per questo che aveva più senso inglobare quanto di buono era già stato fatto da Beats.

I ruoli di Dr Dre e Jimmy Iovine

Con Beats Apple ha “acquisito” anche le professionalità dei due co-fondatori dell’azienda.
Cook, in un’intervista, aveva parlato di “muro” fra la Silicon Valley e Los Angeles, vale a dire le grandi produzioni musicali e multimediali che detengono i diritti sui contenuti.
Il ruolo di Iovine e Dr. Dre sarà con ogni probabilità quello di aiutare Apple ad abbattere quel muro. Con tutte le perplessità del caso, è oggettivamente un compito che, se efficace, può valere da solo i 3 miliardi di dollari spesi nell’operazione.

Interessante notare che alla domanda su quale sarà il titolo di Iovine e Dr. Dre, Cook ha risposto che i due saranno semplicemente “Jimmy e Dre” e lavoreranno con le divisioni Apple che si occupano dei dispositivi elettronici e dello streaming musicale. Iovine entrerà a tempo pieno, mentre Dr. Dre continuerà ad occuparsi di produzione musicale, dedicando ad Apple “il tempo che servirà”.
Tutto il team di lavoro di Beats entrerà a far parte di Apple.

Di fatto, per quanto su scala molto più ampia, anche questa è una delle classiche acqui-hire di Apple ed è finalizzata ad internalizzare know-how su una specifica competenza (music streaming). A guisa di benefici collaterali ci sono anche gli 1,3 miliardi di dollari di fatturato nel 2013 derivati dalla vendita dei dispositivi audio e, soprattutto, le notevoli connessioni di Dr. Dre e Jimmy Iovine con il mondo della musica e della produzione dei contenuti multimediali.

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Cue e Schiller, responsabili Beats

Nel memo inviato ai dipendenti in cui ha spiegato le ragioni dell’acquisizione, Cook ha inoltre chiarito che ad occuparsi di Beats e dei team che entreranno a far parte di Apple saranno Eddy Cue e Phil Schiller.
Cue prenderà in carico la parte relativa allo streaming musicale, quindi Beats Music, mentre Schiller si occuperà della divisione “hardware” dell’azienda, vale a dire Beats Electronics.

iTunes e Beats music rimarranno separate

Nessuna fusione all’orizzonte. Almeno nel futuro prossimo Apple continuerà ad offrire i suoi servizi iTunes in maniera distinta rispetto a Beats Music, che rimarrà un servizio a sé.

Apple arriva su Android, più o meno

L’applicazione Beats Music può essere scaricata gratuitamente su iPhone e iPad, ma anche su dispositivi Windows e Android. Ne deriva che per la prima volta un servizio che fa ufficialmente parte della famiglia Apple, ora è disponibile anche per utenti Android.
Per alcuni analisti e commentatori questo elemento potrebbe essere foriero di un futuro allargamento dell’ecosistema iTunes ai dispositivi mobili che utilizzano il S.O. di Google.
Sembra quasi una bestemmia, detta così, esattamente come sembrava impossibile, nei primi anni del nuovo millennio, che Apple potesse portare iTunes su Windows. La mossa si rivelò allora fondamentale per la crescita e l’affermazione dello Store musicale Apple a livello globale.

Beats non è come NeXT

Un buon numero di analisti, probabilmente per carenza di spunti sufficientemente originali, ha pensato che fosse una buona idea paragonare l’acquisizione di Beats a quella di NeXT, negli anni ’90, per dipingere un quadro negativo dell’operazione.
Quell’acquisizione però fu funzionale alla rinascita di Apple negli anni 2000, perché pose la base per quello che sarebbe divenuto OS X. L’acquisizione di Beats, con i dovuti calcoli sull’inflazione e tenuto conto del rapporto fra prezzo e liquidità disponibile nelle casse di Cupertino, rimane poi un’operazione estremamente più economica rispetto all’affare NeXT, che costo ad Apple 400 milioni di dollari in un periodo in cui quella cifra rappresentava circa il 70% della liquidità dell’azienda.

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