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Steve Jobs pubblica i suoi “pensieri su Flash”

Ieri John Gruber su Twitter lo aveva lasciato intendere: domani l’affaire Gizmodo passerà in secondo piano e si tornerà a parlare dello scontro fra Apple e Adobe su Flash.

Non era un’indiscrezione infondata: oggi Apple ha pubblicato una open letter di Steve Jobs intitolata “Thoughts on Flash”, pensieri su Flash, in cui il CEO dell’azienda di Cupertino illustra in sei punti tutti i principali motivi per cui Apple non vuole implementare Flash sui suoi dispositivi.

Di seguito trovate un sunto delle parti più significative della lettera. Tutto ciò che leggerete è una summa di quanto detto da Jobs, senza aggiunte o commenti ulteriori.

1) Open-ness. I prodotti di Adobe sono proprietari al 100% e Flash non fa eccezione. Sebbene anche i sistemi operativi della Mela siano proprietari, Apple ritiene che tutti gli standard inerenti al Web e alla sua fruizione debbano essere aperti. Per questo, anziché utilizzare Flash, Apple ha preferito puntare su HTML5, JavaScript e CSS. Google e molte altre aziende hanno fatto lo stesso, perché con essi gli sviluppatori possono creare contenuti avanzati e dinamici senza la necessità di un plugin per la loro riproduzione.

Tale approccio vale anche per i prodotti Apple per il Web, come WebKit, il rendering engine basato su HTML5 che è al cuore di Safari ed è utilizzato in tutti i prodotti Apple.

“Google lo usa per il browser di Android, Palm lo usa, Nokia lo usa, e RIM ha annunciato che lo userà. Quasi ogni web browser presente su smartphone che non siano quelli di Microsoft usa WebKit. Rendendo open la propria tecnologia WebKit Apple ha stabilito uno standard nel settore dei browser mobile”.

2) Full Web. Adobe a più riprese ha ripetuto che i device di Apple non possono accedere al web nella sua completezza perché il 75% dei video sul Web sono visualizzati con player Flash. Jobs spiega che ciò che non viene detto è che quasi tutti questi video sono disponibili anche in un più moderno formato H.264 e sono pertanto visibili su iPhone, iPod e iPad.

YouTube ha una sua app dedicata e poi ci sono tutti i video di Vimeo, Netflix, Facebook, ABC, CBS, CNN, MSNBC, Fox News, ESPN, NPR, Time, The New York Times, The Wall Street Journal, Sports Illustrated, People, National Geographic e molti altri ancora.

E’ vero, dice jobs, i giochi Flash sugli iDevice non funzionano, ma fortunatamente gli utenti possono contare sui 50.000 videogames disponibili su App Store.

3) Affidabilità, sicurezza e performance. Flash è una tecnologia fra le meno sicure ed è anche il principale motivo per il quale un Mac va in crash. Apple ha lavorato con Adobe per risolvere questi problemi, che tuttavia si trascinano da anni. Aggiungere Flash ad iPhone, iPad e iPod significherebbe ridurne la sicurezza e l’affidabilità.

Per di più, dice Jobs, abbiamo chiesto spesso ad Adobe di darci dimostrazione delle performance di Flash su dispositivi mobili, ma la verità è che Flash non è adatto a questa tipologia di prodotti. Adobe ha rimandato il debutto di Flash su smartphone per mesi e mesi, ed Apple è contenta di “non aver atteso col fiato sospeso” questo momento che ancora ha da arrivare. E anche in quel caso, chissà quali saranno le reali performance.

4) Durata della batteria. “Per poter ottenere una lunga durata della batteria anche in fase di decodifica video, i dispositibili defono effettuare la decodifica a livello hardware“. La decodifica software, come quella che usa Flash, spiega El Jobs nel quarto punto della sua lettera, comporta un eccessivo consumo di batteria. Il decoder H.264 implementato nei chip degli smartphone più moderni permette di ottenere fino a dieci ore di autonomia, mentre utilizzare Flash per la decodifica dei video riduce a 5 ore scarse la durata di una carica.Sebbene Flash nella sua versione più recente possa sfruttare la decodifica H.264, la maggior parte dei video sul Web ancora ora richiedono la vecchia decodifica software.

5) Touch. Flash è stato progettato per i PC dotati di mouse, non per gli schermi tattili. Il rollover, una tecnica utilizzata da moltissimi siti Flash, non è utilizzabile su schermi sensibili al tocco. Anche se Apple implementasse Flash sui suoi dispositivi mobili, una buona parte dei siti attualmente sviluppati in Flash andrebbe riprogettata evitando di utilizzare i rollover.

A quel punto, dice Jobs, se uno sviluppatore deve riscrivere un sito Flash per poterlo adattare ai dispositivi tattili perché non fare direttamente il salto e utilizzare invece delle tecnologie più attuali come HTML5, CSS e JavaScript?

6) La ragione più importante. Il punto più importante Steve Jobs lo ha lasciato per ultimo. Adobe vorrebbe che gli sviluppatori potessero usare Flash per sviluppare applicazioni per dispositivi mobili, ma Apple non può e non vuole accettare questa possibilità.

L’inserimento di un livello ulteriore fra gli sviluppatori e la piattaforma, un livello il cui sviluppo e la cui manutenzione non compete ad Apple ma ad un azienda concorrente, non può che portare alla creazione di applicazioni insufficienti e ostacolare il progresso stesso della piattaforma stessa. Se Apple apporta miglioramenti alla piattaforma e Adobe è lenta ad adottarli gli sviluppatori che sono passati attraverso il tool di Flash si troveranno a non poterli sfruttare e a dover sottostare alle tempistiche della concorrenza.

Per di più Adobe, con Flash, rende questo livello comune a più piattaforme (iPhone OS, Android e altre) in modo che gli sviluppatori possano sviluppare una volta sola e distribuire le applicazioni su tutti i dispositivi. Questo significa che probabilmente Adobe non aggiornerebbe i suoi tool fin quando tutte le piattaforme presentano caratteristiche comuni che giustifichino tale aggiornamento. Con questo sistema Adobe inevitabilmente fornirebbe il minimo comun denominatore in termini di qualità degli strumenti di sviluppo.

Conclusioni. “Flash è stato creato nell’era del PC – per i PC e i mouse. Flash è un business di successo per Adobe, e possiamo capire perché vogliano spingerlo oltre i PC. Ma l’era mobile è incentrata su dispositivi a bassa potenza, interfacce tattile e standard web aperti. Tutte aree in cui Flash non da il meglio di sé.
[…]
I nuovi standard open creati nell’era mobile, come HTML5, vinceranno sui dispositivi mobili (e anche sui PC). Forse Adobe dovrebbe puntare di più sulla creazione di fantastici tool HTML5 per il futuro, e criticare meno Apple per il fatto che voglia lasciarsi il passato alle spalle.”

Redazione

View Comments

  • Da Wikipedia:
    "In common non-mathematical usage, the term "least common denominator" is often misused for the concept of the greatest common divisor. "

    Steve,Steve...questi strafalcioni non sono degni di te'....
    Il lowest common denominator è un'altra cosa:P

  • Sei fesso perchè la dizione giusta è del giobso.
    Il significato decodificato in flash per te è : lavoro il minimo in quanto se lavorassi al massimo solo una piccola parte del mercato potrebbe sfruttare il frutto dle mio sudore.

  • diciamo che di un discorso così lungo credo (io) che questa sia la cosa se vogliamo più importante:

    "Flash è stato creato nell’era del PC – per i PC e i mouse. Ma l’era mobile è incentrata su dispositivi a bassa potenza, interfacce tattile. Tutte aree in cui Flash non da il meglio di sé"

  • Il punto 5 del testo riassume quanto si sta cercando di dire da tanto tempo... la tecnologia giusta per il dispositivo giusto! Non potrei essere più d'accordo.

  • Pur volendo trovare degli errore nel discorso di jobs non ci si riesce, È PERFETTO.
    Il bello è che dice delle cose che io stesso dico da tempo :D

  • Le solite scuse per mascherare l'intento monopolistico dell'azienda. Flash è una realtà più che consolidata e funzionale adottata attualmente da dispositivi di ogni natura tranne quelli di cui parliamo sopra. Ci sono dispositivi touch con altri sistemi operativi (anche non microsoft) che funzionano benissimo con applicazioni flash. Il consumo della batteria è a discrezione dell'utente che sa benissimo che spingendosi su certi contenuti corposi spende il credito restante di autonomia. Il fatto triste come sempre è che a Jobs non va di fare i conti con altri come lui che cercano di riservarsi fette di mercato date dal frutto del loro lavoro. L'ottusità di questo atteggiamente funzionerà finchè la gente baserà le proprie scelte sul design, la moda e la semplicità di conoscere poco a fondo gli strumenti per dirsi di poterli usare. Questo è un fattore di regressione mentale e tecnologica che la Apple da anni tiene sotto la teca di vetro e a suo totale appannaggio. Non si può fregiare di opensource, apertura e disponibilità agli sviluppatori quando qualsiasi applicazione giri sui suoi sistemi deve passare vari gradi di censura prima di venire pubblicata. Qui si predica bene ma si razzola male. La strada dell'apertura mentale è ancora ben lontana, e non è con questi pretesti che si da motivo a una carenza così abissale di un prodotto con così tante potenzialità. Quello che può suonare giusto è solo il suono di una campana, e non è la mia e di quelli che vedono lo sviluppo come me. Se vi piace questa nuova forma di monoteismo daltonico...

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