Samsung si piega e accetta di pagare 550 milioni di dollari per i brevetti di Apple

di Redazione Commenta

Samsung accetta di pagare 548 milioni di dollari ad Apple entro 10 giorni, per mettere fine alla causa legale iniziata nel 2012 per il plagio del design e dei brevetti dell'azienda di Cupertino.

15162-11237-14414-9939-14066-9282-13903-9035-13285-7925-120726-Apple-1-l-l-l-l-l

Dopo anni di battaglie legali, ricorsi e giornate intere passate in tribunale, Samsung ha accettato di pagare 548 milioni di dollari ad Apple per avere infranto i brevetti dell’azienda di Cupertino.

In un documento depositato presso lo U.S. District Court for the Northern District of California, Samsung ha confermato di avere preso accordi con Apple per il pagamento di 548 176 477 dollari alla compagnia fondata da Steve Jobs. Il pagamento avverrà il decimo giorno dopo la richiesta ufficiale di Apple, vale a dire il prossimo 14 dicembre.

Come indicato da Florian Mueller di FOSS Patents, che studia cause legali e finezze legislative dietro i grandi casi della Silicon Valley, le azioni di Samsung fino a poco tempo fa sembravano indicare l’intenzione della compagnia coreana di spostare il caso verso la Corte Suprema.

Samsung accetta di pagare la somma pattuita con Apple, ma sottolinea di essere pronta a ricevere un rimborso dall’azienda di Cupertino se per qualsiasi ragione la decisione del giudice venisse revisionata, modificata o annullata in favore di Samsung.

Nonostante le apparenze, il caso legale Apple VS Samsung (aperto nel lontano 2012) è tutto fuorchè chiuso. Tre anni fa Samsung era stata accusata da Apple di avere copiato i suoi design e i suoi brevetti. L’azienda coreana si era difesa in tribunale ma senza successo. Scoperta colpevole, Samsung era stata sentenziata al pagamento di 1 miliardo di dollari di risarcimento ad Apple. Samsung era però riuscita a fare quasi dimezzare la somma con un ricorso, abbassando la cifra a 548 milioni di dollari.

Samsung, probabilmente, spera ancora nella revisione del brevetto per il pinch-to-zoom di Apple (ora sotto scrutinio), considerato che fino allo scorso agosto minacciava di essere pronta a portare la causa davanti la Corte Suprema.

[via]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>