L’anno in cui Apple cancellò il natale

di Redazione 1


Come ormai tutti gli Apple Fans già sapranno, non ci sarà nessuno Stevenote al Macworld 2009. Apple ha deciso di spedire Phil Schiller all’evento annunciando contemporaneamente che il prossimo gennaio parteciperà per l’ultima volta alla storica manifestazione dedicata al mondo Mac.
A poche ore di distanza dal primo annuncio ecco un’altra sconvolgente notizia: Apple ha deciso di cancellare il Natale, ovviamente di concerto con il simpatico panzone in giubba rossa. Il comunicato è un divertente fake, e aiuta a sdrammatizzare la situazione, ma ogni analista del web ha voluto davvero dire la sua sulla questione. Dopo il salto segnaliamo alcune delle analisi più interessanti.

Rob Griffiths (Macworld Magazine) ha espresso al meglio quanto avevamo detto anche noi la scorsa notte: la scelta di Apple di ritirarsi dal Macworld, un evento ormai divenuto un impegno troppo costoso e vincolante per l’azienda, è con ogni probabilità un ottima scelta sul piano del business. “Ma sul piano personale, da entusiasta del Mac,” dice Griffiths “credo che questa sia la peggior cosa capitata alla comunità Mac da diversi anni a questa parte”. Sad but true, non possiamo che essere d’accordo al 100%.

Jason Snell (sempre Macworld Magazine) ritiene che l’assenza dell’elefante Apple al Macworld potrà fare bene agli altri espositori, ogni anno costretti a presentare in sordina i propri prodotti a causa del grande clamore suscitato inevitabilmente dagli annunci di Apple. Vero per quest’anno, ma che ne sarà del Macworld 2010 in termini di visitatori e numero di espositori? Da elefante in carne ossa Apple diventerà l’elefante rosa in salotto del Macworld.

John Gruber di Daring Fireball ha ripescato dai suoi archivi un vecchio post scritto quando Apple decise di non partecipare più al Macworld di Boston, che si teneva in luglio. Nulla di nuovo sotto il sole, dice Gruber. Apple ha scelto per il meglio in termini di business: non ha senso partecipare ad un evento che costa milioni, che costringe a presentare i prodotti secondo scadenze decise da altri e non dall’azienda, in manifestazioni che non sono controllate direttamente da Apple. E’ altresì vero che un Macworld senza Apple sarà destinato a chiudere, così come è già accaduto all’analogo evento della East Coast.

Jim Goldman di CNBC rassicura invece tutti quanti: la salute di Jobs non c’entra nulla con la decisione di Apple di inviare Phil Schiller al Macworld, è soltanto una questione strategica. Le fonti di Goldman all’interno di Apple confermano: se le ragioni di questa scelta fossero legate alle condizioni fisiche di El Jobso il giornalista di CNBC e la stampa sarebbero stati informati: “Jobs sta bene, è il Macworld che ha già un piede nella fossa”.

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