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Psystar vs Apple: il clonatore vince una piccola battaglia

La guerra fra Apple e Psystar è ancora lunga e Cupertino sta decisamente vincendo. Ciò nonostante la scorsa settimana l’azienda di cloni con sede in Florida ha vinto la sua prima (marginale) battaglia. Il giudice della U.S. District Court William Alsup ha deliberato in favore dell’“amendment” della denuncia da parte di Psystar. Significa, in parole povere, che Psystar è autorizzata a modificare la propria controdenuncia (quella che seguì al primo “attacco” da parte di Apple) in modo che essa possa essere convalidata dal giudice e successivamente portata in tribunale per il procedimento vero e proprio.

La prima versione di tale controdenuncia, basata su alcune pretese violazioni della legge antitrust da parte di Apple, era stata respinta dallo stesso giudice Alsup in Novembre e la modifica che ne seguì fu attaccata dai legali di Cupertino nel tentativo di rendere evidente come Psystar tentasse di riproporre la propria ipotesi iniziale, stavolta sostenendo un uso erroneo del copyright da parte di Apple.

Il giudice non ha ascoltato quanto sostenuto dai legali di Apple e venerdì ha concesso la revisione della denuncia spiegando che “Psystar può avere un interesse legittimo nello stabilire un esercizio erroneo del copyright, indipendentemente dal parere contrario di Apple. Il fine, ad esempio, può essere quello di capire con chiarezza i rischi cui l’azienda va incontro commercializzando i prodotti in esame in questo caso o altri che essa intenda sviluppare”.

Ciò che è più importante è che il giudice ha chiarito esplicitamente che se Psystar dovesse avere successo nel tentativo di dimostrare un erroneo esercizio del copyright da parte di Apple, l’azienda della Florida non sarebbe l’unica a giovarne. Anche altri produttori con interessi simili potrebbero beneficiare di una decisione in tal senso da parte del tribunale. In soldoni: se Psystar vince la causa, via libera ai cloni.

I giorni dei cloni legali sono ancora lontani, in ogni caso. Prima di tutto un giudice dovrà prendersi l’onere di deliberare in tal senso, nonostante le pretese di Psystar, sebbene non possano essere respinte in prima istanza, siano quanto meno risibili. Non va escluso poi che Apple possa giocare, per sicurezza, la carta economica. Non è difficile intuire che Rudy Pedraza, CEO di Psystar, e la sua ghenga puntino di fatto a spillare denaro alla gallina dalle uova d’oro di Cupertino. Una somma con un numero sufficiente di zeri potrebbe mettere a sopire senza troppi problemi le pretestuose questioni di principio che Psystar vorrebbe addurre come ragione fondamentale del proprio operato.

[via | ComputerWorld]

Redazione

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