Apple promette: niente royality sui brevetti legati alle nano-SIM

di Redazione 1

Apple ha una sua idea riguardo il futuro delle schede SIM. Dopo avere introdotto le microSIM sugli ultimi due modelli del suo smartphone, gli ingegneri di Cupertino hanno sviluppato un nuovo tipo di scheda, chiamata nanoSIM, che promette di mantenere le funzionalità delle vecchie SIM, pur riducendo sensibilmente le sue dimensioni. Una SIM più piccola significa maggiore spazio a disposizione all’interno del dispositivo, e quindi maggiore libertà nel design e nell’organizzazione delle componenti interne del device in cui dovrà essere inserita.

Nokia, proprio negli scorsi giorni, ha espresso il suo disappunto per la soluzione di Apple. Secondo la compagnia europea, quella di Apple sarebbe una soluzione non solo poco pratica (richiederebbe infatti un cassetto estraibile simile a quello visto su tutti i modelli di iPhone) ma anche costosa, soprattutto se immaginata su un telefono economico di fascia bassa. A questo si aggiunge il fatto che né Motorola, né RIMNokia hanno intenzione di pagare Apple per avere in licenza i brevetti legati a quello che potrebbe diventare il nuovo standard delle schede SIM.

FOSS Patents racconta ora di una lettera che Apple avrebbe spedito all’European Telecommunications Standards Institute (noto anche con l’acronimo ETSI) promettendo di rendere royality-free (e quindi gratuite) le licenze riguardanti il suo design delle nanoSIM: “Una fonte assolutamente affidabile che non posso rivelare mi ha mostrato una lettera datata 19 marzo, 2012 che un avvocato di Apple ha inviato ad ETSI. […] La lettera di Apple rimuove questo posto di blocco, se mai fosse esistito, attraverso un l’impegno di garantire licenze royalty-free a qualsiasi brevetto Apple essenziale alle nano-SIM, a patto che la proposta di Apple sia adottata come uno standard.

Con questa lettera, Apple cerca di togliere di mezzo il più debole degli ostacoli che tutt’ora bloccano l’adozione (e prima ancora l’accettazione) di questo standard. Resta da vedere se effettivamente le altre aziende hanno per le mani delle idee o dei prototipi più funzionali di quello di Cupertino, e soprattutto se saranno disposte a scendere a patti con l’idea di Apple.

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