HSBC pronta a passare ad iPhone 3G?

di Redazione 7

Le ultime dichiarazioni di Brenton Hush, CIO (Chief Information Officer) di HSBC, devono aver gelato il sangue nelle vene ai dirigenti della RIM, l’azienda produttrice degli smartphones Blackberry e attuale fornitore degli smartphone utilizzati dalla grande multinazionale del settore bancario: “Stiamo prendendo in considerazione iPhone per il gruppo HSBC… e quando dico questo intendo a livello globale“. Niente male se si considera che HSBC è un gigante da 300,000 dipendenti nel mondo.

Hush ha continuato spiegando che l’adozione di iPhone a livello aziendale potrebbe interessare attivamente, arrotondando per difetto, circa 200,000 dipendenti. Un’ordine di questa portata sarebbe un gran colpo per Apple soprattutto se si considera che il settore bancario, a livello mondiale,  è una vera e propria roccaforte Microsoft.

La decisione non è ancora definitiva né sono stati forniti termini temporali per un eventuale decisione,  ma  già il fatto che l’azienda stia spendendo risorse per valutare un possibile cambiamento di questa portata è un segnale positivo

Hush, in ogni caso, crede nell’iPhone da un punto di vista aziendale. L’introduzione del supporto a Microsoft Exchange, standard de facto per i servizi di push a livello aziendale, della connettività 3G, e di altre novità indirizzate all’ambito corporate fanno del nuovo iPhone di terza generazione un device ben più appetibile in ambito business rispetto al primo modello.

Il CIO di HSBC, tuttavia, non possiede uno degli smartphone di Apple, anche se dice di averlo provato personalmente, e nonostante i suoi uffici si trovino a soli 500 metri dal nuovo mastodontico Apple Store di Sidney, Hush non vi ha mai messo piede. C’è sempre troppa fila, ha detto.

Original Picture Credits: Brian Rose.

Commenti (7)

  1. E se poi volessero installare una loro app aziendale?
    E se sono abituati a passare i file attraverso il bluetoot?
    E se fanno dei brevi video durante i meeting?
    E se li volessero usare per editare dei file di excell?
    .
    Quelli della RIM hanno gioco facile, basterà che sottopongano una lista delle mancanze di cui l’iphone soffre rispetto ai blackberry alla “dirigenza” per convincerli.
    Poi… che i dirigenti decidano spesso in modo superficiale, soprattutto per cose che non li riguardano personalmente… succede :-)
    .
    Il touch di per se non è una funzionalità, è solo una intefaccia differente, non credo che basterà.
    Forse il 4G avrà tutto quello che serve a chiunque. Quanto ci vorrà? un altro anno? Speriamo! :-)

  2. credo che il problema grosso per l’adozione dell’iPhone in ambito aziendale sia un altro: la batteria. la durata è veramente scarsa!

  3. Le app aziendali si installano eccome… devi passare da AppStore solo per le vendita alle masse… sotto i 100-200 dipendenti si fa “manualmente” a quelle cifre avranno una loro sezione privata di AppStore o un programma di distribuzione automatica del software ai dipendenti. E con applicazioni aziendali aggiungi via software le eventuali mancanze a cui non puoi rinunciare.
    Piu che altro bisogna vedere i costi… il blackberry ha comunque un “canone” da versare a RIM, che lo paghi direttamente o incluso in un canone maggiorato all’operatore già togliere quello per più di 200mila terminali è un bel risparmio.

  4. Beh, il canone del blackberry ti garantisce alcuni servizi come la push mail e la sincronizzazione remota con microsoft exchange. per farlo su iphone ti devi abbonare a mobileme, quindi non c’è risparmio. con la differenza che il sistema rodatissimo di RIM al momento è decisamente più affidabile di mobileme, ancora zoppicante.

  5. MobileMe qui non c’entra proprio niente, si sta parlando del mondo business non consumer. Già dal lancio del 3G esiste la possibilità per le aziende di installare applicazioni proprietarie e certificate solo sui terminali da loro autorizzati, è stato detto sia al keynote di Marzo che al WWDC di Giugno.
    Il problema è che di iPhone traspare solo l’aspetto consumer e pochi sono a conoscenza delle opzioni lato azienda.

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