Il Market Cap di Apple supera i 300 miliardi di dollari

di Redazione 3

Comincia alla grande il 2011 del titolo AAPL. Nella mattinata di ieri, nell’ambito di un trend positivo generale per i tecnologici a Wall Street, le quotazioni di Apple hanno segnato un nuovo massimo storico a 330,26$ durante le contrattazioni intraday.
E’ salita di conseguenza anche la capitalizzazione di mercato di AAPL che ha sfondato la barriera psicologica dei 3o0 miliardi di dollari dopo la lunga fase di crescita del market cap che ha caratterizzato la seconda metà del 2010 borsistico di Apple.

La capitalizzazione azionaria, il valore che si ottiene moltiplicando il numero di azioni sul mercato per il loro valore in borsa, è un indicatore finanziario che spesso non tiene conto di alcuni aspetti importanti nell’economia generale delle aziende, ma è comunemente usato come riferimento per valutare la “grandezza” di una società.

Nonostante il balzo in avanti compiuto da AAPL, nella classifica delle maggiori aziende americane per Market Cap Apple continua ad occupare il secondo posto. Anzi, il divario dalla prima azienda della top 3, il gigante del settore petrolchimico Exxon Mobil, si è ampliato (ci sono circa 73 miliardi di dollari di differenza) perché nel corso delle ultime settimane anche il titolo XOM ha continuato a guadagnare in borsa (grafico a seguire). Al terzo posto rimane ancora Microsoft, che Apple aveva superato in classifica alla fine di maggio 2010.

AAPL ha continuato a tenere bene verso la fine della sessione di ieri, segnando anche un nuovo record in chiusura, a 329,57 dollari.

Questioni di margine

Condivisibile, alla luce di questi risultati, la perplessità dell’analista di Oppenheim Research Yair Reiner, che si chiede come mai nonostante i risultati stellari il titolo di Apple non venga lautamente ricompensato dal mercato e dagli investitori, rimanendo su livelli e su prezzi obiettivo assai bassi per una società con questa stabilità e queste prospettive.

Secondo Reiner gli analisti temono una progressiva erosione del gross margin sulle vendite dell’iPhone causato dalla crescita della competitività dei terminali Android. E chi abbia mai ascoltato una conference call per l’annuncio dei risultati fiscali sa bene quanto siano fissati gli analisti con questa benedetta storia del margine, che per altro attualmente è al 55%, molto sopra la media del settore. Un calo comporterebbe in pratica un riallineamento a medie “umane” che però evidentemente non verrebbero perdonate, vai a capire perché, ai semidei di Cupertino.

Da questo punto di vista un accordo con Verizon che allarghi drasticamente il mercato del melafonino è visto praticamente come una mano santa. Insomma, se agli utenti iPhone italiani può tranquillamente non fregargliene nulla dell’accordo con l’operatore concorrente di AT&T, altrettanto non si può dire di chi sul titolo Apple ha investito qualche soldo.

Commenti (3)

  1. Il balzo di Apple è ancora più evidente se si confrontano sui grafici dell’anno, le sue azioni, l’indice nasdaq e le azioni di Google e Microsoft.
    Il nasdaq ha guadagnato bene quest’anno, intorno al 12%, mentre Apple con un +50% sovraperforma in maniera evidente.
    Come è evidente il tonfo delle azioni di Microsoft e Google, che con un mercato tecnologico in crescita, hanno perso il 10 e il 5 %.
    Per chi vuole approfondire qui c’è un interessante articolo
    http://www.e-minds.it/blog/108/apple-un-anno-d-oro-in-borsa.aspx

  2. Un margine del 55% è assurdo ma finche’ c’e’ gente che lo compra a qualsiasi cifra buon per loro…

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