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Indagini antitrust anche per iAd?

Secondo quanto riportato ieri dal New York Post, la Federal Trade Commission e il Dipartimento di Giustizia statunitense sanno lavorando ad un’indagine antitrust preliminare nei confronti di Apple per il blocco dei compilatori cross-platform per iPhone, introdotto nei T.O.S. del nuovo SDK per iPhone OS 4.

Il Wall Street Journal ha ripreso e confermato la notizia, conferendo un pizzico di credibilità in più all’indiscrezione. Secondo i reporter Thomas Catan e Yukari Iwatari Kane le autorità antitrust stanno cercando di fare chiarezza anche in merito ad un’altra sezione dei TOS che impedirebbe agli sviluppatori, di trasmettere dati analitici a terzi. Il sospetto è che in questo modo Apple potrebbe impedire l’accesso ai dati pubblicitari per i servizi concorrenti favorendo di fatto la propria nuova piattaforma iAd.

Secondo il Wall Street Journal Apple potrebbe evitare problemi con la FTC o il Dipartimento di Giustizia semplicemente rivedendo i termini del contratto per gli sviluppatori.

Non si tratta di un dettaglio da poco, visto che, per quanto possano esserci implicazioni economiche nascoste fra le righe, il paragrafo 3.3.1 ha una ragione tecnica di base: mira ad eliminare la possibilità che un terzo livello di sviluppo, gestito da aziende concorrenti, possa inserirsi fra gli sviluppatori e la piattaforma iPhone. Steve Jobs ha confermato che in questo modo Apple vuole prevenire un degradamento qualitativo della piattaforma.

Diversa la faccenda nel caso della postilla che impedisce l’accesso ai dati statistici da parte di servizi pubblicitari esterni. L’impossibilità di accedere a certe tipologie di dati profilati da parte degli ad networks potrebbe fornire ad iAd un vantaggio sulle altre piattaforme, ottenuto per mezzo di imposizioni anticoncorrenziali.

Non tutti la pensano in questo modo, però. Andrew Lacy di Tapolous Inc., ad esempio, sostiene che quella di Apple potrebbe essere una scelta volta unicamente a proteggere la privacy degli iUtenti, un aspetto cruciale e inevitabilmente controverso.

Anche il WSJ conferma, come già ieri il New York Post, che lo scrutinio da parte delle autorità è ancora in una fase preliminare. L’indagine che ne potrebbe seguire non necessariamente porterà a delle conseguenze negative per Apple e potrebbe semplicemente accertare che l’azienda si sta muovendo entro il limiti della leale concorrenza.

Redazione

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  • Concorrenza = abbassamento della qualità

    C'è qualcosa che non mi torna

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