Google e Apple contro Paul Allen

di Redazione 1

Qualche tempo fa il co-fondatore di Microsoft Paul Allen ha denunciato 11 grandi aziende della Silicon Valley per la presunta violazione di alcuni brevetti software concessi circa una decina di anni fa ad una sua azienda. Fra di esse anche Facebook, YouTube, AOL, Google e Apple. I patent contestati sono abbastanza generici e Mark Lemley, docente della Stanford University intervistato dal WSJ per un pezzo sulla serie di denunce, non aveva esitato ad assimilare l’azione legale di Allen ad un vero e proprio caso di patent trolling.

La prima delle aziende chiamate in causa a rispondere per le rime ad Allen è stata Google, che lo scorso 18 ottobre ha chiesto alla corte di lasciar cadere le accuse. Adesso si è unita anche Apple con una richiesta di archiviazione depositata il 21 di questo mese.

Fra i brevetti contestati ad Apple, Google ed altre aziende dalla Interval Licensing, l’azienda controllata da Paul Allen nata appositamente per ereditare i patent dalla vecchia società del co-fondatore di Microsoft, ve ne è uno che si riferisce ad un generico “news browser”. Un altro descrive una tecnologia per la visualizzazione di avvisi web contestuali.

I legali di Google giustificano la richiesta di archiviazione con una motivazione molto semplice: il succo è che nella denuncia di Allen non si capisce nulla. Non è chiaro quali sarebbero i prodotti di Big G a violare i brevetti contestati e non vengono nominate tecnologie specifiche: “La denuncia della Interval è talmente priva di riscontri fattuali a supporto dell’accusa che è praticamente impossibile per Google preparare una ragionevole difesa”.

Sulla stessa linea anche la richiesta di Apple, arrivata a ruota qualche giorno più tardi. Secondo gli avvocati di Cupertino mancano riscontri fattuali per giustificare le 197 violazioni (su soli 4 brevetti) che la società di Allen contesta a tutte e 11 le aziende della Silicon Valley che ha provato a tirare in mezzo con questa causa.

Questa causa contro alcune delle più innovative aziende americane riflette l’infelice abitudine di alcune persone a competere presso le aule di tribunale piuttosto che sul mercato”, aveva dichiarato un portavoce di Google ad agosto, a seguito della notifica della denuncia da parte della Interval.

Commenti (1)

  1. POSSIBILE che non mi diano ascolto? Andrò negli States, forse lì me lo daranno sto brevetto che voglio A TUTTI I COSTI, così posso fare causa a CHIUNQUE mi rompa…VOGLIO brevettare lo scarto dei cibi da parte dei MAMMIFERI (altri generi li lascio, d’altronde solo il genere umano può PAGARE i diritti di sè e dei suoi amici animali che ha in casa)…

    LA ME**A

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