ApplePC, cloni Mac italiani: un parere legale

di Redazione 10

ApplePC (ragione sociale Informatica Ingegneria) è un azienda che vende PC assemblati che sarebbero in grado di far girare Mac OS X. Questa mattina abbiamo pubblicato una approfondita inchiesta sulla questione. Per completare il quadro abbiamo chiesto un parere legale (pubblicato di seguito) sulla questione al Dottor Gianluca Craia, consulente legale dello staff di  noze s.r.l. ed esperto di proprietà intellettuale nel mondo ICT:

<<Premetto che un commento preciso sulla base dei pochi elementi di cui è possibile venire a conoscenza rischierebbe di essere frettoloso, poco preciso e forse erroneo.
In linea generale è però possibile dire che commercializzare un proprio prodotto sfruttando marchi e segni distintivi  altrui così da ingenerare  confusione nell’utente finale è atto di concorrenza sleale secondo quanto previsto  dall’art 2598 c.c. n°1.
In più la nostra Suprema Corte ha sanzionato più volte i “comportamenti che determinano la confusione tra prodotti similari o alternativi di imprese diverse con l’effetto di deviare la clientela dalla richiesta di determinati prodotti in competizione con altri sul mercato”.
La tutela è tanto più forte quanto più forte è la penetrazione del marchio nel mercato di riferimento e “la mela”, come sappiamo, non ha bisogno di presentazioni.
La questione dell’EULA (il contratto di licenza per l’utente finalen.d.r.) è di ben diversa portata.>>

Continua dopo il salto.

<<Affermare che l’EULA di Apple non sia valida in Europa mi pare eccessivo.
Apple, essendo titolare del software, è libera di autorizzarne l’installazione su alcuni dispositivi e non su altri (Cfr., limitando alla normativa italiana, art 64-bis lett a)  l.633/1941), quindi salvo verifica di una violazione della normativa antitrust europea (accordi restrittivi della concorrenza art. 81 TCE, abuso di posizione dominante ex art 82 TCE, pratiche di leverage etc…), direi che la gestione dei diritti sul software operata da Apple è più che legittima; potrebbe essere contestabile la scelta commerciale,  ma non quella giuridica.

Ciò detto il fatto di predisporre un sistema hardware con caratteristiche tali da far girare il sistema di casa Apple, salvo che vi siano diritti di brevetto, in sé non viola alcuna norma.
La licenza Apple, però, è chiara e afferma che il software è installabile su un solo computer Apple, ciò già esclude la possibilità di installare su computer “non Apple”.
E’ certo, inoltre, che all’interno di OS X opera una procedura di qualche tipo con la quale il software “analizza l’hardware su cui viene installato”.
Per installare OS X la procedura dovrebbe essere aggirata e la licenza, di conseguenza, violata.

Si potrebbe quindi ipotizzare che le condotte che l’utente finale e di chi fornisce tale procedura (sia essa un software un firmware etc…) siano, l’una all’altra, essenziali per la violazione della licenza.
Se ciò è vero, e quindi il fatto dannoso sia imputabile a più persone, tutte sarebbero obbligate in solido al risarcimento del danno (art. 2055 c.c.) subito da Apple. Il problema vero di Apple sarebbe in punto di prova: provare l’avvenuto danno infatti mi sembra molto difficile…
Oltre a ciò sarebbe interessante un analisi delle fattispecie in oggetto alla luce del nuovo art 635-bis del codice penale, cioè verificare se lo strumento messo a disposizione dell’utente finale operi un’alterazione del sistema operativo di casa Apple.

In ogni caso mi preme sottolineare che al momento non è possibile pronunciarsi sulla liceità o meno della politica di ApplePc; ogni ipotesi di ricostruzione giuridica sopra prospettata, non può esimersi da un confronto con la fattispecie concreta,  infatti tutto rimane  legato al tipo di tecnologia utilizzata e al come essa agisca sul software di casa Apple.
Si dovrebbe trattare di un sistema appositamente creato per violare la procedura di cui sopra e che non abbia altre funzioni se non quella, cosa che al momento, da quanto mi pare di capire, non è dato sapere con certezza.>>

Ricordiamo che il parere legale del Dottor Gianluca Craia ha unicamente valore di approfondimento giornalistico e come tale va preso in considerazione.

Commenti (10)

  1. Io credo che questi assemblatori tiburtini facciano meglio a tornare sui loro passi continuando la vendita dei i loro PC con la tecnica del passaparola.
    Dice il detto: “Chi troppo vuole nulla stringe”.
    Apple è bella e cara, ma se gli fate girare le ventole può diventare una brutta mela da sbucciare.
    ;-)

  2. Anche io la penso nello stesso modo, Apple e i suoi avvocati hanno preso provvedimenti per molto meno, nn credo che chiuderanno un occhio e come si sa; le notizie viaggiano velocemente in rete ;)

  3. O_O ma che ragionamento è il vostro? boh … assurdo. povera italia.
    mi pare chiara che uno puà vendere il pc che gli pare.. se è uguale alle caratteristiche di un mac poco cambia.
    sarà l’utente che installa il software che viola leggi e diritti d’autore.
    non vedo che motivo c’è di spalleggiare apple e non il rivenditore romano.

  4. Beh, beta, innanzi tutto, usano il marchio della mela, cosa che non è possibile fare essendo un marchio registrato. Poi il nome che hanno dato è ApplePC, chiaramente lesivo dell’immagine di Apple Inc. Terzo, potrebbe anche essere pubblicità ingannevole: se non danno gli strumenti per installare l’OSX, allora non possono dire che è “designed for OSX” e se lo fanno, allora vanno contro la licenza di Apple…
    Serve altro per farli chiudere? :-)

  5. @ beta:

    Naturalmente il nostro intento non è quello di “spalleggiare” nessuno, ci mancherebbe. Questo “parere legale” è solo un approfondimento giornalistico alla nostra inchiesta. In più mi pare che vi si dica una cosa chiara: possono sorgere problemi con i marchi e i nomi utilizzati, quello sì, ma al momento l’attività in sé non sembra andare contro alcuna norma, tanto più che ApplePC è stata evasiva sul tipo di tecnologia utilizzata nei propri PC per permettere l’installazione di Mac OS X perciò non è dato sapere quale tecnologia sia utlilizzata e a che scopo.

  6. @ beta:
    Ma ti sei letto l’articolo??

    “[…]commercializzare un proprio prodotto sfruttando marchi e segni distintivi altrui così da ingenerare confusione nell’utente finale è atto di concorrenza sleale secondo quanto previsto dall’art 2598 c.c. n°1.”

    quindi non puoi dire che se è uguale a un mac poco cambia…

  7. @ Camillo Miller:
    indipendentemente dalla tecnologia utilizzata (anche nessuna visto che da quello che scrivono il pc diventa compatibile con osx solo perchè utilizza gli stessi pezzi) ci sono troppe allusioni al mac, al fatto che vendono un prodotto analogo all’originale ad un costo inferiore e puntano sul fatto che osx giri perfettamente sul clone (violazione della licenza)
    per me apple li fa a pezzi
    consiglio? comincino a togliere le allusioni al mac, via le mele, morsicate o intere, via il nome mac e apple dal sito, via il suggerimento all’installazione dell’osx
    così dovrebbe andare bene. l’offerta sarebbe sostanzialmente diversa, ma a questo punto io salverei le penne
    spero non se la prenda nessuno, ma ritengo che la protezione della proprietà intellettuale di apple ci permetterà di continuare a fruire di buone macchine, anche se costose. se si aprisse una guerra aperta alla produzione apple non si farebbe un gran piacere agli utenti finali. se apple esiste come la si conosce oggi, è anche merito dei lauti guadagni che portano a casa.

  8. @marcossss

    Purtroppo per loro, temo che pure epurando il sito e le pubblicità dai marchi Apple, evitando ogni allusione alla possibile installazione di OSX, dovrebbero scontrarsi con il fatto che le loro macchine ospitano hardware nato appositamente e con nessun altro scopo che non quello di inibire i controlli messi in atto dalla casa madre del Sistema Operativo. Quindi come dice il legale nella sua ipotesi, sarebbero imputabili di aver favorito la violazione della licenza.
    Appunto per questo non capisco bene come pure EFI-X possa stare sulla scena commerciale… mah staremo a vedere come si muove la Apple Inc.

  9. il clamore suscitato dall’inchiesta di TAL qualcosa ha fatto, la grossa mela morsicata che spiccava sui cabinet del sito ora non c’è più e per chi smanetta un po’ con photoshop sarà facile accorgersi che è stata maldestramente cancellata. C’è pure un bel banner che dice che loro non installano OSX e che è un bene dotarsi di software originale, ma in tutto il sito (meglio nella sezione dedicata) non si fa altro che criticare i prezzi alti di un mac per convincere l’utente a comprare da loro un clone “tanto è uguale”. C’è pure un bel “timbro” Designed for OSX 10.5.5 MA DAIIIII! Insomma vogliono cavalcare all’italiana il fenomeno del momento.
    Poi si parla di garanzia, ma di che?

    Sarà che sono un Apple fanboy ma a questi fantomatici centri assistenza non basta installare già copie pirata di windows e programmi vari, ora vogliono pure invadere il mondo Mac?

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