Le richieste di memorie flash da parte di Apple mandano in crisi il settore

di Redazione 7

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La legge economica fondamentale prevede una correlazione tra domanda ed offerta; all’aumentare della prima, teoricamente, dovrebbe seguire un aumento della seconda. Quello che però studiamo sui libri, nella maggior parte dei casi, difficilmente descrive correttamente la realtà, trattandosi sempre di astrazioni o di modelli (economici, in questo caso) esaminati nelle variabili essenziali, che a fatica descrivono completamente il mercato reale.

Se così non fosse, i produttori di memorie flash di tipo NAND, non dovrebbe far altro che gioire dell’alta richiesta che a Cupertino hanno di questi supporti, utilizzati sia negli iPhone che negli iPod. A quanto pare, invece, le richieste di Apple di memorie flash sono talmente alte da assorbire quasi completamente le capacità produttive delle industrie del settore.

A sottolineare l’anomalia è il DigiTimes, che punta l’attenzione sull’alta richiesta, da parte del mercato, dei device di Apple, che si riflette a sua volta sui produttori di memorie flash, utilizzate negli stessi. In questo caso, quindi, la domanda sembrerebbe superare l’offerta, causando una carenza di supporti flash a discapito di altre aziende; la situazione, inoltre, non accennerebbe a migliorare con l’arrivo delle vacanze invernali e relative festività, da sempre il momento migliore per fare acquisti.

Solo nei primi mesi del 2010 c’è da aspettarsi che l’offerta torni a soddisfare correttamente la domanda, anche se, già dal terzo trimestre (che, stando a diverse analisi corrisponderebbe ad un miglioramento delle condizioni economiche per molte famiglie) le vendite di questi device potrebbero nuovamente impennarsi, ponendo di nuovo a rischio la reperibilità delle memorie flash per tutte le altre aziende.

Come sappiamo, Apple investe molto nei contratti di fornitura per memorie flash NAND, da sempre considerate un elemento chiave, dato che sono un componente fondamentale di iPod e iPhone. Cook non aveva esitato a sottolinearlo durante la Confence Call di quest’estate, a seguito dell’accordo con Toshiba per 500 milioni di dollari.

[Via|Macrumors]

Commenti (7)

  1. Per quel poco che me ne intendo io di economia (essendo laureato in….economia) in teoria se la domanda è più alta dell’offerta dovrebbero crescere i prezzi.
    O sbaglio?

  2. Si, infatti non vedo come possa “mettere in crisi il settore”. Casomai i produttori di memorie si rammaricano di non poterne produrre di più e quindi guadagnare ulteriormente…

  3. @ andrea:
    Certo, ma un’azienda dovrebbe anche cercare di seguire l’andamento della domanda per ottimizzare la produzione ed azzerare eventuali rimanenze di magazzino. Una sorta di sistema di produzione “pull”, anche se non può essere attuato quasi mai al 100%. Quindi le due cose sono correlate in questo senso. Crescono anche i prezzi, ma il DigiTimes non ne ha fatto cenno.
    @ g:
    “Mette in crisi il settore” perché se i produttori di memorie flash producono 100, ed Apple ne acquista 90, il resto del mercato rimane a secco. Quindi il settore in sé ne risente, perché se i produttori hanno accordi di fornitura con altre aziende corrono il rischio di non soddisfarli, c’è una carenza generalizzata di prodotto e la produzione non è ottimizzata.

  4. Apple fa accordi di lunga durata con più produttori di memoria, i prezzi sono stabiliti a priori e i fornitori sono tenuti a soddisfare prima Apple (alla quale vendono a prezzo fisso) e poi gli altri fornitori (ai quali vendono a prezzo variabile). Essendo poi Apple un acquirente di peso (se non ricordo male è il primo a livello mondiale) i produttori quando stipulano degli accordi gli fanno degli sconti molto elevati, sconti che gli altri non possono avere. Quindi i produttori si trovano a vendere la maggior parte del loro prodotto a basso prezzo a Apple, lasciando solo le briciole per gli altri compratori che invece pagano meglio. Ma i produttori non hanno molta scelta, Apple è un acquirente molto importante e non può essere ignorato.

  5. @ andrea
    se la domanda cresce certo che aumentano i prezzi. ma visto che c’è scritto che apple ha dei contratti per queste memorie non ci dovrebbe essere un aumento (per apple) dei prezzi

  6. @ Andrea: O_o
    @ g: O_o
    @Gabriele C. : Ottima Spiegazione di un articolo già molto chiaro.

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