Apple Store New York: Grand Central Terminal e temporary store a SoHo

di Redazione 1

Rendering preliminare dell'Apple Store Grand Central Terminal

La presenza della Mela nella Grande Mela è certificata da alcuni dei più spettacolari Apple Store del mondo. A breve, se tutto va come deve andare, un altro punto vendita assai speciale si aggiungerà al cubo di vetro della Quinta Avenue e al mastodontico “teatro di vetro” dell’Upper West Side. E’ quello che sorgerà all’interno della Grand Central Terminal, la storica stazione ferroviaria nel centro di Manhattan.
Nel frattempo uno degli Store “minori”, ovvero quello di SoHo, è chiuso per ristrutturazione ed Apple non ha badato a spese nel trovare una location temporanea che possa ospitare il punto vendita in attesa della riapertura.

Apple Store Grand Central Terminal

Oggi il consiglio di amministrazione della Metropolitan Transportation Authority, che gestisce anche gli spazi commerciali dello scalo ferroviario di Manhattan, si riunirà per decidere se approvare la richiesta di Apple. Ci sono ben poche possibilità che la risposta sia “no”.
Come già vi avevamo illustrato tempo addietro, l’Apple Store occuperà lo spazio che ad oggi ospita il ristorante Metrazur, nella balconata Nord-Est. Secondo quanto calcolato da IFOAppleStore, per questo punto vendita (che non sarà il più grande del mondo, come qualcuno ha erroneamente segnalato) Apple spenderà cifre tutt’altro che esorbitanti, se paragonate ai costi medi di realizzazione di Apple Store di analoghe dimensioni e importanza.


Gli stretti vincoli di conservazione storica dell’edificio impongono infatti all’azienda di operare una ristrutturazione molto limitata, diversamente da quanto Apple è solita fare in altri edifici storici, dove la preservazione di alcuni elementi architettonici spesso si sposa con la totale risistemazione delle aree interne e la revisione degli spazi della struttura.
Inoltre il costo dell’affitto della balconata è basso (circa 1,1 milioni di dollari all’anno per 1300 metri quadrati di spazio). L’unico costo ulteriore, stimato in 5 milioni di dollari, è legato alla liquidazione del lease del Metrazur (che avrebbe potuto rimanere per altri cinque anni).
Costi che sono un nonnulla a fronte del potenziale commerciale di un’area in cui transitano circa 750.000 persone al giorno. Come fa notare Apple 2.0 secondo il sito della MTA la metà di quelle persone che passa quotidianamente sotto le arcate dello storico edificio guadagna circa 100.000 dollari all’anno. Il 20% ha invece un reddito superiore ai 200.000. Passanti di lusso, insomma.

Se tutto procederà secondo i piani, lo Store del Grand Central Terminal potrebbe aprire già a novembre, giusto in tempo per quei costosi regali dell’ultimo minuto che i pendolari della finanza diretti in Connecticut si sono scordati di comprare in città.

Chiamalo Temporary!

Quando si dice Temporary Store, si pensa ad un negozio allestito in un fondo “di fortuna”, privo di almeno una parte delle comodità che un vero e proprio negozio può avere. A giudicare dallo Store temporaneo che Apple si appresta ad aprire a SoHo per sopperire alla chiusura del negozio di Prince Street per ristrutturazione, a Cupertino quella locuzione deve avere tutt’altro significato.

L’edificio che Apple ha affittato al 72 di Greene Street, a un paio di isolati dallo Store attuale, è una struttura storica datata 1873, dalla facciata caratterizzata da finte colonne in uno stile che gli esperti della acerba storia dell’architettura americana definiscono “Rinascimento francesce” o ” secondo impero”.
Apple occuperà sicuramente il piano terra, da destinarsi a spazio puramente espositivo, il secondo piano, suddiviso fra spazio espositivo e uffici, nonché il piano interrato, con magazzino e, probabilmente, area Genius.

Costo della preparazione dello Store Temporaneo: quasi un milione e mezzo di dollari. Non è poco per un negozio a tempo determinato, ma va considerato che nonostante non sia il più famoso degli Apple Store newyorchesi, quello di SoHo è comunque frequentatissimo e non può permettersi di chiudere senza che vi sia un valido sostituto pronto a farne le veci.

 

Commenti (1)

  1. Si, e quelli li chiamano rendering preliminari ?!
    C’è anche il riflesso delle persone sul pavimento !!

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