Intel dice no a Vista; un Mac nell’80% delle aziende americane

di Redazione 12

Intel Not Upgrading To Vista

A circa un anno e mezzo dal lancio del vituperato Windows Vista, Intel ha deciso che non eseguirà l’upgrade sulla maggior parte degli 80.000 PC in dotazione ai propri dipendenti. Lo rivela il New York Times citando una fonte anonima interna all’azienda di Santa Clara. Nel frattempo a rincarare la dose arriva un sondaggio condotto da Yankee Group Research, secondo il quale i Mac sono presenti nell’80% delle aziende americane.

Il colpo basso sferrato da Intel a Microsoft è particolarmente doloroso se si considera la partnership storica fra le due aziende. In realtà la fonte del New York Times svela che la scelta di Intel non è assolutamente indizio di un deterioramento dei rapporti con Redmond, ma è soltanto il frutto di un accurato studio del rapporto fra costi e benefici di un eventuale upgrade a Windows Vista. Il gigante di Santa Clara ha incaricato l’IT Staff interno di valutare la possibilità del passaggio al più recente sistema operativo e la risposta è stata fredda e razionale: meglio tenerci Windows XP.

C’è chi sostiene che la sorprendente posizione di Intel possa tradursi in un’imminente passaggio ad un altro sistema, ma è forse più plausibile che visti i rapporti continui fra Santa Clara e Redmond, Microsoft possa cercare di risolvere la situazione mettendo nuovamente mano a Vista, magari con la release di un nuovo SP, nella speranza che Intel possa ripensarci. Sarebbe bello credere che Intel voglia proporsi come l’azienda switcher per eccellenza e passare a Mac, ma allo stato attuale delle cose l’ipotesi rimane piuttosto improbabile anche perché all’azienda non converrebbe legarsi  a doppio filo ad uno dei propri principali  clienti, nonostante le idilliache relazioni  in corso.

Ma proviamo a sognare davvero: e se Intel decidesse di passare a Linux? Naturalmente i costi sarebbero alti, ma il ritorno sul lungo termine li coprirebbe abbondantemente. Immaginatevi cosa significherebbe per lo sviluppo e la diffusione del pinguino una scelta di campo di questo tipo da parte di uno dei più importanti produttori di Chip del mondo. Liberi di pensare che questo scenario rientri a pieno diritto nella top ten delle rivoluzioni utopistiche, insieme alla divulgazione delle tecnologie per la realizzazione della fusione fredda da parte del governo americano, ma del resto avreste mai pensato che IBM potesse scegliere di vendere servizi legati a Linux e all’Open Source?

Se Intel potrebbe non scegliere di passare a Mac, l’80% delle aziende americane hanno invece già deciso di passare, almeno in parte, ad Apple. Lo rivela uno studio di Yankee Group Research, pubblicato in anteprima da ComputerWorld (via). Laura DiDio, che ha condotto la ricerca per Yankee Group, ha intervistato 700 professionisti dell’IT che lavorano per le società più disparate e ha scoperto che in molti casi i Mac presenti in azienda non sono solo uno o due, ma molti di più. “Apple è stata promossa in serie A” Dice la DiDio, nonostante Cupertino non abbia inaugurato alcuna strategia di marketing mirata esplicitamente a conquistare questa parte del mercato. Come dire che El Jobso dovrebbe mandare una letterina di ringraziamento a tutto il Vista team, su nello stato di Washington.

La ricerca mette in luce un altro aspetto particolarmente importante: molti degli intervistati hanno scelto Mac per la possibilità di utilizzare più di un sistema operativo, sia tramite virtualizzazione software (per la gioia di Parallels e VMWare) che grazie a BootCamp. Soprattutto in ambito business il futuro sta nella pluralità e nell’integrazione fra sistemi diversi proprio grazie alla virtualizzazione: sotto quest’ottica Apple è oggettivamente avanti anni luce rispetto ai propri concorrenti. E’ la sostanziale differenza che corre fra un’azienda che mira ad imporre degli standard attraverso l’instaurazione di un monopolio (Microsoft) e un’azienda che pur gelosa delle proprie innovazioni e delle proprie soluzioni fa forza sulla qualità e non ha alcuna paura della pluralità.

Commenti (12)

  1. che NON eseguirà l’upgrade…

    Camilllo ti sei perso per strada il NON :D

  2. Apple paladina della pluralità? Ma quando mai?

    Parallels e VmWare mica sono merito di Apple, queste applicazioni girano anche e altrettanto bene in ambiente Windows. E BootCamp non fa niente di diverso da quello che si può fare con un semplice dual boot con qualunque pc del mondo!

    Semmai è vero il contrario: mentre Microsoft e gli sviluppatori di sistemi open non impediscono che i loro S.O. funzionino su sistemi diversi, Apple fa invece di tutto per impedire al Leopardo di uscire dalla gabbia di alluminio!

    Apple ha una miriade di meriti, ma quelli che le attribuite in questo articolo proprio non le competono!

    In cosa Apple sarebbe avanti anni luce nella virtualizzazione? Apple non fa NULLA per la virtualizzazione, a differenza di Microsoft che invece ha sviluppato un suo software per le Virtual Machine (senza entrare nel merito della qualità o meno del prodotto in sè).

  3. Forse volevate scrivere “non eseguirà” invece di “eseguirà”

  4. Certamente, era “non eeguirà” è sfuggito un “non ” nella stesura finale. Grazie delle correzioni. Chiedo venia :-)

    Riguardo a quanto dice Charlie. Ho come l’impressione che il semplice fatto di essere un sistema UNIX (certificato) possa essere la risposta a ciò che dici. Poi forse sono stato troppo stringato nella frase chiave. Non do il merito di tutto questo ad Apple ma al fatto che i Mac attualmente sono i sistemi che vengono visti, a ragione, secondo me, magari a torto secondo qualcun’altro, come macchine capaci di far girare indifferentemente e in maniera ottima i principali sistemi operativi.

    La polemica sul fatto che OS X non possa essere installato su altri sistemi è sempre quella: io credo che la scelta di Apple in questo caso sia più sensata, per il semplice fatto che non sta scritto da nessuna parte che dare in licenza a chiunque il proprio SO sia necessariamente un bene. Ma naturalmente questa è solo la mia opinione. L’integrazione hardware software che c’è in un Mac qualsiasi altro produttore, anche quello che ottimizza le proprie macchine per Windows o Linux se lo sogna. Da non sottovalutare l’aspetto economico, visto che grazie a questo sistema Apple riesce a vendere il proprio hardware, su quello siamo tutti d’accordo. Anche se in questo caso io non riesco a considerarlo una cosa nè negativa nè positiva, solo un modello di business, al momento decisamente vincente.

    Sempre sulla questione Apple – OpenSource, ti invito a dare un’occhio l’analisi su SproutCore che trovi qui, tanto per vedere quali sono le importanti scelte Open di Cupertino. Altro che Flash e Silverlight :-)

    P.s. Comunque Charlie le tue critiche sono sempre stimolanti ;-)

  5. Che i sistemi Mac siano l’ideale per far girare altri sistemi è indubbio, ma per il semplice motivo che sono gli unici in cui può girare anche OSX. Gli altri saranno sempre “monchi” finchè non potranno far funzionare anche OSX.

    La “polemica” sull’installazione di OSX su altri sistemi l’avevamo già affrontata diverso tempo fa su questo stesso sito, e se non ricordo male ammisi anche allora che si tratta di una scelta legittima, che comporta vantaggi e svantaggi per utenti e per Apple stessa, ma che sicuramente è stata compiuta con intelligenza e cognizione di causa da Jobs & C.

    La mia contestazione era solo relativa all’espressione “oggettivamente avanti anni luce” relativamente alla virtualizzazione, quando in realtà sono stati gli stessi vertici della Mela tempo fa a dichiarare che non supporteranno e non si orienteranno sulla virtualizzazione. Anche se credo che ben presto cambieranno idea, pensioneranno BootCamp e si compreranno Parallels Inc.!!! (vabbè dai, l’ho sparata grossa, ma non si sa mai!)

    Grazie del link, ci darò uno sguardo.

    PS off topic: si è più saputo niente riguardo alla possibilità che la promo studenti (MacBook + iPod Touch) che hanno presentato negli States arrivi anche da noi?

  6. @Charlie: Microsoft non ha sviluppato Virtual PC, l’ha comprato inglobando un’altra azienda. E così per molti altri dei suoi software. È solo una precisazione, non una critica. Dal punto di vista commerciale, le scelte di MS in questo senso sono impeccabili: svilupparne uno interno, anziché acquisirne uno discretamente buono già maturo, sarebbe costato sicuramente di più e avrebbe ridotto i margini di guadagno.

    Riguardo Apple e Open Source, si va a toccare un tasto dolente. Nella Mac-sfera di tende a sottolineare i pochi contributi che Apple ha dato al mondo Open, dimenticando di parlare di una serie di schifezze che ha fatto, su alcune delle quali ha fatto poi passi indietro perché ha ricevuto una protesta massiccia e troppo scomodamente visibile dalla comunità (vedi la questione WebKit, derivante da KHTML, “depurato” delle QT e poi tenuto “sotto banco” per molto per evitare di restituire le migliorie alla comunità).

  7. Riguardo all’OT, sto tenendo d’occhio la questione, ma ho paura che sarà difficile, spesso questo tipo di operazioni non vengono esportate. Comunque c’è tempo fino ad agosto (il periodo in cui in Italia si muove seriamente l’ambaradan scolastico) per sperare diversamente :-)

  8. Eh si, sarà contento Vico… :-)

    Comunque in quel caso erano passati solo tre mesi dal lancio, stavolta un anno e mezzo…

  9. @Camillo Miller,
    e infatti 1 anno e mezzo dal rilascio di XP Intel non lo aveva ancora adottato ;)
    Vivo e’ felicisssssimo! :D

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