Wintek, 44 operai vogliono sporgere denuncia contro l’azienda

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Non si placa la bufera attorno alla Wintek, azienda taiwanese che realizza display LCD e touch panel per Apple e altri grandi nomi dell’elettronica di consumo. Secondo quanto riportato da Barron’s su segnalazione di Strafor.com, 44 operai impiegati nello stabilimento Wintek di Suzhou, in Cina, hanno intenzione di denunciare il proprio datore di lavoro in relazione ai già noti casi di avvelenamento da esano. L’azienda ha confermato a febbraio che 62 dipendenti erano finiti in ospedale, alcuni dei quali con gravi danni neurologici, perché intossicati dal componente chimico, utilizzato per pulire gli schermi dei display.

L’azienda era stata costretta ad ammettere le proprie colpe per placare uno sciopero che ad inizio anno aveva bloccato la produzione proprio nello stabilimento di Suzhou. La protesta, in quel caso, era poi rientrata anche a seguito del riconoscimento di un incentivo economico che per il 2010 non era ancora stato corrisposto ai lavoratori.

L’esano è un componente chimico altamente tossico i cui effetti nocivi sulla salute sono ben noti. Un manager di Wintek ne aveva imposto l’uso nell’impianto di Suzhou per velocizzare il procedimento di pulizia di precisione degli schermi LCD. Secondo alcuni report dei media cinesi l’esano sarebbe più “efficace” del comune alcool denaturato perché asciuga prima, mentre altri sostengono che sia stato usato perché rispetto all’alcool “graffia” meno la superficie del vetro. Il manager che aveva preso tale decisione sarebbe già stato licenziato.

In Cina le cause di lavoro sono tutt’altro che comuni. Come informa Stratfor, i problemi vengono risolti a porte chiuse, lontano da occhi indiscreti. Il governo cinese, per altro, non ha nessun interesse a fomentare le tensioni sociali sostenendo le posizioni dei lavoratori. Se questa causa andasse in porto e portasse alla condanna di Wintek, c’è il rischio che molti altri lavoratori sfruttati prendano “eccessiva” coscienza della propria condizione.

E se la Wintek ha non pochi grattacapi per via dell’utilizzo scellerato di un componente chimico tossico nel proprio processo di produzione, Foxconn, altro grande manufacturer che rifornisce anche Apple, non se la passa meglio e deve fare i conti con il numero crescente di suicidi di dipendenti. Secondo un’agenzia stampa locale, che cita rapporti della polizia e dirigenti dell’azienda, sarebbero almeno sei gli operai della Hon-Hai Group (la holding proprietaria degli stabilimenti Foxconn) che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno.

Il caso più recente è quello di Chu, una ragazza di 24 anni che si è buttata dalla finestra del proprio appartamento a Shenzen. Nei sei casi elencati non sono compresi altri due tentativi di suicidio e il caso di Sun Danyong, il dipendente Foxconn che la scorsa estate si è tolto la vita a seguito dello smarrimento di alcuni prototipi di iPhone 4G che avrebbe dovuto custodire e spedire alla Apple in California. In quel caso si è ipotizzato che a spingere il ragazzo all’estremo gesto possano essere state le pressioni e le violenze subite da parte del reparto di sicurezza interna dell’azienda.

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