Young-Sohn, il dirigente Samsung col pallino del Mac e dell’iPad

di Redazione 2

Once you go Mac you can never go back. La conferma a questo vecchio adagio nel corso degli anni è arrivata da molti insospettabili aficionados Windows (forse vi ricorderete la “conversione” di Chris Pirillo). Tuttavia tutto ci si poteva aspettare tranne che di ottenere un’ennesima riconferma da uno dei massimi dirigenti Samsung: il Chief Strategy Officer dell’azienda coreana, Young Sohn. Ma quello che può sembrare il più tipico dei PR fail è in realtà la dimostrazione di come Samsung abbia iniziato seriamente ad alzare la posta in gioco.

Sohn lavora per una divisione dell’azienda coreana che ha sede nella Silicon Valley e ricopre il proprio ruolo soltanto da agosto. Il dirigente ha “ammesso” la sua passione personale per tutto ciò che ha una mela stampata sopra in una recente intervista rilasciata alla MIT Technology Review. Il dirigente, dopo avere tessuto le lodi di Apple (“azienda estremamente innovativa”) non ha esitato a confessare la sua natura di Mac Addicted. La differenza, dice, la fa l’ecosistema:

“Si pensi ad Apple in confronto a Samsung” ha detto Sohn in risposta ad una domanda sull’importanza di sistemi cloud e big data. “Io a dir la verità uso un Mac, a casa. Ho sempre usato Mac, iPhone e iPad. Ho anche un Galaxy. Da questo punto di vista sono un esempio perfetto.
Se si guarda ai punti di forza di Apple, in un certo modo essi non derivano dal prodotto in se. E’ che i consumatori apprezzano il loro ecosistema, come iCloud. Apprezzo il fatto che la mia famiglia, in Corea, a 6000 kilometri di distanza può vedere i miei appuntamenti, i miei contatti e le mie foto. [L’ecosistema] è persistente, ma è un’architettura proprietaria.”

Una “rivelazione”, quella di Sohn, che si potrebbe facilmente leggere come un segno di debolezza, o la semplice ammissione di superiorità del concorrente. E’ tutt’altro: è il segno di come Samsung abbia capito che l’esperienza d’uso complessiva di un dispositivo mobile non è limitata alla creazione e al marketing dell’oggetto fisico, quanto allo sviluppo di un ecosistema che possa garantire una “permanenza” dell’utente a lungo termine.

Non a caso, riguardo al Galaxy Nexus 4, prodotto da LG, Sohn specifica che il dispositivo “Genera un’esperienza di per se. Ma non è un’esperienza connessa. Noi pensiamo quindi di essere in grado di fornire molte più cose rispetto ad oggi grazie ad un ecosistema aperto condiviso con i nostri partner”.

Nei primi giorni del 2013 Samsung svelerà una nuova strategia, che passerà anche attraverso un restyling “estetico” del brand e probabilmente punterà molto sugli aspetti toccati da Sohn in questa intervista.

L’impressione generale è che i coreani stiano per alzare il livello dello scontro con i “frenemies” di Cupertino e stiano cercando una chiave di volta che permetta loro di opporre all’offerta Apple qualcosa di altrettanto integrato, in un ecosistema che sia “sticky” come quello della Mela.
Hanno capito, se volete, che “prendere spunto” dal singolo dispositivo (strategia che si è rivelata quanto mai vincente) è una tattica troppo improntata al breve/medio termine.
“Prendere spunto” da tutto il resto, da tutto ciò che rende Apple… “Apple”, non sarà altrettanto facile. Ci sarà bisogno di molti soldi e parecchia faccia tosta nell’adottare soluzioni “già viste da qualche parte”. A Samsung tuttavia non mancano nè gli uni ne l’altra.

Commenti (2)

  1. Più che altro mi chiedo come possano farlo senza staccarsi da Google.
    Minimo dovrebbero intraprendere la strada di amazon, però così si troveranno “nemica” anche google non solo apple.

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