iOS Vs Android e il mito delle quote di mercato

di Redazione Commenta

Spesso e volentieri per definire la superiorità di una piattaforma rispetto ad un altra si ricorre ad una metrica facile e comprensibile da tutti. E’ il market share, espressione che in italiano possiamo tradurre direttamente come “quote di mercato”.

Forse è il caso, una volta per tutte, di ridimensionare l’importanza di questo dato, usato come un improprio “randello” ora da una parte, ora dall’altra.
Il perché lo spiega con dovizia di particolari Charles Arthur in un articolo pubblicato dal Guardian che smonta il mito del market-share così come lo conosciamo.

Android-Apple-battle

Il titolo del pezzo di Arthur è tutto un programma: “Perché un market share dell’80% può rappresentare solo la metà degli utenti smartphone”.

Il primo errore che in tanti, troppi fanno, è prendere delle istantanee del market share “scattate” in un singolo trimestre e generalizzare per definire il mercato senza considerare almeno altri tre fattori: la cosiddetta “installed base” (utenti che già hanno uno di quegli smartphone e non rientrano nel conteggio), la tendenza all’espansione o alla contrazione del mercato, il fatto che gli utenti possedessero già uno smartphone o che siano nuovi utenti.

Questi tre elementi non vengono considerati per un motivo molto semplice: il market-share non dice nulla su di essi. Mancano parecchi dati, insomma, per definire un quadro complesso che richiederebbe analisi ben più profonde, su campioni sempre uguali con interviste ripetute, per essere davvero completo.

Un altro dettaglio che spesso non si prende in considerazione quando si parla di market-share è la differenza tra gli smartphone che davvero sono finiti nelle mani degli utenti e quelli che risultano “shipped”, ovvero spediti ai rivenditori. La distinzione per gli analisti esiste (si parla di sell-out nel primo caso, sell-in nel secondo), ma non risulta immediatamente palese a partire dal semplice dato sul market-share.

Arthur ha fatto davvero un ottimo lavoro nel definire tutte le possibili sfaccettature. L’articolo è decisamente un must-read per chiunque sia davvero interessato a capire di cosa parliamo quando parliamo di market-share di iOS, Android e Windows Phone.

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