Apple assume Elliott Peters, “avvocato digitale” di Warner Music Group

di Redazione 1

Secondo quanto riportato da Billboard, Apple avrebbe appena assunto Elliot Peters, (ex) vice presidente di Warner Music Group e capo della sezione che si occupa degli affari legali della major legati al digitale.

A quanto dichiarato da un funzionario del consiglio generale della stessa WMG in un memo pervenuto alla nota rivista musicale, Peters si unirà ad Apple il mese prossimo per dirigere il team legale dedicato ai servizi di iTunes e Mobile Me in Europa.

Elliott Peters era all’interno di WMG dal 2000 e ha dunque deciso di interrompere una collaborazione di lungo corso per passare a lavorare per Apple.

Questa mossa strategica consentirà all’azienda con base a Cupertino di usufruire della grande esperienza di Peters nonché delle sue numerose conoscenze per ampliare i propri servizi. Tra le più succose indiscrezioni che offre il Mac Web c’è sicuramente la chiacchierata possibilità “iTunes cloud”. Un servizio simil Spotify che  permetterebbe ad ogni utente di condividere la musica presente sul proprio computer casalingo anche sui propri dispositivi portatili tramite streaming.

Il grande vantaggio di un servizio come questo starebbe nella possibilità di ridurre enormemente l’ingombro degli hard disk nei dispositivi portatili in quanto essi diventerebbero pressoché inutili. Ciò significherebbe un ulteriore rimpicciolimento dei dispositivi, un minor consumo dal punto di vista energetico oppure l’aggiunta di altre funzionalità senza sacrificarne la portabilità.

L’apporto di Peters, in questo caso, potrebbe probabilmente essere fondamentale per risolvere i problemi legali relativi alla privacy degli utenti e soprattutto alla cessione dei diritti di streaming della musica da parte delle case discografiche. La questione è assai spinosa e le major sicuramente saranno in prima linea per complicare la vita a Steve e soci, se mai iTunes dovesse davvero prendere dimora su una nuvola. Basti pensare alle difficoltà che si trova a dover affrontare sul mercato americano un servizio già avviato del settore come Spotify, che pure vanta accordi già siglati con le case discografiche in Europa.

Commenti (1)

  1. Minor consumo energetico? Ne siamo sicuri?
    D’altronde dover essere collegati ad internet anche per ascoltare la musica impiegherebbe PARECCHIE risorse. Non oso poi pensare ai video et simili…

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